Le 10 canzoni più belle dei The Strokes
Oggi (23 agosto) è il compleanno del frontman Julian Casablancas: riscopriamo la carriera e i brani iconici del gruppo newyorkese
I The Strokes sono una delle band più influenti del rock alternativo degli ultimi decenni. Nati nella scena underground di New York, hanno rapidamente conquistato il mondo con il loro sound unico, che mescola garage rock, post-punk e un’attitudine inconfondibile. La loro carriera è stata caratterizzata da alti e bassi, ma la loro influenza sulla musica moderna rimane indiscutibile. In questo articolo esploreremo le canzoni e la storia dei The Strokes, i loro album più significativi, i momenti salienti della loro carriera e l’impatto duraturo che hanno avuto sul panorama musicale.
Il sorprendente debutto
I The Strokes si sono formati nel 1998 a New York. La band è composta da Julian Casablancas (voce), Nick Valensi (chitarra), Albert Hammond Jr. (chitarra), Nikolai Fraiture (basso) e Fabrizio Moretti (batteria). I membri del gruppo si conoscevano dai tempi della scuola e condividevano una passione per il rock classico e il punk.
Nel 2001 i The Strokes pubblicano il loro album di debutto, Is This It, che diventa immediatamente un fenomeno. Con brani come Last Nite, Someday e Hard to Explain, l’album è accolto con entusiasmo dalla critica e dal pubblico, e viene spesso citato come uno dei migliori album rock degli anni Duemila. Il sound grezzo e diretto del disco, insieme alla voce distintiva di Casablancas e alla produzione minimale, definisce il nuovo standard per il garage rock revival.
Room on Fire e First Impressions of Earth
Nel 2003 i The Strokes pubblicano il loro secondo album, Room on Fire. Pur mantenendo il sound caratteristico del debutto, l’album presenta una produzione più raffinata e una maggiore coesione nelle composizioni. Brani come Reptilia, 12:51 e The End Has No End dimostrano la capacità del gruppo di evolversi senza perdere la propria identità. Sebbene non abbia raggiunto lo stesso livello di clamore di Is This It, Room on Fire consolida la posizione dei The Strokes come una delle band più importanti della scena rock.
Il terzo album, First Impressions of Earth (2006), segna un cambiamento nel sound della band, introducendo elementi più sperimentali e una produzione più elaborata. Singoli come Juicebox e Heart in a Cage mostrano un lato più aggressivo e complesso del gruppo. L’album riceve recensioni miste, ma dimostra la volontà dei The Strokes di spingersi oltre i confini del loro sound iniziale.
Le sfide e le rinascite
Dopo un periodo di pausa e progetti solisti, i The Strokes tornano nel 2011 con Angles. L’album è il frutto di un processo di registrazione travagliato, ma presenta alcuni momenti brillanti come Under Cover of Darkness e Taken for a Fool. Con Angles la band esplora nuovi territori sonori, incorporando influenze new wave e synth-pop.
Nel 2013 la band pubblica Comedown Machine, un album che combina il classico sound dei The Strokes con influenze anni ’80 e sperimentazioni elettroniche. Sebbene non sia supportato da un tour, l’album riceve recensioni positive e brani come All the Time e One Way Trigger dimostrano la continua evoluzione del gruppo.
La maturità artistica
Dopo un lungo periodo di relativa inattività, i The Strokes tornano in grande stile nel 2020 con The New Abnormal. Prodotto da Rick Rubin, l’album riceve ampi consensi e viene accolto come un ritorno al sound classico della band. Brani come Bad Decisions, Brooklyn Bridge to Chorus e At the Door mostrano una maturità artistica e una riflessione profonda sui temi della nostalgia e del cambiamento.
Dieci canzoni iconiche dei The Strokes
Last Nite
Last Nite è probabilmente la canzone più conosciuta dei The Strokes. Il brano, tratto dal loro album di debutto Is This It, cattura perfettamente l’energia e l’attitudine della band. Con un riff di chitarra irresistibile e il carismatico cantato di Julian Casablancas, Last Nite è diventata un inno per una generazione di fan del rock.
Reptilia
Reptilia, dal secondo album Room on Fire, è una delle canzoni più potenti e dirette dei The Strokes. Il ritmo incalzante, le chitarre taglienti e la voce graffiante di Casablancas creano un’atmosfera di tensione e urgenza, rendendo questo brano uno dei preferiti dai fan durante i concerti dal vivo.
Someday
Someday è un brano nostalgico e melodico che esplora temi di gioventù e crescita personale. Con il suo ritmo rilassato e il ritornello accattivante, la canzone evoca un senso di malinconia e speranza, dimostrando la capacità della band di scrivere testi riflessivi e coinvolgenti.
Hard to Explain
Hard to Explain è un altro capolavoro tratto da Is This It. La canzone combina un ritmo pulsante con un testo enigmatico, creando un’atmosfera unica che riflette la complessità delle emozioni giovanili. Il brano è un esempio perfetto della produzione minimale ma efficace che caratterizza il sound dei The Strokes.
Under Cover of Darkness
Under Cover of Darkness, dal quarto album Angles, segna il ritorno della band dopo un periodo di pausa. La canzone è un ritorno alle origini con il suo ritmo energico e le chitarre jangly, ricordando i primi successi della band. Il brano è una celebrazione del loro inconfondibile stile e della loro capacità di creare hit radiofoniche.
Juicebox
Juicebox, il lead single di First Impressions of Earth, è uno dei brani più aggressivi e audaci dei The Strokes. Con il suo riff di basso distintivo e la struttura dinamica, la canzone mostra un lato più sperimentale della band. Il testo provocatorio e la produzione robusta rendono Juicebox un ascolto avvincente.
12:51
12:51, dal secondo album Room on Fire, è una canzone caratterizzata da un suono sintetico unico e un ritmo coinvolgente. Il brano cattura l’essenza dello stile new wave degli anni ’80, dimostrando la versatilità dei The Strokes nel mescolare diverse influenze musicali.
The Adults Are Talking
The Adults Are Talking, dall’album The New Abnormal, è una delle canzoni più recenti che ha conquistato i fan. Il brano presenta una melodia orecchiabile e un testo incisivo, riflettendo le preoccupazioni moderne con una produzione pulita e sofisticata. È un esempio della maturità artistica raggiunta dalla band.
You Only Live Once
You Only Live Once è un inno positivo tratto da First Impressions of Earth. Con il suo messaggio ottimista e la melodia solare, la canzone è diventata rapidamente un classico della band. Il brano è caratterizzato da un ritornello indimenticabile e un’atmosfera gioiosa, perfetta per momenti di spensieratezza.
Bad Decisions
Bad Decisions, anch’essa dall’album The New Abnormal, è una canzone che combina elementi di punk rock con influenze degli anni ’80. Il brano è un esempio della capacità dei The Strokes di rinnovarsi pur rimanendo fedeli al loro sound caratteristico. Con il suo ritmo incalzante e il testo ironico, Bad Decisions è una delle canzoni più fresche e vibranti della loro discografia recente.
In conclusione
I The Strokes hanno creato un repertorio di canzoni che hanno ridefinito il rock alternativo nel corso degli anni. Ogni brano selezionato in questa lista mostra la loro abilità nel combinare melodie accattivanti con testi profondi e riflessivi, creando musica che risuona con ascoltatori di tutte le età. La loro carriera è un testamento alla loro creatività e alla loro capacità di evolversi, rendendoli una delle band più amate e influenti del nostro tempo.
La carriera dei The Strokes è un viaggio affascinante attraverso le sfide e le rinascite del rock moderno. Dalla scena underground di New York alla ribalta internazionale, la band ha saputo reinventarsi e rimanere rilevante in un panorama musicale in continua evoluzione. Con una discografia ricca di canzoni di successo e un’influenza duratura, i The Strokes continuano a essere un punto di riferimento per la musica rock.