Rock

Le 10 canzoni più belle degli Interpol

Ripercorriamo la carriera del grande gruppo indie rock attraverso una selezione di alcuni dei loro brani più memorabili

Autore Billboard IT
  • Il16 Marzo 2025
Le 10 canzoni più belle degli Interpol

Grazie alle loro canzoni gli Interpol sono diventati una delle band più importanti e influenti della scena musicale alternativa degli ultimi due decenni. Con il loro sound caratteristico, una miscela di atmosfere cupe e stratificate unite a testi enigmatici e a una forte estetica visiva, il gruppo si è affermato come un pilastro del revival post-punk. La loro carriera, iniziata a fine anni ’90, è un viaggio tra successi, evoluzioni sonore e cambiamenti di formazione.

Le origini della band

Gli Interpol nascono nel 1997 a New York, che negli anni ’90 era un crogiolo di creatività musicale. La band si è formata grazie all’iniziativa di Daniel Kessler, chitarrista e principale compositore, che ha reclutato Paul Banks (voce e chitarra), Carlos Dengler (basso e tastiere) e Greg Drudy (batteria). Quest’ultimo sarebbe stato presto sostituito da Sam Fogarino, che ha portato stabilità e un approccio più incisivo alla sezione ritmica.

In quel periodo la scena musicale di New York era dominata da un mix di generi, dal garage rock al noise, ma gli Interpol si distinguevano per il loro approccio raffinato e la capacità di evocare le sonorità malinconiche di band come Joy Division ed Echo & the Bunnymen, pur mantenendo un’identità propria.

Dopo una serie di esibizioni nei club della città e la pubblicazione di EP autoprodotti, la band catturò l’attenzione della scena indie. Nel 2001 firmarono con Matador Records, etichetta che avrebbe giocato un ruolo cruciale nel loro successo.

Il debutto epocale

Il primo album degli Interpol, Turn on the Bright Lights, è stato pubblicato nel 2002 e rappresenta un vero spartiacque nella scena indie rock. Il disco è un viaggio emotivo attraverso paesaggi sonori ricchi di tensione e introspezione, con brani che mescolano ritmi ipnotici, chitarre riverberate e la voce baritonale e distante di Paul Banks.

Canzoni come PDA, Obstacle 1 e NYC sono diventate rapidamente classici, definendo il sound del revival post-punk e attirando una fanbase devota. Il disco ha ricevuto recensioni entusiastiche da parte della critica, che lo ha paragonato a lavori iconici della scena new wave degli anni ’80, pur riconoscendo la capacità della band di reinventare il genere per una nuova generazione.

Il successo di Turn on the Bright Lights ha fatto degli Interpol un nome di punta nell’ambiente alternativo, proiettandoli sulla scena internazionale e garantendo loro un posto nei principali festival musicali.

La consacrazione con Antics

Se il primo album aveva consolidato il fascino enigmatico della band, il secondo lavoro, Antics, li ha portati a un livello successivo. Pubblicato nel 2004, l’album mostra una maggiore maturità compositiva e una spiccata attenzione alle melodie. Brani come Evil, Slow Hands e C’mere sono caratterizzati da un ritmo più dinamico e da testi più diretti, mantenendo comunque l’aura misteriosa che li contraddistingue.

Con Antics gli Interpol sono passati dall’essere una band di culto a un fenomeno globale. Le loro tournée hanno toccato ogni angolo del mondo, consolidando la loro reputazione come uno dei migliori live act della scena alternativa.

Gli anni della sperimentazione

Nel 2007 gli Interpol hanno pubblicato il loro terzo album, Our Love to Admire, il primo con una major (Capitol Records). Questo disco rappresenta un passo avanti in termini di produzione, con arrangiamenti più complessi e l’introduzione di elementi orchestrali. Brani come The Heinrich Maneuver e Rest My Chemistry mostrano una band disposta a espandere i propri orizzonti sonori, anche a rischio di alienare parte della loro fanbase più tradizionale.

Il quarto album, Interpol (2010), segna invece un ritorno a un sound più minimale e diretto, ma è anche un momento di svolta cruciale per il gruppo. Durante la lavorazione del disco, il bassista Carlos Dengler ha lasciato la band, segnando la fine di un’era. Dengler era una figura chiave nel sound degli Interpol, e la sua dipartita ha costretto il gruppo a ridefinire il proprio approccio musicale.

El Pintor e oltre

Nonostante la perdita di Dengler, gli Interpol hanno dimostrato una straordinaria capacità di adattamento. Nel 2014 hanno pubblicato El Pintor (anagramma di “Interpol”), un album che segna una rinascita artistica. Con brani come All the Rage Back Home ed Everything Is Wrong, il disco presenta una band energica e determinata a mantenere la propria rilevanza.

Gli anni successivi hanno visto gli Interpol continuare a esplorare nuove strade. Con Marauder (2018), prodotto da Dave Fridmann, la band ha introdotto un sound più sporco e ruvido, che riflette un desiderio di sperimentare con la propria estetica consolidata.

Nel 2022 gli Interpol hanno pubblicato The Other Side of Make-Believe, un album che mescola introspezione e speranza, dimostrando che, anche dopo oltre due decenni di attività, il gruppo ha ancora molto da dire.

Dieci canzoni iconiche degli Interpol

Obstacle 1

Una delle canzoni più iconiche e che meglio rappresentano lo spirito dell’album di debutto degli Interpol. Obstacle 1 è un perfetto esempio del mix tra malinconia e intensità che ha reso gli Interpol famosi. La linea di basso pulsante di Carlos Dengler e le chitarre taglienti di Daniel Kessler si intrecciano perfettamente, mentre la voce baritonale di Paul Banks trasmette un senso di urgenza e vulnerabilità.

Evil

Evil una delle canzoni più conosciute degli Interpol e un classico del loro secondo album. Con una melodia orecchiabile e un ritornello enigmatico (“Rosemary, heaven restores you in life”), il brano combina un ritmo trascinante con una profondità emotiva che non passa mai di moda. La sezione ritmica di Sam Fogarino è particolarmente brillante, contribuendo a rendere Evil un successo senza tempo.

PDA

Questo brano esplosivo è stato uno dei primi a mettere in luce il talento degli Interpol. PDA si distingue per la sua struttura dinamica, che culmina in una coda strumentale epica. È un esempio perfetto della capacità della band di costruire tensione e rilasciarla in maniera catartica. Ancora oggi è uno dei momenti più attesi durante i loro concerti dal vivo.

Slow Hands

Con un ritmo più veloce e un’energia contagiosa, Slow Hands è una delle canzoni più accessibili degli Interpol. La combinazione di riff incisivi e una linea vocale accattivante ha reso questa traccia una delle preferite dai fan. È un pezzo che dimostra come gli Interpol possano bilanciare la loro intensità emotiva con una forte immediatezza pop.

NYC

NYC è una lettera d’amore malinconica e struggente alla città di New York, con il suo testo iconico: “New York cares, got to be some more change in my life”. La melodia lenta e meditativa cattura perfettamente la solitudine e l’alienazione urbana, rendendo questa canzone una delle più emotivamente potenti della band.

The Heinrich Maneuver

Il singolo principale del terzo album degli Interpol è un brano carico di energia e sarcasmo. Con il suo testo pungente (“How are things on the West Coast?”), la canzone riflette una relazione fallita con una leggerezza sorprendente. La combinazione di chitarre vivaci e una ritmica incalzante rende The Heinrich Maneuver uno dei momenti più memorabili della loro discografia.

Leif Erikson

La traccia di chiusura del primo album è un gioiello di introspezione e poesia. Leif Erikson si distingue per i suoi testi criptici e il suo tono intimo, che suggerisce un amore complesso e tormentato. È un brano che chiude Turn on the Bright Lights con una nota di malinconia riflessiva.

All the Rage Back Home

Con El Pintor gli Interpol hanno dimostrato di essere ancora in grado di innovare e creare musica memorabile. All the Rage Back Home è una delle tracce più dinamiche dell’album, iniziando con una sezione vocale dolce e malinconica per poi esplodere in un ritornello potente. È un chiaro segno di rinascita per la band, dopo la dipartita del bassista Carlos Dengler.

Rest My Chemistry

Una delle canzoni più lente e suggestive degli Interpol, Rest My Chemistry è un racconto personale che affronta temi come l’autodistruzione e la dipendenza. La voce di Paul Banks è particolarmente evocativa qui, accompagnata da un arrangiamento atmosferico che immerge l’ascoltatore in una dimensione quasi onirica.

Lights

Con il suo inizio inquietante e il crescendo lento ma inesorabile, Lights è una delle canzoni più intense degli Interpol. Le chitarre dissonanti e la voce carica di emozione di Paul Banks creano un’atmosfera cinematografica che lascia il segno. È un brano che dimostra la capacità degli Interpol di mantenere la loro intensità anche con arrangiamenti più scarni.

In conclusione

Oltre alla musica, gli Interpol hanno lasciato il segno grazie alla loro estetica distintiva, caratterizzata da uno stile elegante e minimalista. Le loro copertine, i video musicali e persino il loro abbigliamento (con Paul Banks e soci spesso in giacca e cravatta) hanno contribuito a definire la loro immagine come band sofisticata e misteriosa.

La loro influenza si estende ben oltre il mondo del revival post-punk. Le canzoni degli Interpol hanno ispirato innumerevoli artisti e band, e il loro debutto Turn on the Bright Lights è considerato una pietra miliare che ha ridefinito il rock alternativo moderno.

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