Le 10 canzoni più belle dei The Kinks
Ripercorriamo la carriera della storica band britannica attraverso una selezione di alcuni dei loro brani più iconici
Quando si parla di band che hanno definito il rock britannico e lasciato un’impronta indelebile sulla musica mondiale, i The Kinks sono tra i primi nomi a venire in mente. La loro carriera, iniziata nei primi anni ’60 e proseguita per oltre tre decenni, è un viaggio attraverso l’evoluzione della musica rock, dalla nascita dell’hard rock al raffinamento del pop inglese, fino alla sperimentazione teatrale e all’esplorazione di temi profondi e universali. Formati dai fratelli Ray e Dave Davies, insieme a Pete Quaife e Mick Avory, i The Kinks si sono distinti fin dall’inizio per l’originalità e lo spirito ribelle delle loro canzoni. Ma la storia dei Kinks è anche segnata da tensioni interne, evoluzioni stilistiche e battaglie con un’industria musicale che spesso non ha saputo cogliere appieno il loro genio creativo.
L’inizio: Londra, 1964
Nati nel quartiere londinese di Muswell Hill, i Kinks mossero i primi passi nei pub e nei locali della capitale britannica. Nel 1964 il loro terzo singolo, You Really Got Me, prodotto da Shel Talmy, esplose come una bomba nel panorama musicale. Il brano, costruito su un riff di chitarra distorto e aggressivo di Dave Davies, rappresentava qualcosa di completamente nuovo. È considerato uno dei pezzi fondativi dell’hard rock e un precursore del punk.
La canzone raggiunse il primo posto nel Regno Unito e la Top 10 negli Stati Uniti, stabilendo i Kinks come una forza creativa unica. Seguì una serie di successi come All Day and All of the Night, Tired of Waiting for You e Till the End of the Day, che consolidarono la loro posizione come uno dei gruppi più innovativi della British Invasion.
Gli anni della sperimentazione
Con l’avanzare degli anni ’60, i Kinks iniziarono a distaccarsi dal rock diretto e crudo dei primi tempi, adottando uno stile più raffinato e sperimentale. Ray Davies, principale autore dei testi, si dimostrò un narratore brillante, capace di dipingere vividi ritratti della società britannica. Album come Face to Face (1966) e Something Else by The Kinks (1967) mostrarono una band in costante evoluzione.
Questi anni furono caratterizzati da capolavori come Waterloo Sunset, una delle canzoni più iconiche dei The Kinks, che cattura un senso di malinconia e bellezza nella vita quotidiana. Nonostante queste innovazioni, la band iniziò a incontrare difficoltà, soprattutto negli Stati Uniti, dove fu bandita dalle tournée per quattro anni a causa di problemi con il sindacato dei musicisti americani.
Il 1968 segnò l’uscita di The Kinks Are the Village Green Preservation Society, un concept album incentrato sulla nostalgia per una Inghilterra ideale e ormai perduta. Sebbene non abbia ottenuto un grande successo commerciale all’epoca, il disco è oggi considerato uno dei capolavori della band e uno dei più grandi album della storia del rock.
I successi degli anni ’70
Gli anni ’70 rappresentarono una fase di transizione e reinvenzione per i Kinks. Il decennio si aprì con Lola Versus Powerman and the Moneygoround, Part One, un album che esplorava i meccanismi spietati dell’industria musicale. Il singolo Lola, con il suo racconto ironico e audace su un incontro con una persona gender-fluid, divenne uno dei più grandi successi della band.
Durante questo periodo, i Kinks si orientarono verso un sound più teatrale. Album come Muswell Hillbillies (1971) e la trilogia di dischi a tema sociale culminarono in spettacoli dal vivo sempre più elaborati. Tuttavia questa fase fu anche segnata da tensioni interne, con l’abbandono del bassista originale Pete Quaife e crescenti conflitti tra Ray e Dave Davies.
Nonostante le difficoltà, i Kinks rimasero rilevanti, producendo album di qualità come Sleepwalker (1977) e Misfits (1978), che segnarono un ritorno a un rock più accessibile e melodico.
Gli anni ’80
Con l’arrivo degli anni ’80, i Kinks si adattarono al cambiamento delle mode musicali, ottenendo nuovi successi radiofonici. L’album Give the People What They Want (1981) conteneva brani come Destroyer, mentre State of Confusion (1983) portò in classifica Come Dancing, una celebrazione nostalgica delle sale da ballo dell’infanzia di Ray Davies.
Nonostante il successo commerciale, la tensione tra i membri della band continuò a crescere, specialmente tra i due fratelli Davies, noti per il loro rapporto tempestoso. Dave Davies, in particolare, lamentava spesso di sentirsi oscurato dal fratello maggiore, mentre Ray continuava a dominare il processo creativo.
Gli ultimi anni e la separazione
Nel corso degli anni ’90 l’interesse per i Kinks iniziò a calare. Album come Phobia (1993) non riuscirono a catturare l’immaginazione del pubblico come in passato. Dopo l’ultimo tour del 1996, i Kinks si sciolsero ufficialmente, con i fratelli Davies che intrapresero carriere soliste separate.
Ray Davies si dedicò alla scrittura e alla musica, mentre Dave Davies esplorò progetti solisti e una spiritualità più marcata. Nonostante il ritiro della band, la loro influenza continuò a crescere, ispirando generazioni di artisti, da band punk come i Ramones a gruppi britpop come Blur e Oasis.
I Kinks sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1990 e nella UK Music Hall of Fame nel 2005. Le loro canzoni continuano a essere celebrate per la loro profondità, ironia e innovazione musicale. Con brani che spaziano dal rock energico alla ballata introspettiva, i Kinks hanno creato un repertorio senza tempo che risuona ancora oggi.
Dieci canzoni iconiche dei The Kinks
You Really Got Me
La canzone che ha cambiato tutto. Con il suo riff di chitarra abrasivo, questo brano è considerato uno dei primi esempi di hard rock. You Really Got Me è l’essenza della ribellione sonora dei primi anni ’60, e la potenza vocale di Ray Davies, unita all’assolo di Dave Davies, ne ha fatto un inno generazionale. Ancora oggi è una pietra miliare del rock.
Waterloo Sunset
Una delle ballate più belle mai scritte: Waterloo Sunset è pura poesia in musica. Racconta la storia di Terry e Julie, una coppia che trova pace lungo le rive del Tamigi. La melodia delicata e i testi evocativi dipingono un quadro struggente della bellezza nella semplicità della vita quotidiana. È una delle canzoni più celebrate nella storia del pop inglese.
Lola
Un mix di ironia e audacia. Lola racconta la storia di un incontro con una persona gender-fluid in un club notturno. Il ritornello accattivante e il testo innovativo per l’epoca hanno reso questa canzone un successo immediato. Oltre ad essere una hit, Lola è anche un esempio della capacità dei Kinks di affrontare temi complessi con leggerezza e classe.
Sunny Afternoon
Questo brano è un capolavoro di satira sociale. Sunny Afternoon è cantata dal punto di vista di un aristocratico decaduto, che si lamenta della perdita delle sue ricchezze, ma con un tono rilassato e ironico. Il suo arrangiamento semplice e orecchiabile contrasta con i testi pungenti, rendendola una delle canzoni più rappresentative dei The Kinks.
All Day and All of the Night
Un’altra gemma del primo periodo della band. All Day and All of the Night riprende l’energia esplosiva di You Really Got Me e la amplifica. Con il suo ritmo serrato e il riff di chitarra inconfondibile, è una canzone che incarna il rock and roll più puro e diretto.
Dedicated Follower of Fashion
Un perfetto esempio dell’umorismo tagliente di Ray Davies. Dedicated Follower of Fashion è una satira della scena della moda londinese degli anni ’60. Con il suo ritmo allegro e i testi sarcastici, la canzone è un ritratto geniale di un’epoca ossessionata dall’apparenza e dalle tendenze.
Victoria
Estratta dal concept album Arthur (Or the Decline and Fall of the British Empire), Victoria è un’ode ironica all’età vittoriana e alla nostalgia per il passato imperiale britannico. Con la sua energia travolgente e i testi che combinano satira e celebrazione, il brano è uno dei momenti più vibranti dei Kinks.
Days
Una ballata nostalgica e malinconica. Days è una canzone di gratitudine per un amore passato. Il suo tono dolce e intimo, unito a una melodia indimenticabile, la rende una delle composizioni più emozionanti di Ray Davies. È un brano che continua a commuovere con la sua sincerità disarmante.
Apeman
Con Apeman, i Kinks adottano un tono giocoso per criticare il materialismo e la modernità. La canzone racconta il desiderio di sfuggire alla società moderna per vivere una vita semplice, come un “uomo delle caverne”. Il ritmo tropicale e l’approccio ironico ne fanno un pezzo unico nella discografia della band.
Celluloid Heroes
Un tributo malinconico alla fragilità delle star di Hollywood. Celluloid Heroes è una delle canzoni più toccanti dei The Kinks. Con testi che evocano la gloria e la tristezza delle vite delle celebrità, il brano è una riflessione sulla fama e l’impermanenza. La melodia è dolce e avvolgente, perfetta per il tema della nostalgia.
In conclusione
Queste dieci canzoni rappresentano il meglio della creatività e della versatilità dei The Kinks. Con la loro capacità di passare da riff potenti a ballate delicate, i fratelli Davies e la loro band hanno saputo catturare lo spirito di intere generazioni.
La carriera dei The Kinks è un viaggio affascinante attraverso la storia della musica rock. Da You Really Got Me a Waterloo Sunset, da Lola a Come Dancing, i Kinks hanno lasciato un segno indelebile, continuando a influenzare il panorama musicale decenni dopo il loro debutto. La loro storia è quella di una band che ha sfidato le convenzioni e ha trovato poesia nella vita di tutti i giorni, dimostrando che il rock può essere tanto emotivo quanto rivoluzionario.