Le 10 canzoni più belle degli Slipknot
Ripercorriamo la carriera del gruppo metal americano attraverso una selezione di alcuni dei loro brani più iconici
Gli Slipknot sono una delle band metal più distintive e influenti della scena musicale moderna. Con lo stile aggressivo delle loro canzoni, la musica potente e l’estetica inquietante delle maschere, gli Slipknot hanno ridefinito il significato di performance estrema e brutalità sonora, conquistando milioni di fan in tutto il mondo. Originari di Des Moines, in Iowa, la band si è imposta come una forza unica, capace di mescolare heavy metal, nu metal e influenze industrial, ma sempre con un tocco personalissimo.
Gli inizi
La storia degli Slipknot inizia a metà degli anni ’90, quando Shawn Crahan (conosciuto come “Clown”) e Paul Gray iniziarono a suonare insieme e a creare un sound che combinava elementi di thrash metal, death metal e nu metal. Con il tempo la formazione si espanse fino a includere nove membri, ognuno con una maschera e un numero distintivo. Questa scelta estetica — che include maschere spaventose e costumi coordinati — servì a creare un’aura misteriosa e a spostare l’attenzione dal singolo musicista alla band nel suo insieme.
Nel 1996 gli Slipknot registrarono il loro primo demo, Mate. Feed. Kill. Repeat., che attirò l’attenzione di alcune etichette indipendenti. Tuttavia fu solo nel 1999, con il contratto con Roadrunner Records e l’uscita del loro album eponimo, che la band ottenne il successo. Prodotto da Ross Robinson, l’album Slipknot conteneva canzoni potenti come Wait and Bleed e Spit It Out, che diventarono inni per i fan e consolidarono la reputazione della band come fenomeno metal estremo.
Il successo con Iowa
Dopo il successo dell’album di debutto, gli Slipknot si trovarono sotto i riflettori. Nel 2001 pubblicarono Iowa, un album ancora più aggressivo e oscuro. Iowa rappresentò un salto in avanti per la band, con testi che esploravano il lato più oscuro della psiche umana e un sound che portava al limite il metal. Canzoni come People = Shit e The Heretic Anthem diventarono dei classici, spingendo la band ancora più in alto nelle classifiche e facendoli diventare uno dei gruppi più importanti del panorama metal mondiale.
Iowa fu anche il simbolo di un periodo tumultuoso per la band, con tensioni interne e problemi personali che contribuirono a creare un’atmosfera di rabbia e sofferenza, elementi che si riflettono intensamente nell’album. L’energia e la rabbia espresse nei concerti degli Slipknot, caratterizzati da esibizioni estreme e travolgenti, fecero sì che i loro live diventassero leggendari.
L’album della consacrazione: Vol. 3: (The Subliminal Verses)
Nel 2004, dopo alcuni anni di pausa e una maggiore maturità artistica, gli Slipknot tornarono con Vol. 3: (The Subliminal Verses). Questo album segnò un’evoluzione nel sound della band, con l’introduzione di elementi melodici e acustici, che permisero loro di esplorare nuovi territori musicali. Brani come Duality, Before I Forget e Vermilion mostrarono un lato più riflessivo della band, pur mantenendo l’intensità e l’oscurità che li caratterizzavano.
Vol. 3 fu un enorme successo commerciale e di critica, confermando che gli Slipknot erano più di una band shock metal. La loro musica iniziava a mostrare una profondità che attirò nuovi fan e rese gli Slipknot una band capace di rinnovarsi senza perdere la propria identità.
All Hope Is Gone e la perdita di Paul Gray
Nel 2008 gli Slipknot pubblicarono All Hope Is Gone, un album che toccava ancora una volta temi di rabbia, perdita e disillusione. Brani come Psychosocial e Dead Memories divennero immediatamente dei successi. L’album raggiunse il primo posto della Billboard 200.
Nel 2010 la band subì una tragedia con la morte improvvisa del bassista e co-fondatore Paul Gray, che morì a soli 38 anni. La perdita di Gray fu un colpo devastante per la band, che decise di prendersi una pausa per elaborare il lutto. Gray era stato uno dei pilastri della band e aveva contribuito a creare il sound distintivo degli Slipknot. La sua morte mise in discussione il futuro della band, ma anche in questo momento di profondo dolore gli Slipknot riuscirono a trovare la forza per continuare.
Il ritorno
Dopo quattro anni di silenzio, gli Slipknot tornarono nel 2014 con .5: The Gray Chapter, un album dedicato a Paul Gray. Il disco fu un tributo al loro compagno scomparso, ma anche un modo per esprimere il dolore e la rabbia accumulati negli anni. Brani come The Devil in I e Killpop mostrarono un lato più emotivo e vulnerabile della band, senza però rinunciare alla potenza e all’aggressività che li aveva sempre contraddistinti.
.5: The Gray Chapter fu accolto positivamente da critica e pubblico, consolidando la band come una delle forze più importanti della scena metal. L’album segnò una nuova era per gli Slipknot, che dimostrarono ancora una volta di essere capaci di trasformare il dolore in arte.
Gli anni recenti
Nel 2019 la band pubblicò We Are Not Your Kind, un album che segnò un ritorno alle radici ma con una maggiore complessità sonora e lirica. Brani come Unsainted e Solway Firth esplorano tematiche personali e sociali, con una produzione che combina aggressività e sperimentazione. We Are Not Your Kind fu accolto con grande entusiasmo dalla critica, che lodò la maturità e la freschezza della band.
Nel 2022 gli Slipknot pubblicarono The End, So Far, un album che esplora nuove sonorità e che sembra suggerire una possibile conclusione di un’era per la band. Canzoni come The Dying Song (Time to Sing) e Yen mostrano la volontà degli Slipknot di continuare a evolversi, sperimentando con atmosfere più oscure e testi profondi. L’album rappresenta un ulteriore passo avanti nella loro carriera, con una maturità artistica che testimonia il loro impegno e la loro evoluzione.
Dieci canzoni iconiche degli Slipknot
Wait and Bleed
Wait and Bleed è il primo singolo a portare gli Slipknot all’attenzione del grande pubblico. Con un mix esplosivo di scream e melodie pulite, la canzone esplora il tema dell’autodistruzione e della lotta interiore. È una delle canzoni che definiscono il sound distintivo della band e rimane un classico senza tempo, amatissimo dai fan per la sua intensità e il suo ritornello indimenticabile.
Duality
Duality è una delle canzoni più celebri degli Slipknot, tratta dall’album Vol. 3: (The Subliminal Verses). Con il suo ritornello potente, la canzone parla delle lotte personali e della tensione tra autodistruzione e sopravvivenza. Il verso “I push my fingers into my eyes…” è diventato un simbolo della band, rappresentando la loro attitudine a confrontarsi senza paura con il dolore interiore. Duality è un inno di resilienza che ha lasciato un segno indelebile nella musica metal.
Psychosocial
Tratto da All Hope Is Gone, Psychosocial è un brano che esplora l’alienazione e il lato oscuro della società moderna. Con riff aggressivi e un ritmo incalzante, la canzone è diventata una delle più rappresentative del gruppo. La potenza del brano e l’energia che sprigiona dal vivo l’hanno resa una delle tracce preferite dai fan, grazie anche a un ritornello che invita a riflettere sull’ipocrisia sociale.
Before I Forget
Vincitrice di un Grammy Award, Before I Forget è un inno alla lotta per l’autodeterminazione e la resilienza. Il testo parla di non perdere mai la propria identità, nonostante le difficoltà e le aspettative esterne. Con riff memorabili e un ritornello potente, la canzone cattura lo spirito di ribellione degli Slipknot e mostra la loro capacità di creare brani che bilanciano melodia e brutalità.
Snuff
Snuff è una ballata oscura e malinconica, che mostra un lato più vulnerabile degli Slipknot. Parla di perdita, amore e dolore, con un tono emotivo che si distacca dall’aggressività tipica della band. Corey Taylor offre una delle sue interpretazioni vocali più intense, rendendo Snuff una canzone toccante e profondamente personale. È un brano che ha trovato risonanza tra i fan, dimostrando la capacità degli Slipknot di esplorare emozioni complesse.
The Heretic Anthem
The Heretic Anthem è una delle canzoni più feroci degli Slipknot, un inno alla ribellione che esplora il tema dell’indipendenza e dell’opposizione alle convenzioni. Con il suo famoso ritornello “If you’re 555, then I’m 666”, la canzone incarna lo spirito iconoclasta della band. Il brano è un’esplosione di energia e aggressività che si è affermata come uno dei pezzi più iconici durante i concerti, celebrando il lato più oscuro della loro musica.
Vermilion, Pt. 2
Vermilion, Pt. 2 è una delle canzoni più delicate e struggenti degli Slipknot, una ballata che esplora il tema dell’ossessione e della perdita. A differenza della prima parte, che ha un sound più aggressivo, Vermilion, Pt. 2 è caratterizzata da un’atmosfera malinconica e soffusa. La canzone offre un ritratto emotivo della solitudine e mostra la capacità della band di creare brani introspettivi e commoventi.
Spit It Out
Una delle canzoni più energiche del debutto degli Slipknot: Spit It Out è un invito alla ribellione e all’autenticità. Con un ritmo serrato e un testo provocatorio, la canzone è diventata un inno per i fan e un brano immancabile nelle esibizioni live. Spit It Out rappresenta perfettamente la furia e l’energia che hanno reso la band famosa, ed è uno dei brani più rappresentativi della loro discografia.
The Devil in I
Tratto dall’album .5: The Gray Chapter, The Devil in I è un brano che riflette la lotta interiore e il lato oscuro della personalità. Il testo esplora temi come la dualità e il conflitto tra luce e ombra. La canzone è caratterizzata da un equilibrio perfetto tra aggressività e melodia, ed è un esempio della maturità artistica raggiunta dalla band. The Devil in I è una delle canzoni più potenti dell’era moderna degli Slipknot.
Unsainted
Unsainted è uno dei brani più recenti della band, tratto da We Are Not Your Kind. Con un ritornello potente e la caratteristica intensità degli Slipknot, il brano esplora il tema della redenzione e della lotta personale. Unsainted è diventata rapidamente una delle canzoni più apprezzate dai fan per la sua capacità di fondere rabbia e introspezione, consolidando la band come una delle voci più autentiche e potenti del metal contemporaneo.
In conclusione
Gli Slipknot hanno saputo trasformare la rabbia, il dolore e la ribellione in arte, creando una discografia che affronta temi profondi e oscuri con una potenza sonora ineguagliabile. Dalle prime esplosioni di energia in Wait and Bleed e Spit It Out alle riflessioni più emotive di Snuff e Vermilion, Pt. 2, la band ha dimostrato una capacità unica di esplorare le diverse sfumature dell’animo umano.
Queste dieci canzoni rappresentano solo una parte del loro incredibile contributo alla musica metal, ma catturano l’essenza degli Slipknot: un gruppo che non ha mai avuto paura di guardare nell’oscurità e di esprimere il dolore, la forza e l’autenticità che lo hanno reso iconico.