Caso Britney Spears, la tutela accende una proposta di legge bipartisan
La lunga lotta dell’artista per porre fine alla sua tutela ha stimolato la reazione del Congresso degli Stati Uniti, che ha proposto una legge per la protezione delle persone sotto “conservatorship”
Il caso Britney Spears è ormai sulla bocca di tutti. La lunga lotta della popstar per porre fine alla sua tutela ha stimolato la reazione del Congresso degli Stati Uniti, che ha avanzato una proposta legislativa bipartisan. Si chiama Freedom and Right to Emancipate from Exploitation (FREE) Act, e lo scopo è quello di riformare il processo di protezione dei diritti di oltre un milione di persone negli USA. Persone che, come Britney Spears, sono soggetti a un accordo di tutela legale.
Ieri, 20 luglio, i rappresentanti Charlie Crist e Nancy Mace hanno presentato il “Free Britney Act”, progettato per offrire diverse opzioni alle persone poste sotto tutela. Queste includono, ad esempio, la possibilità di parlare della loro situazione con gli assistenti sociali, al di là di qualsiasi obiezione da parte dei loro tutori. Inoltre, la possibilità di presentare una petizione a un tribunale per sostituire i loro tutori senza dover “provare comportamenti scorretti o illeciti”.
Britney Spears, dall’appello in tribunale alla proposta di legge
«Questo è solo un approccio di buon senso per fare ciò che è giusto, per assicurarsi che i diritti siano equilibrati», ha detto Crist, democratico della Florida, durante una conferenza stampa virtuale martedì. Sia Mace (un repubblicano della Carolina del Sud) che Crist hanno affermato che la proposta è nata dopo l’appassionato appello della Spears il mese scorso per porre fine alla propria tutela. «Quella che ha avuto è stata un’opportunità di far luce su quegli abusi», ha detto Mace. «La sua situazione è un incubo, e se può succedere a Britney Spears, può succedere a chiunque in questo Paese».
In tribunale, la Spears aveva condannato suo padre e altri soggetti responsabili della sua tutela, istituita quando la cantante ha subito una crisi di salute mentale nel 2008. Britney ha raccontato che l’accordo l’ha costretta a usare dispositivi di controllo delle nascite e ad assumere farmaci contro la sua volontà. Il padre James e i suoi avvocati hanno sottolineato che lei e la sua fortuna odierna, che secondo i registri ammonta a più di 50 milioni di dollari, rimangono vulnerabili a frodi e manipolazioni. Secondo la legge attuale, Britney avrebbe l’obbligo di dimostrare di avere le competenze per gestire i suoi beni, prima di poter chiudere il caso.
Mace e Crist hanno affermato di aspettarsi un sostegno bipartisan per questa nuova misura, che fornirebbe anche un minimo di 260 milioni di dollari in fondi per consentire agli stati di assumere assistenti sociali o tutori.
#FreeBritney, oltre i confini del partito
«Ognuno merita il controllo sul proprio corpo. Punto», ha twittato il mese scorso (dopo la testimonianza della Spears) la rappresentante dello Stato del Massachusetts, Katherine Clark, la quarta democratica della Camera.
Alcuni repubblicani hanno invitato Britney Spears a testimoniare davanti al Congresso. Il braccio politico repubblicano della Camera ha inviato poi alcuni testi che descrivevano la popstar come “vittima di un governo tossico e di censura”.
All’inizio di questo mese, anche il rappresentante repubblicano degli Stati Uniti della Florida Matt Gaetz, uno stretto alleato dell’ex presidente Donald Trump, ha fatto una breve apparizione in pubblico. Si è rivolto ai sostenitori della Spears fuori dal tribunale del centro di Los Angels, unendosi al grido #FreeBritney.