Caso ‘Diddy’: i legali chiedono un’inchiesta probatoria contro il governo
Il team legale di Sean Combs aveva già richiesto nei giorni scorsi al giudice federale il rilascio su cauzione dell’imputato per 50 milioni di dollari
Nel processo in corso contro Sean ‘DIddy’ Combs, gli avvocati del magnate hanno accusato il governo di aver tentato di distruggere la reputazione del loro assistito prima del processo. Il team legale di Diddy ha presentato oggi una mozione per un’udienza probatoria che accusa gli Stati Uniti di aver orchestrato una campagna diffamatoria in collaborazione con i media per minare le possibilità di un processo equo.
Il documento, diffuso ai principali organi di stampa statunitensi, cita in particolare un ‘comportamento scorretto del governo in relazione alla fuga di notizie’. Marc Agnifilo, principale legale del produttore, fa riferimento alla diffusione del video risalente al 2016 in cui il cantante picchia la sua ex fidanzata Cassie Ventura. La CNN aveva diffuso ad aprile del 2024 il video in cui Sean e Cassie ebbero un alterco violento. Combs nel video afferra la Ventura per il collo, la getta a terra, la prende a calci e la trascina per il corridoio. L’imputato aveva negato tutto, fino a quando si ritrovò obbligato, in seguito alla fuoriuscita della prova schiacciante, a porre pubblicamente le sue scuse.
La richiesta di un’udienza probatoria
Ora, a quasi un mese dall’arresto, avvenuto il 16 settembre a New York, i legali di Diddy vogliono riportare l’attenzione sulla presunta macchina del fango che il governo avrebbe orchestrato nei confronti dell’accusato di traffico sessuale, racket e violenza sessuale.
“Ci sono stati numerosi tentativi nello schema del governo di minare il diritto dell’assistito a un processo equo”, si apprende nel documento. I legali del rapper chiedono inoltre che i giudici federali prendano in considerazione dei rimedi appropriati alle incombenze del governo. Tra questi, anche la potenziale squalifica dei testimoni o l’archiviazione di tutti i capi d’accusa.
Inoltre, i suoi avvocati hanno esortato il Distretto meridionale di New York a indagare sulla presunta cattiva condotta del governo. Oltre all’udienza probatoria, il team legale ha richiesto la revisione, in merito alle fughe di notizie, di mail, tabulati telefonici e documenti. Ciò porterebbe all’eventuale soppressione delle prove incriminate in fase di udienza. Queste prove non potrebbero più quindi essere utilizzate dall’accusa a causa dell’intransigenza del governo ad avallarne la diffusione.
Diddy si trova ora in carcere a New York in attesa del processo
Gli avvocati di Combs avevano inoltre provato per la terza volta a richiedere il rilascio su cauzione, presentato una mozione al giudice federale di New York. La proposta in denaro era salita fino a 50 milioni di dollari con la disponibilità di Diddy di sottoporsi a test antidroga e a evitare alcun contatto con possibili testimoni del processo. I procuratori federali avevano evidenziato più volte il pericolo di ‘fuga’ e ‘reiterazione del reato’ da parte dell’imputato, anche se i legali di Diddy lo avevano fermamente negato. Confermato ha confermato, nel documento richiesta di rilascio su cauzione, di provare a vendere il suo jet privato a garanzia delle sue buone intenzioni.
Diddy era stato arrestato il 16 settembre presso l’hotel Park Hyatt di New York ed è stato chiamato in giudizio subito dopo per reati di racket, traffico sessuale e violenza domestica. Il cantante si trova ora nel penitenziario di Brooklyn e continua a dichiararsi innocente e totalmente estraneo ai fatti.