Rock

John Lennon avrebbe 85 anni: 5 cose da sapere sull’anima politica dei Beatles

Nato il 9 ottobre 1940, è stato uno dei cantautori più influenti nella storia del rock. La nuova raccolta “Power to the People”, con numerosi inediti, celebra la sua fase più impegnata accanto a Yoko Ono

  • Il9 Ottobre 2025
John Lennon avrebbe 85 anni: 5 cose da sapere sull’anima politica dei Beatles

Foto di Yoko Ono Lennon

Lennon è stato uno dei cantanti, compositori e musicisti più importanti e influenti nella storia del rock, un’icona che continua ad essere amata anche dalle nuove generazioni. Artista estroso, colto, influente e politicamente impegnato, John Lennon, nato il 9 ottobre 1940 a Liverpool, oggi avrebbe festeggiato il compleanno, spegnendo 85 anni candeline.

John ha spesso messo a nudo il suo cuore e la sua anima nelle sue canzoni, istantanee delle sue emozioni, dei suoi pensieri e della sua visione del mondo. Amore, pace, politica, media, razzismo, femminismo, religione, matrimonio, paternità: basta ascoltare le canzoni di John Lennon per capire come si sentiva, che cosa amava, in che cosa credeva.

In occasione di quello che sarebbe stato il compleanno di John Lennon, un nuovo spaccato della sua attività artistica accanto a Yoko Ono ci verrà fornito, dal 10 ottobre, dal cofanetto in dodici dischi Power to the People, pubblicato da Universal Music. Prodotto da Sean Ono Lennon e dal suo team, la raccolta contiene ben 123 tracce (tra cui 90 brani inediti) che racconta l’era più politica di John e Yoko. Il box spazia dall’inno contro la guerra del 1969 della Plastic Ono Band, Give Peace a Chance, a una nuova versione del loro album del 1972, Sometime In New York City, fino allo storico One to One Concerts di quell’anno al Madison Square Garden di New York.

Questi ultimi non solo sono gli unici concerti completi di John dopo aver lasciato i Beatles, ma anche gli ultimi show in cui John e Yoko si sono esibiti insieme. Il box vanta anche molte demo inedite, registrazioni casalinghe, jam session e molto altro.

Vediamo insieme cinque cose da sapere su un artista che continua a ispirare le persone con la sua musica e con le sue parole. Buon compleanno, John Lennon!

Cinque cose da sapere su John Lennon

L’influenza della sua famiglia

La lontananza del padre marinaio, la separazione dei genitori a due anni di età che lo portò a vivere con la zia Mimi nella casa di Menlove Avenue, la morte della madre Julia in un incidente stradale nel 1958. Tre fattori che hanno contribuito in modo decisivo al formarsi di una personalità forte e inquieta, che non ha mai nascosto le sue origini operaie ma che, anzi, ne ha fatto un punto di forza della sua poetica.

La voce che non amava

John Lennon è stato la voce di un’intera generazione, per la quale la musica non era solo mero intrattenimento ma uno straordinario strumento per risvegliare le coscienze assopite. È curioso che il cantautore inglese non amasse la sua voce, considerata da lui stesso troppo aspra e nasale. Per questo John chiedeva continuamente al produttore George Martin, ai tempi dei Beatles, di filtrarla e di modificarla con la (scarsa) tecnologia dell’epoca.

La sua amicizia con Paul McCartney

Si è spesso descritto Paul McCartney come romantico, melodico e pop, quasi a sottolineare la contrapposizione con un John politico, avanguardista e rock. La realtà, come sempre, era più complessa e sfaccettata. John e Paul non erano opposti, ma complementari, poiché si integravano magnificamente a livello compositivo ed espressivo. Due artisti nati per comporre, sperimentare e fare ricerca insieme.

Un rapporto che ha descritto benissimo, con parole piene di affetto, lo stesso McCartney: «Uno dei miei più bei ricordi di John è quando ci mettevamo a litigare. Io non ero d’accordo con lui su qualcosa e finivamo per insultarci a vicenda. Passavano un paio di secondi e poi lui sollevava un po’ gli occhiali e diceva: “È solo che sono fatto così”. Per me quello era il vero John. In quei rari momenti lo vedevo senza la sua facciata, quell’armatura che io amavo così tanto, esattamente come tutti gli altri. Era un’armatura splendida. Ma era davvero straordinario quando sollevava la visiera e lasciava intravedere quel John Lennon che aveva paura di rivelare al mondo».

Il rapporto simbiotico con Yoko Ono

Il 9 novembre 1966, in occasione di una mostra a Londra dell’artista giapponese Yoko Ono intitolata Unfinished Paintings and Objects, John conobbe la sua compagna di vita e di arte. Con Yoko sperimentò un legame quasi simbiotico, che lo allontanò dalla prima moglie Cynthia Powell (dalla quale aveva avuto il figlio Julian) e dagli altri Beatles per abbracciare una nuova fase della sua vita all’insegna della sperimentazione e dell’impegno sociale.

Quando John Lennon e Yoko Ono arrivarono negli Stati Uniti nel 1971, non stavano solo fuggendo dai fantasmi dei Beatles o della stampa britannica, ma cercavano un nuovo inizio in un paese sull’orlo della trasformazione politica e culturale. Tuttavia, ciò che li aspettava non era solo la libertà artistica che desideravano, ma anni di sorveglianza, vessazioni governative e angoscia personale che avrebbero plasmato la loro prima esperienza americana.

«John era un uomo brillante con un grande senso dell’umorismo e comprensione», ha scritto Yoko Ono Lennon nella prefazione del booklet di Gimme Some Truth. «Credeva nella sincerità e che il potere delle persone potesse cambiare il mondo. E accadrà. Tutti noi abbiamo la responsabilità di creare un mondo migliore per noi stessi e per i nostri figli. La verità è ciò che creiamo. È tutto nelle nostre mani».

La tragica morte

L’8 dicembre del 1980 Mark Chapman, uno squilibrato che poche ore prima si era fatto firmare un disco dal suo stesso idolo, sparò a bruciapelo a John Lennon di fronte al Dakota Building di New York. Un omicidio che gettò nello sconforto milioni di fan, che consideravano l’ex Beatles non solo un artista geniale ma anche un leader carismatico che si era speso in prima persona a favore dei movimenti pacifisti. Qualche anno prima di essere ucciso a soli 40 anni, Lennon aveva dichiarato profeticamente: «Non ho paura di morire, sono preparato alla morte perché non ci credo. Penso che sia solo scendere da un’auto per salire su un’altra».

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