Le 10 canzoni più belle dei Mumford & Sons
Ripercorriamo la carriera del gruppo folk rock britannico attraverso una selezione di alcuni dei loro brani più memorabili

Dal loro esordio nelle piccole sale londinesi agli stadi di tutto il mondo, con le loro canzoni i Mumford & Sons hanno segnato profondamente la scena musicale contemporanea con il loro stile unico, unendo folk tradizionale e rock moderno. La band britannica, formata nel 2007 da Marcus Mumford (voce e chitarra), Ben Lovett (tastiere), Winston Marshall (banjo, chitarra) e Ted Dwane (basso), ha saputo reinventarsi negli anni, facendo evolvere il proprio sound senza mai perdere il cuore pulsante della loro musica: l’emozione.
Gli inizi
I Mumford & Sons si sono formati a Londra in un momento di rinascita del folk, insieme ad altri artisti come Laura Marling e Noah and the Whale. Sin dagli esordi, il loro stile si distingue per l’uso di strumenti acustici come il banjo, il mandolino e il contrabbasso, che richiamano il folk tradizionale, ma con un’energia moderna e trascinante.
Nel 2009 pubblicano il loro album di debutto, Sigh No More, che diventa un successo immediato grazie a brani come Little Lion Man, The Cave e Winter Winds. Il disco, con la sua intensità emotiva e i ritmi incalzanti, conquista le classifiche internazionali e riceve numerosi riconoscimenti, tra cui diverse nomination ai Grammy Awards. La loro musica, caratterizzata da liriche poetiche e arrangiamenti dinamici, riesce a catturare il pubblico, dando il via a un’ondata di popolarità per il genere folk rock.
La consacrazione con Babel e i Grammy
Nel 2012 i Mumford & Sons pubblicano il loro secondo album, Babel, che segna un ulteriore passo avanti nella loro carriera. Il disco, trainato da singoli come I Will Wait, Lover of the Light e Hopeless Wanderer, si distingue per la sua intensità e per i temi profondamente personali.
Babel debutta al primo posto nelle classifiche di diversi paesi, tra cui Stati Uniti e Regno Unito, e vince il Grammy Award per Album dell’anno nel 2013, cementando il loro status come una delle band più influenti del decennio. Il successo planetario di Babel porta i Mumford & Sons a esibirsi nei festival più prestigiosi del mondo, tra cui Glastonbury e Coachella, e a intraprendere un tour mondiale che li consacra come fenomeno globale.
Il cambio di rotta con Wilder Mind
Dopo il successo di Babel, i Mumford & Sons sorprendono i fan con un cambio di stile radicale. Nel 2015 esce Wilder Mind, un album che abbandona quasi del tutto gli strumenti acustici e il folk tradizionale a favore di un sound più elettrico e vicino all’alternative rock. Brani come Believe, The Wolf e Tompkins Square Park mostrano una nuova direzione artistica, ispirata a gruppi come The National e Radiohead.
Il cambio di sound divide il pubblico e la critica, ma dimostra il coraggio della band di esplorare nuovi territori musicali. Nonostante le controversie, Wilder Mind ottiene un grande successo commerciale, raggiungendo il primo posto nelle classifiche internazionali e consolidando la loro capacità di reinventarsi senza perdere rilevanza.
Un ritorno alle origini
Nel 2016 i Mumford & Sons pubblicano Johannesburg, un EP nato dalla collaborazione con artisti sudafricani come Baaba Maal e The Very Best. Questo progetto, ricco di contaminazioni musicali, dimostra l’apertura della band verso nuove influenze culturali e sonore, aggiungendo un tocco globale alla loro musica.
Due anni dopo, nel 2018, esce Delta, un album che unisce l’introspezione lirica tipica della band con sonorità più sperimentali, mescolando folk, elettronica e rock. Con brani come Guiding Light e If I Say, Delta esplora temi di perdita, guarigione e crescita personale. L’album viene accolto con entusiasmo dai fan e li porta nuovamente in tour in tutto il mondo, compresa una tappa storica alla O2 Arena di Londra.
L’addio di Winston Marshall
Nel 2021 Winston Marshall annuncia il suo addio ai Mumford & Sons, citando motivazioni personali e il desiderio di evitare che la sua presenza possa influire negativamente sulla band. Nonostante questa perdita, i Mumford & Sons continuano il loro percorso artistico, dimostrando una straordinaria resilienza e una capacità di adattarsi ai cambiamenti.
Marcus Mumford ha proseguito con progetti solisti, esplorando nuove direzioni musicali, ma il legame tra i membri della band rimane forte. Nonostante le sfide, i Mumford & Sons continuano a rappresentare una delle forze più vitali della musica contemporanea, combinando tradizione e innovazione in modi sempre sorprendenti.
Dieci canzoni iconiche dei Mumford & Sons
The Cave
Una delle canzoni più iconiche della band: The Cave è un inno alla resilienza e alla speranza. Con un banjo travolgente e un crescendo emozionante, il brano parla di liberarsi dai propri limiti e trovare la forza per andare avanti. È una delle canzoni che hanno definito lo stile dei Mumford & Sons.
I Will Wait
I Will Wait è forse il brano più conosciuto della band. Con il suo ritmo incalzante e il ritornello epico, racconta di amore, pazienza e redenzione. È un esempio perfetto dell’energia contagiosa che i Mumford & Sons portano nelle loro esibizioni dal vivo.
Little Lion Man
Con il suo testo crudo e sincero, Little Lion Man parla di errori e rimpianti, affrontando i fallimenti con una brutalità disarmante. Il mix di rabbia e vulnerabilità, insieme al sound folk energico, lo ha reso uno dei brani più rappresentativi della band.
Lover of the Light
Un pezzo che celebra la libertà e la luce, in senso sia letterale che metaforico. Lover of the Light è un inno alla ricerca della felicità e della liberazione personale. La voce potente di Marcus Mumford e la progressione musicale rendono questo brano incredibilmente emozionante.
Hopeless Wanderer
Questa canzone riflette la lotta interiore e il desiderio di trovare un senso nella vita. Con un crescendo musicale travolgente, Hopeless Wanderer cattura perfettamente la tensione tra speranza e disperazione, un tema ricorrente nella musica dei Mumford & Sons.
Believe
Con Believe i Mumford & Sons abbandonano i suoni acustici per abbracciare un sound più elettronico e moderno. Il brano, che parla di dubbi e sfiducia in una relazione, colpisce per la sua intensità emotiva e per la semplicità del suo arrangiamento.
Dust Bowl Dance
Una delle tracce più drammatiche e teatrali della band, Dust Bowl Dance racconta una storia di vendetta e dolore con una narrazione epica. La costruzione musicale culmina in un’esplosione di energia che lascia senza fiato.
Guiding Light
Guiding Light è un ritorno alle sonorità più intime e riflessive dei primi lavori della band, ma con un tocco di maturità. Il brano parla di amore e fede, con una melodia luminosa e un messaggio di speranza che lo rende particolarmente toccante.
White Blank Page
Con la sua intensità emotiva e i suoi testi struggenti, White Blank Page affronta temi come il tradimento e il dolore dell’amore non corrisposto. Il crescendo musicale e la voce appassionata di Marcus Mumford lo rendono uno dei pezzi più profondi del loro debutto.
Tompkins Square Park
Un brano che rappresenta perfettamente il cambio di stile della band: Tompkins Square Park combina testi malinconici con un sound più rock. Parla di separazioni e del desiderio di ricominciare, mostrando la capacità dei Mumford & Sons di esplorare nuovi territori musicali senza perdere la loro anima.
In conclusione
Le canzoni dei Mumford & Sons raccontano storie che toccano il cuore, mescolando energia, poesia e introspezione. Che si tratti dei ritmi folk dei loro primi album o delle sperimentazioni rock degli ultimi lavori, ogni brano ha qualcosa di unico da offrire. Questa selezione rappresenta solo una parte del loro straordinario viaggio musicale.