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La colonna sonora delle Olimpiadi 2026 è di Dardust

Il brano firmato dal produttore si intitola “Fantasia italiana” e si ispira ai territori che ospiteranno i Giochi

  • Il29 Dicembre 2025
La colonna sonora delle Olimpiadi 2026 è di Dardust

Dardust (foto di Emilio Tini)

Fantasia Italiana è il brano firmato da Dardust come colonna sonora dei Giochi Olimpici Milano Cortina 2026. Il brano, infatti, si ispira alla tradizione musicale italiana. Inoltre, avrà un forte richiamo di ispirazione ai territori in cui verranno ospitate le competizioni nel prossimo periodo. L’annuncio si unisce al percorso di avvicinamento ai Giochi in un contesto che mette in dialogo sport, cultura e creatività dalla risonanza internazionale. 

Dardust firma la colonna sonora delle Olimpiadi Invernali 2026

Dardust è la firma dietro alla colonna sonora che rappresenterà i Giochi Olimpici Milano Cortina 2026. Il brano, Fantasia Italiana, incarna lo spirito italiano e contemporaneo dei Giochi in una unione tra tradizione e contemporaneità. «Lavorare sull’Inno è stata una responsabilità enorme: toccare un simbolo così potente significa entrare in un luogo sacro della memoria collettiva», ha dichiarato Dardust. 

Non è la prima volta che la musica del produttore e pianista accoglie un respiro così internazionale. Dardust ha portato la sua musica su palcoscenici iconici come il Super Bowl e l’NBA All Star Game, oltre a collaborare ed esibirsi dal vivo con Stromae, Lana Del Rey e Dua Lipa.

L’inno Fantasia Italiana

Anche questa volta, in occasione di Milano Cortina 2026, il produttore è rimasto fedele al suo linguaggio sonoro, costruendo atmosfere non convenzionali in un equilibrio raffinato tra le melodie del pianoforte e le sonorità della musica elettronica. Fantasia Italiana trae ispirazione dai territori simbolo dei Giochi Olimpici Invernali traducendo i paesaggi urbani e montani in una rapsodia contemporanea.

Il brano di Dardust per le Olimpiadi 2026 è attraversato da chiari omaggi alla grande tradizione musicale italiana: da Morricone a Moroder, dall’energia della pizzica salentina alla coralità alpina, fino a evocare l’eredità di Rossini e Verdi. Ho voluto rispettarne la forza, aggiornandone il suono con una luce contemporanea. Il mio obiettivo era lasciare un’emozione duratura, una nota che, tra dieci anni, riporti alla mente una partenza, una vittoria, un applauso», ha concluso Dardust.

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