Rock

Le 10 canzoni più belle dei Doors

Ripercorriamo la carriera della leggendaria band americana attraverso una selezione di alcuni dei loro brani indimenticabili

Autore Billboard IT
  • Il2 Novembre 2024
Le 10 canzoni più belle dei Doors

I Doors sono stati uno dei gruppi rock più innovativi e iconici degli anni ’60, famosi per la loro musica psichedelica, le canzoni dai testi poetici e l’immagine ribelle del loro frontman, Jim Morrison. Formatisi a Los Angeles nel 1965, hanno rapidamente catturato l’attenzione del mondo musicale, grazie al loro stile unico e all’atmosfera misteriosa delle loro esibizioni. Nonostante la loro carriera sia durata pochi anni, il loro impatto è stato immenso e duraturo.

Gli inizi

I Doors nacquero dall’incontro tra Jim Morrison e Ray Manzarek. I due si conobbero come studenti di cinema alla UCLA e condividevano una comune passione per l’arte e la musica. Morrison mostrò a Manzarek alcune sue poesie, che presto divennero testi di canzoni. A loro si unirono poi il chitarrista Robby Krieger e il batterista John Densmore, completando la formazione.

Il nome della band fu ispirato dal libro di Aldous Huxley, The Doors of Perception, un riferimento alle porte della percezione che si aprono con l’uso di sostanze psichedeliche. Questo concetto rifletteva pienamente la filosofia della band, che cercava di esplorare il lato più profondo e oscuro della mente umana attraverso la musica.

Il successo con l’album di debutto

Il loro album di debutto, The Doors, fu pubblicato nel gennaio del 1967 e fu un successo immediato. Il disco contiene alcuni dei brani più celebri della band, tra cui Break on Through (To the Other Side) e il loro singolo più famoso, Light My Fire. Quest’ultima canzone, con il suo iconico riff di organo suonato da Manzarek e l’assolo psichedelico di Krieger, divenne un vero e proprio inno del rock psichedelico e scalò le classifiche, consacrando i Doors a livello internazionale.

Un altro brano chiave dell’album fu The End, un lungo e oscuro viaggio sonoro che esplora temi come la morte e l’incesto, con testi criptici e suggestivi. The End divenne celebre anche per essere stata utilizzata come colonna sonora del film di Francis Ford Coppola Apocalypse Now.

La fase psichedelica e il trionfo commerciale

Nel 1967 i Doors pubblicarono il loro secondo album, Strange Days, che continuò a spingere i confini della sperimentazione musicale. Questo disco è caratterizzato da atmosfere più cupe e da un uso ancora più prominente dell’elettronica e delle sonorità psichedeliche. Brani come People Are Strange e Love Me Two Times mostrano l’abilità della band nel mescolare testi poetici con ritmi accattivanti.

Nel 1968 uscì Waiting for the Sun, che divenne il primo album dei Doors a raggiungere il primo posto nelle classifiche americane. Contiene il singolo Hello, I Love You, che confermò il successo commerciale della band. Anche se l’album segnò un leggero spostamento verso suoni più accessibili, i testi e l’immaginario della band rimasero radicati in un senso di mistero e ribellione.

The Soft Parade e le controversie

Con il loro quarto album, The Soft Parade (1969), i Doors iniziarono a sperimentare con arrangiamenti orchestrali e a introdurre influenze di jazz e musica classica. Il singolo Touch Me diventò uno dei loro più grandi successi, ma l’album ricevette critiche miste, con alcuni fan che si lamentarono del cambio di direzione rispetto agli album precedenti.

Durante questo periodo la figura di Jim Morrison divenne sempre più controversa. Le sue esibizioni dal vivo, caratterizzate da comportamenti imprevedibili e provocatori, iniziarono a far notizia tanto quanto la loro musica. Nel 1969 Morrison fu arrestato durante un concerto a Miami per presunta oscenità pubblica, un episodio che danneggiò la reputazione della band e portò alla cancellazione di molte date del tour.

Il ritorno alle radici e la maturità artistica

Nel 1970 i Doors pubblicarono Morrison Hotel, un ritorno a sonorità più crude e blues. Brani come Roadhouse Blues divennero immediatamente classici, dimostrando che la band era ancora capace di produrre musica potente e ispirata. L’album fu accolto calorosamente sia dal pubblico che dalla critica, che vide in esso un ritorno alla forma dopo l’esperimento di The Soft Parade.

Nel 1971 i Doors pubblicarono il loro ultimo album con Jim Morrison, L.A. Woman. Il disco, che include canzoni come Riders on the Storm e la stessa L.A. Woman, è considerato uno dei capolavori della band. Le influenze blues sono evidenti, così come la profondità dei testi di Morrison, che sembravano anticipare il suo crescente senso di disperazione e il suo desiderio di fuggire dalla pressione della fama.

La morte di Jim Morrison

Il 3 luglio 1971 Jim Morrison morì improvvisamente a Parigi a soli 27 anni, entrando nel tristemente noto “Club dei 27”, che include anche artisti come Jimi Hendrix e Janis Joplin. La sua morte segnò la fine dell’era d’oro dei Doors. Anche se la band tentò di continuare senza di lui, pubblicando due album senza la sua voce, Other Voices (1971) e Full Circle (1972), non riuscirono mai a ricatturare la magia e l’energia dei loro lavori precedenti.

Dieci canzoni iconiche dei Doors

Light My Fire

Light My Fire è senza dubbio una delle canzoni più rappresentative dei Doors e uno dei maggiori successi commerciali della band. Il pezzo, tratto dall’album di debutto The Doors, mescola elementi di rock psichedelico e jazz, con l’iconico assolo di tastiera di Ray Manzarek che diventa il marchio di fabbrica del sound del gruppo. Il testo sensuale e l’intensità della voce di Morrison hanno contribuito a fare di questo brano un classico del rock.

Riders on the Storm

Riders on the Storm è l’ultima canzone registrata dai Doors con Jim Morrison prima della sua morte nel 1971. Tratto dall’album L.A. Woman, il brano è un capolavoro di atmosfere evocative, con la voce sussurrata di Morrison che sembra quasi provenire da un’altra dimensione. Le sonorità di questo pezzo mescolano jazz, rock e blues, e il testo, che parla di viaggiatori persi in una tempesta, è intriso di un senso di minaccia e fatalismo.

The End

The End è una delle canzoni più epiche e controverse dei Doors. Originariamente scritta come una canzone d’amore, si è evoluta in una lunga e complessa meditazione sulla morte, l’incesto e il conflitto interiore. Il brano, che dura quasi dodici minuti, chiude l’album di debutto e rappresenta un viaggio oscuro e psichedelico nella psiche di Morrison. La sua atmosfera inquietante lo ha reso celebre anche come colonna sonora del film Apocalypse Now.

Break on Through (To the Other Side)

Il primo singolo pubblicato dai Doors, Break on Through (To the Other Side), è un potente brano di apertura del loro album di debutto. Con il suo ritmo incalzante e la voce energica di Morrison, questa canzone è diventata un inno di ribellione e di ricerca di nuove esperienze. Il tema del “passare dall’altra parte” può essere interpretato come un invito a esplorare le dimensioni più profonde della mente e dell’esistenza.

People Are Strange

People Are Strange, tratto dall’album Strange Days, è un pezzo che cattura il senso di alienazione e isolamento che Morrison provava in quel periodo. Con il suo testo che riflette il distacco dalla società e la percezione distorta della realtà, la canzone ha trovato una risonanza particolare con chi si sentiva un outsider. Il suono del brano, guidato dall’uso del clavicembalo elettrico, crea un’atmosfera surreale e onirica.

L.A. Woman

La title track dell’album L.A. Woman è una delle più grandi celebrazioni del blues nella discografia dei Doors. Il brano riflette la passione di Morrison per Los Angeles, con i suoi lati oscuri e seducenti. La performance vocale di Morrison è piena di energia e intensità, e la canzone, con il suo ritmo martellante e il crescendo finale, si è affermata come uno dei pezzi più amati dai fan, oltre che una testimonianza dello stile blues rock che caratterizzava l’ultimo periodo della band.

Love Me Two Times

Love Me Two Times, dall’album Strange Days, è un brano con un ritmo sensuale e coinvolgente. La canzone parla di desiderio e separazione, con un testo che allude all’idea di vivere intensamente prima di una partenza, forse per un viaggio o per la morte. Il suono accattivante della chitarra di Krieger e il ritmo incalzante della canzone l’hanno resa uno dei classici del repertorio della band.

Touch Me

Con il suo arrangiamento orchestrale e il suono di ottoni, Touch Me, dall’album The Soft Parade, rappresenta un momento di evoluzione stilistica per i Doors. La canzone, che ha raggiunto un grande successo commerciale, mostra una band che sperimenta con un sound più ricco e sofisticato, mantenendo però l’intensità lirica e vocale di Morrison. Il ritornello irresistibile e l’assolo di sassofono la rendono una delle canzoni più distintive della loro carriera.

Roadhouse Blues

Roadhouse Blues, tratto dall’album Morrison Hotel, è una delle canzoni più pure e potenti del repertorio dei Doors. Il brano è un classico blues rock, con un ritmo trascinante e un testo che evoca l’energia viscerale della vita on the road. La voce graffiante di Morrison e l’assolo di armonica fanno di Roadhouse Blues uno dei brani più amati durante i concerti e un inno della libertà rock and roll.

Alabama Song (Whisky Bar)

Un altro brano tratto dall’album di debutto dei Doors. Alabama Song (Whisky Bar) è una cover di una canzone scritta da Bertolt Brecht e Kurt Weill per l’opera teatrale Ascesa e caduta della città di Mahagonny. Il pezzo, con la sua melodia stravagante e teatrale, si discosta dalle tipiche sonorità rock della band, ma si adatta perfettamente allo stile oscuro e decadente di Morrison. La canzone rappresenta un momento di eclettismo nella discografia dei Doors, mostrando la loro capacità di attingere a una moltitudine di influenze culturali.

In conclusione

I Doors hanno venduto oltre 100 milioni di dischi in tutto il mondo e la loro musica continua a ispirare generazioni di artisti e fan. Brani come Light My Fire, The End, Riders on the Storm e molti altri sono ancora ascoltati e apprezzati, mentre Jim Morrison rimane una figura leggendaria, simbolo di ribellione, libertà e creatività.

Nonostante la breve durata della loro carriera con Morrison, i Doors sono rimasti una delle band più influenti e amate della storia del rock. La loro capacità di fondere poesia, musica psichedelica e blues, unita al carisma e al mistero di Jim Morrison, ha lasciato un segno indelebile nella cultura musicale.

Queste dieci canzoni rappresentano solo una piccola parte dell’incredibile repertorio dei Doors, ma catturano perfettamente l’essenza di una band che ha saputo mescolare poesia, ribellione e innovazione musicale. Dai pezzi psichedelici ai blues più crudi, la loro musica continua a ispirare e affascinare ascoltatori di ogni generazione.

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