Rock

Un’orchestra per Amy Lee: Q&A con la frontwoman degli Evanescence

Amy Lee ha di recente scelto alcune delle sue canzoni preferite degli Evanescence e con l’aggiunta di un’orchestra completa, un tocco di elettronica e dei suoi virtuosismi vocali ecco “Synthesis”, il loro atteso quarto album uscito di recente

Autore Tommaso Toma
  • Il16 Febbraio 2018
Un’orchestra per Amy Lee: Q&A con la frontwoman degli Evanescence

La frontwoman Amy Lee ha di recente scelto alcune delle sue canzoni preferite e con l’aggiunta di un’orchestra completa, un tocco di elettronica e dei suoi virtuosismi vocali ecco Synthesis, il loro atteso quarto album uscito di recente. Gli Evanescence hanno collaborato per quest’opera con il produttore Will Hunt (caso di omonimia con il batterista) e Damian Taylor per la parte elettronica, mentre con David Campbell (il papà di Beck) per gli arrangiamenti degli archi. E dopo il live sold out del luglio scorso a Milano, torneranno per un’unica data, il 19 marzo al Teatro degli Arcimboldi sempre a Milano già sold out in sole tre settimane.

Il primo disco che hai amato alla follia?

Da piccola sono stata a contatto con molta musica perché mio padre lavorava in radio: conduttore del mattino e direttore della programmazione. Andavo da lui e sceglievo diverse canzoni che mi piaceva ascoltare sui grandi nastri. Una delle mie prime canzoni preferite era Signed, Sealed, Delivered di Stevie Wonder.

Tre band o artisti che avresti voluto vedere ma non sei mai riuscito a farlo?

Michael Jackson, Prince, Nirvana.

La copertina più bella di sempre?

Björk, Biophilia.

Vinile, CD, streaming o download: come ascolti la musica?

Uso Spotify la maggior parte delle volte, ma anche Apple Music e Amazon ogni tanto e, quando voglio davvero sostenere un artista, soprattutto se esordiente, compro l’album su iTunes. Mi piace anche il vinile, ma dipende dal tipo di musica. Sul giradischi mi piace ascoltare colonne sonore e musica orchestrale, musica centrata sui cantanti, roba natalizia vintage e vecchie storie per bambini.

La città dove hai visto i locali più belli?

Il King’s Theater di Brooklyn, New York, è uno dei miei locali preferiti e abbiamo appena avuto l’onore di suonare lì! Questo Synthesis Tour ci ha dato la possibilità di suonare in posti bellissimi e storici: auditorium e teatri in cui non eravamo mai stati.

La colonna sonora più bella di sempre?

Questa è difficile. È dura scegliere la migliore di sempre: dipende tutto dall’atmosfera e dal mood! Amo le colonne sonore di Edward Mani di Forbice, The Social Network, Inception, Tron e Jurassic Park, per citarne alcune.

La canzone perfetta da ascoltare il giorno del proprio compleanno?

Aimee dei Pure Prairie League. Ai miei genitori piaceva quella canzone quando sono nata e mi hanno chiamato così. Mio papà la suonava spesso alla chitarra quando ero piccola ed è sempre stata “la mia canzone”. Mi dà ricordi felici d’infanzia.

Per fare l’amore?

Feelin’ Love di Paula Cole.

E per sfogare la rabbia?

Here to Stay dei Korn.


Q&A Extra

Cosa si deve aspettare il pubblico italiano dal vostro live con un’orchestra di 28 elementi?

Mi è davvero piaciuto questo tour finora. Ho infranto tutti i miei piccoli timori, vedendo quello di cui sono capace. Avere musicisti diversi ogni sera sul palco è un bel salto nel buio ma suonare con un’intera orchestra è un sogno, è come avere una colonna sonora dietro di me.

Come ti sei trovata a lavorare con David? A proposito, ti piacciono i pezzi di Beck? Quali in particolare?

Adoro lavorare con lui. È stato parte del viaggio degli Evanescence dai tempi di Fallen e senza David non saremmo stati in grado di fare questo l’album. E sì, sono una fan di Beck! Una delle mie canzoni preferite è Lonesome Tears, per la quale David ha realizzato l’arrangiamento d’archi.

Hai scelto le vostre canzoni d’amore perché si adattano perfettamente a questo tipo di arrangiamento?

No, non riassumerei questo disco semplicemente come un insieme di “canzoni d’amore”. Gran parte dei testi dell’album riguardano la vita e la morte, il superamento della paura, il senso di perdita. L’idea di utilizzare uno sfondo “cinematografico” di questo tipo è servito ad amplificare l’emozioni, a dare un nuovo peso e una nuova prospettiva alle canzoni.


Ascolta Synthesis in streaming

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