Rock

I Led Zeppelin fotografati da Dick Barnatt prima della fama in mostra a Bologna

Lo spazio museale presenta 20 scatti inediti del fotografo Dick Barnatt a una delle band più famose e amate di sempre

Autore Billboard IT
  • Il19 Maggio 2021
I Led Zeppelin fotografati da Dick Barnatt prima della fama in mostra a Bologna

Led Zeppelin, foto di Dick Barnatt 2021

Ottobre, 1968. Un giorno qualunque verso la fine del mese. Dick Barnatt ha un lavoro commissionatogli dalla Warner Bros: fotografare un gruppo emergente e ancora sconosciuto ai più, ma dal look – con quei capelli lunghi tranne Bonham – già proiettato a diventare una band di successo, in grado di cambiare la musica e la cultura inglese e non solo. Erano proprio loro, i Led Zeppelin.

Quattro ragazzi semisconosciuti con tutta la carica dei loro vent’anni o poco più, influenzati da un mondo sociale e musicale che sta subendo un cambiamento epocale. Una generazione nata e cresciuta nel doversi scontrare con le ristrettezze comportate dal dopoguerra, ma influenzate e plasmate dall’arrivo dei 45 giri che suonavano quel rock’n’roll americano di artisti come Bill Haley and His Comets e Elvis, rivoluzionando il panorama culturale giovanile britannico e non solo.

Foto di Dick Barnatt 2021

Appresa la lezione e sagomata su se stessi, artisti come Beatles, Rolling Stones, Who e Kinks, riescono a fare proprio quel nuovo genere, tanto da diventare una delle maggiori fonti del fisco per il Paese.

Centro di quel mondo in fiorente crescita diventa Londra che, grazie anche ad artisti come i Beatles, attira ragazzi da ogni dove con non solo il sogno di replicare le orme dei “Fab Four” ma anche quello di voler lavorare nella nascente e prolifica industria musicale.

La fondazione dei Led Zeppelin

Tra questi sognatori musicali c’è anche un giovane ragazzo nato a Londra il 9 gennaio 1944, James Patrick Page in arte Jimmy Page, che, prima di diventare il chitarrista dei The Yardbirds, uno dei gruppi più influenti di quell’epoca, è uno dei turnisti più ricercati e apprezzati negli studi di registrazione locali.

Una volta chiusa l’esperienza da chitarrista, Jimmy fonda nel 1968 i Led Zeppelin, reclutando un altro turnista di Londra, John Paul Jones, e due giovanissimi e ancora grezzi musicisti delle Midlands ovvero Robert Plant e John Bonham.

Foto di Dick Barnatt 2021

Scelta azzardata e rivelatasi vincente quella osata da Jimmy Page, poiché con Robert Plant il gruppo si arrichisce della sua grande passione per il blues indirizzando il gruppo verso la musica nera americana. Mentre con Bonham, dallo stile così unico e potente nel suonare la batteria, produce nuove visioni sonore conquistando l’apprezzamento del pubblico americano.

Le foto di Dick Barnatt

Ma per adesso, sono e restano ancora quattro ragazzi ventenni, sconosciuti, sorridenti come solo i ragazzi pieni di sogni e ideali lo sono, con un servizio fotografico da fare, e la scusa di una pausa sigaretta davanti allo studio dove è parcheggiata la Jaguard di Jimmy Page a fare da spunto a Dick Barnatt per qualche altro scatto sul cofano della macchina.

Dick li fotografa inconsapevole che quei quattro conquisteranno il mondo con la loro musica. Nemmeno quando sente per la prima volta alla radio Whole Lotta Love, pubblicato nel gennaio del 1969, anche se registrato prima dello shooting dell’ottobre del 1968, associa i quattro ragazzi a quell’album omonimo che è diventato un’icona del panorama musicale mondiale.

Foto di Dick Barnatt 2021

Ma la vita funziona così, tanti piccoli eventi che in un determinato momento trovano un anello di congiunzione che noi chiamiamo casualità. E che anello dopo anello creano il romanzo della nostra vita e in questo caso di quella di Dick Barnatt che si trovò casualmente in un giorno qualunque a svolgere un lavoro commissionatogli. Quella casualità è oggi possibile vederla attraverso 20 scatti inediti per l’Italia presso la ONO Arte Contemporanea di Bologna.

Led Zeppelin 1968, Windmill Str. Fotografie di Dick Barnatt

ONO arte contemporanea

via Urbana, 6 c/d

Bologna

(20 maggio – 19 giugno)

ingresso libero

Articolo di Carlo Sessa

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