I Rage Against The Machine annunciano che non suoneranno più dal vivo
Lo ha scritto il batterista Brad Wilk per non dare false speranze ai fan. Ma gli altri membri non commentano e non si capisce se non incideranno nemmeno più nuova musica
I Rage Against The Machine non suoneranno più dal vivo e la tristissima notizia arriva direttamente da Brad Wilk, il loro batterista. I RATM hanno anche condiviso la notizia sul loro profilo X, ripresa da Blabbermouth e basata sui commenti di Wilk.
In precedenza, Wilk aveva già condiviso i suoi pensieri su Instagram. “So che molte persone stanno aspettando che annunciamo nuove date del tour per tutti gli spettacoli dei RATM cancellati. Non voglio prendere in giro le persone o me stesso ulteriormente”, ha scritto. “Quindi, anche se c’è stata qualche comunicazione che potrebbe accadere in futuro… voglio farvi sapere che i RATM (Tim, Zack, Tom e io) non andranno in tour o non suoneranno più dal vivo. Mi dispiace per coloro che hanno aspettato che questo accadesse. Vorrei davvero che fosse…”.
Il post dei RATM è curioso e, al momento in cui scriviamo, non è stato condiviso sulle pagine Facebook o Instagram, non spiega se i progetti di registrazione di nuova musica siano ancora in programma o meno. I compagni di band, Zack de la Rocha (voce), il bassista e corista Tim Commerford (basso) e Tom Morello (chitarra) non hanno commentato, poi.
Rage Against The Machine, breve storia
Il gruppo di Los Angeles, il cui ritorno live aveva entusiasmato i fan, è stato finalmente inserito nella Rock And Roll Hall of Fame nel 2023, dopo cinque tentativi. I problemi interni alla band erano evidenti; Morello è stato l’unico membro a partecipare alla cerimonia di inserimento al Barclays Center di Brooklyn.
I RATM hanno pubblicato solo quattro album tra il 1991 e il 2000. Gli LP Evil Empire (del 1996) e The Battle Of Los Angeles (1999) hanno entrambi raggiunto la posizione n. 1 nella Billboard 200. Si sono riuniti per le date live del 2007-2011 e di nuovo nel 2019 per una serie di spettacoli interrotti prima dalla pandemia COVID-19 e poi per l’infortunio alla gamba di de la Rocha.
Quando i Rage Against The Machine entrarono nella Rock And Roll Hall of Fame
I RATM hanno fatto otto apparizioni totali nell’Alternative Airplay di Billboard, con tre canzoni nella top 10 (tutte nel 2000), tra cui Guerrilla Radio, che ha raggiunto la posizione n. 69 della Hot 100. Poche canzoni, tuttavia, hanno la potenza e la furia della canzone simbolo dei RATM del 1992, Killing In The Name.
Quando è stato fatto il loro nome per l’inserimento nella Rock Hall del ’23, la band ha raccontato, attraverso un comunicato, come nel tempo ha espresso tutta la sua rabbia. Come si legge nella dichiarazione: “una band che ha fatto chiudere la Borsa di New York per la prima volta nella sua storia”. E ancora. “Una band che è stata presa di mira da organizzazioni di polizia che hanno tentato di bandirla da arene sold-out per aver alzato la voce in favore della liberazione di Mumia Abu Jamal, Leonard Peltier e altri prigionieri politici”.
E quando salirono al primo posto in classifica UK
“Una band che ha fatto causa al Dipartimento di Stato americano per la sua pratica fascista di aver usato la sua musica per torturare uomini innocenti a Guantanamo”. E “una band che ha scritto canzoni ribelli in un capannone industriale abbandonato in una valle. Gruppo che avrebbe poi detronizzato il monopolio pop di X Factor di Simon Cowell per occupare il primo posto nelle classifiche britanniche. E avere la canzone più scaricata nella storia del Regno Unito”.
È ormai diventato un leggendario pezzo di storia delle classifiche britanniche il fatto che, in seguito a una campagna pubblica, Killing In The Name sia salita al numero 1 della classifica natalizia del Regno Unito nel 2009. In tal modo mettendo fine alla tradizione consolidata secondo cui il vincitore di X Factor avrebbe sempre vinto il primo posto.