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C2C 2024, l’avant pop sarà il tuo unico credo

A Torino è andata in scena la XXII edizione del festival che quest’anno aveva come tema “Living with the Gods”, esplorando le sfaccettature più interessanti della musica elettronica

Autore Giovanni Pontorno
  • Il7 Novembre 2024
C2C 2024, l’avant pop sarà il tuo unico credo

C2C 2024, foto di Kimberley Ross

Mettere piede a Torino durante il weekend di C2C è come fare un salto in una Babele ordinata di culture e provenienze. Basta fare anche solo un giro a Combo, headquarter diurno del festival, e ascoltare il mix di lingue per capire che dal 31 ottobre al 3 novembre Torino diventa più simile a Berlino, Londra o una qualsiasi altra capitale europea che a una qualunque città italiana. Complice anche la concomitanza con Artissima, l’annuale Fiera d’Arte Contemporanea che vede fluire nel capoluogo piemontese decine di migliaia di avventori da tutto il continente, nel 2024 C2C ha registrato l’ennesimo sold out attirando 41mila appassionati, con una quota record di pubblico internazionale del 33%.

Sega Bodega, foto di Fabiana Amato

Il Lingotto Fiere ha rappresentato il cuore del festival, ospitando diversi palchi, dal Stone Island Stage, al Main Stage fino alla Plenitude Room. Per chi non ha mai vissuto il C2C da vicino, il primo impatto di uno spazio così brutale ed estremamente industriale è stato spiazzante. Come si trasforma un padiglione fieristico in uno scenario berlinese così tanto immersivo? Un plauso sicuramente alla produzione del festival, che per questa edizione non ha badato a spese e ha curato meticolosamente l’integrazione esperienziale tra ledwall imponenti che avvolgevanoil pubblico nel palco principale, un ottimo conglomerato di Funktion One – anche se forse sacrificati da uno spazio morfologicamente complesso – e un light design notevolmente complesso. 

Romy, foto di Fabiana Amato

I protagonisti del festival

La lineup del festival si è distinta per una eterogeneità di generi, con un mix tra artisti ed artiste nazionali ed internazionali. La programmazione musicale è stata avanguardista. Una vera e propria esplorazione delle molteplici forme in cui può manifestarsi la musica elettronica. Dunque perfettamente in linea con il tema dell’edizione di quest’anno, “Living with the Gods”. Gli aquiloni dell’identity rappresentavano forse proprio un suggerimento alla fluidità degli artisti che hanno suonato sui vari palchi. Dal pop destrutturato che esplode in atmosfere metal e post punk di Dean Blunt al ritorno dell’elettronica avant-garde di Arca.

ARCA, foto di Kimberley Ross

Proprio Arca, tra i main act della seconda serata preceduta da un incredibile Sega Bodega, è stato un tripudio di teatralità, mostrandosi agli occhi di chi non la conosceva un’artista così poliedrica da essere godibile anche per coloro che nell’elettronica non ritrovano il proprio comfort-genre. Il venerdì ha continuato il racconto psichedelico con l’esibizione di Darkside – progetto del duo Nicolas Jaar / Dave Harrington, impiattando il proseguo verso un ambient da capogiro culminato con Mace, che sul palco del Lingotto ha portato il suo nuovo progetto audiovisivo, Voodoo People, “un’intersezione tra techno, psichedelia e poliritmia africani”, come lui stesso lo ha descritto, accompagnato dai visual allucinati di Sugo Design.

Darkside, foto di LLumcollettivo

Il sabato sera è stato il turno degli headliner Bicep e A-G Cook. I primi hanno portato sul palco del Main Stage il nuovo progetto “Chroma”, con suoni acidi combinati a visual intensi, mentre il secondo ha chiuso la serata con un set spintissimo presso lo Stone Island Stage presentando un nuovo assetto luci che dava un’ultima spinta ai superstiti e accompagnava il pubblico verso un ritorno a casa a cuore pieno. A precedere i due, tra i tanti, una coloratissima Romy che ha divertito i presenti con un live coloratissimo tra il pop e la musica danzereccia del 2000.

A.G. Cook, foto Ilaria Ieie

La Plenitude Room

Un altro spazio interessante all’interno del Lingotto è stata la Plenitude Room, un’area nata dalla collaborazione tra il festival e il brand che ha presentato il progetto “Sintesi Additiva #1”, con un lighting concept pensato da Anonima Luci. Una stanza in cui prendere un po’ di fiato tra un set e l’altro, permettendo ai visitatori di godersi un’installazione visiva su diversi livelli, con un’alternanza di LED cromaticamente in armonia tra di loro. La ricerca dello spazio aveva come obiettivo quello di investigare il bilanciamento tra il pianeta e le nuove forme di energia che lo abitano. Obiettivo condiviso tra Plenitude, il festival e gli ideatori dell’installazione.

Foto di Kimberley Ross

Oltre a C2C, anche quest’anno Plenitude ha contribuito a un programma di festival musicali che hanno puntato l’attenzione sui temi della sostenibilità. Tra questi, Primavera Sound che si è tenuto a Barcellona – dal 29 maggio al 2 giugno – e Porto – dal 6 all’8 giugno. Proseguendo con la terza edizione di ⁠⁠The Island Fuze Tea sull’isola di Pantelleria dal 30 maggio al 2 giugno. Sempre in Sicilia, il supporto di Plenitude è stato presente al Festivalle ad Agrigento dall’8 all’11 agosto e ad ⁠⁠Opera Festival a Milo dal 22 al 25 agosto.

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