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Caterina Barbieri è la nuova direttrice artistica del Settore Musica della Biennale di Venezia

La nomina per il biennio 2025-2026 è stata deliberata oggi dal Consiglio di Amministrazione presieduto da Pietrangelo Buttafuoco

Autore Billboard IT
  • Il5 Novembre 2024
Caterina Barbieri è la nuova direttrice artistica del Settore Musica della Biennale di Venezia

Caterina Barbieri, foto di Georg Gatsas

Caterina Barbieri è la nuova Direttrice artistica del settore Musica della Biennale di Venezia per il biennio 2025-2026. La nomina è stata deliberata oggi dal Consiglio di Amministrazione della Biennale presieduto da Pietrangelo Buttafuoco

“La formazione classica unita alla sperimentazione e all’uso delle più innovative tecnologie rende Caterina Barbieri un tramite vivo tra epoca, stili e settori”, ha detto Buttafuoco. La nomina di Barbieri alla direzione del settore Musica è, infatti, un attestato di fiducia verso l’intelligenza e il genio delle nuove generazioni. Vere antenne del futuro”. 

“Pur giovanissima, Caterina Barbieri ha alle spalle una consolidata carriera internazionale che vanta presenze nei maggiori festival e manifestazioni del mondo, tra cui la stessa Biennale di Venezia”, continua il Presidente. “La sua musica elettronica si allontana da stilemi rigidi e di nicchia per costruire dialoghi con molteplici pianeti sonori. Esplorando gli effetti profondi del suono su percezione e coscienza”.

“Con la propria intuizione creativa Caterina Barbieri piega a sé la macchina usando il suono come ponte “imaginale” tra il fisico e il metafisico in connessione profonda e sensoriale col materiale e l’immateriale. L’approccio di sincera ricerca e curiosità verso la scena della musica contemporanea le darà modo di costruire qui, a Venezia, un festival in grado di interessare nuovi e più ampi pubblici”.

Le parole di Caterina Barbieri sulla sua nomina a direttrice artistica della Biennale Musica

“Sono molto felice di questo invito e davvero onorata di poter dare il mio contributo a Biennale Musica”, dichiara Caterina Barbieri. “Venezia non finisce mai di ispirarmi: la sua mutevolezza, gli echi e i riflessi, i suoi silenzi e la sua liminalità. La sua resilienza e il desiderio di infinito. Il suo dissolvere lo spazio e il tempo. Tutto questo è già musica”.

Nata a Bologna nel 1990, Caterina Barbieri è una musicista e compositrice italiana residente a Berlino, affermata nell’ambito della musica elettroacustica. 

Nel 2012 si diploma in chitarra classica con Walter Zanetti al Conservatorio G. B. Martini di Bologna, dove nel 2014 consegue anche il diploma in composizione elettroacustica con Francesco Giomi dopo un periodo di studi al Royal College of Music e all’Elektronmusikstudion di Stoccolma. Nel 2015 consegue una Laurea in Lettere moderne all’Università di Bologna con una tesi in Etnomusicologia sul rapporto tra il minimalismo Americano e la musica classica indostana. 

In pochi anni, Barbieri ha partecipato ad alcuni dei più importanti festival musicali al mondo, dall’Unsoundall’AtonalPrimavera Sound e Sonar. E ha presentato il suo lavoro in sedi prestigiose come il Barbican Centre di Londra, la Biennale di Venezia, il Centre Pompidou, l’IRCAM e l’Ina GRM a Parigi. E ancora il Berliner Festspiele, l’Haus der Kunst di Monaco, il Museo Anahuacalli di Città del Messico, la Ruhrtriennale, la Philarmonie de Paris e il Festival di Cannes, tra i tanti.  

La carriera

Barbieri ha pubblicato otto album e nel 2021 ha fondato una propria etichetta indipendente, la “light-years”. Con cui ha curato anche una serie di showcase invitata da realtà quali Centre Pompidou, Berlin Atonal e Southbank Centre.

Fin dall’album che l’ha rivelata, Patterns of Consciousness (Important Records, 2017), Caterina Barbieri lavora con la sintesi modulare e diverse formazioni elettroacustiche per esplorare gli effetti fisici e metafisici del suono sull’ascoltatore. La sua musica si basa sull’utilizzo di sintetizzatori modulari. Dal più vintage Buchla a sistemi di nuova generazione Eurorack, per esplorare il potenziale psichedelico di complesse tecniche di computazione generativa. La sua ricerca investiga il rapporto tra tecnologia e processo creativo. Esplorando temi legati alla memoria e alla fenomenologia della percezione. Spesso indagando stati di alterazione della coscienza, estasi e allucinazione temporale. 

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