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Emis Killa risponde a Paolo Meneguzzi: «Prendersela coi rapper è da stupidi»

Dopo la polemica contro J-Ax, il cantante si è scagliato contro Fedez, Sfera Ebbasta e il rapper di Vimercate per i contenuti delle loro canzoni

Autore Billboard IT
  • Il4 Settembre 2023
Emis Killa risponde a Paolo Meneguzzi: «Prendersela coi rapper è da stupidi»

Emis Killa risponde a Paolo Meneguzzi

“Davvero vogliamo che il supereroe dei nostri figli sia il cattivo?”. Ha esordito così Paolo Meneguzzi qualche giorno fa nel suo ultimo post con cui prendeva di mira i testi di Fedez, Sfera Ebbasta, J-Ax (con il quale si era già scontrato recentemente) e Emis Killa. “Ecco alcuni esempi di quello che i nostri figli rischiano di sentire tutti i giorni”, ha continuato Paolo Meneguzzi citando alcune barre degli artisti citati, corredate dai numeri che ogni mese macinano su Spotify. “Abbiamo davvero bisogno che canzoni che inneggiano all’odio, al sessismo e all’omofobia crescano e influenzino i nostri bambini? Veramente dobbiamo arrenderci a un futuro musicale indegno sotto troppi punti di vista?”, continua il post di Paolo Meneguzzi.

Il cantante ha poi aggiunto che “Certe canzoni arrivano ai bambini, sono inni di violenza, alla volgarità. Messaggi di odio. Poi ci sorprendiamo quando qualcuno commette un reato così celebrato in certe canzoni. Basta! Politica… fai qualcosa! A tutto c’è un limite! La musica è il primo mezzo che i nostri figli utilizzano”. Paolo Meneguzzi ha poi concluso dicendo che “La musica è il primo contatto che i nostri ragazzi hanno con la realtà. I nostri figli sono influenzati dalla musica più che da una brava famiglia e troppo spesso da artisti volgari, da testi volgari, da messaggi sbagliati. La musica può essere una cattiva guida se non ci saranno delle regole certe e se non mettiamo limiti a certi personaggi, o vogliamo che “il cattivo” esempio musicale diventi il supereroe dei nostri figli?”.

La risposta di Emis Killa a Paolo Meneguzzi

Se Fedez e Sfera Ebbasta non hanno risposto alle accuse, Emis Killa ha lasciato un commento sotto il post di Paolo Meneguzzi. “Guarda Paolo, non ci conosciamo e già questo dovrebbe tenerti lontano dall’etichettarmi in questo modo pubblicamente, in ogni caso ti risponderò con educazione”, ha scritto il rapper di Vimercate nel commento poi eliminato. “Partiamo dal fatto che prendere (per quanto riguarda me) un paio di passaggi in rima di quasi quindici anni fa, quando oltre al fatto che io avessi vent’anni, il rap non lo ascoltava letteralmente nessuno se non gli appassionati (che ti assicuro non erano bambini), è scorretto e molto “spiccio”. Premesso ciò, la politica da te invocata cosa dovrebbe fare?

L’etichetta dei contenuti espliciti sulle copertine serve proprio a far da monito ai genitori o a chiunque non voglia imbattersi in determinate parole. Cosa significa che nessuna famiglia da sola ce la può fare? Guarda che la musica è lo specchio della società, non il contrario. Non mi pare che ai tuoi tempi, quando le canzoni parlavano tutte d’amore, certi fattacci non si sentissero al telegiornale. Davvero credi che i miei testi possano condizionare un giovane più dell’educazione e i valori trasmessi a quest’ultimo dai suoi genitori?”

«Il rap è puro intrattenimento»

“Se così fosse forse non è stato fatto un gran lavoro in casa. Senza contare che il rap è puro intrattenimento, proprio come il cinema da te menzionato, dove l’arte talvolta prende forme violente, goliardiche, totalmente immorali, senza che nessuno si indigni nonostante rispecchi molti lati della quotidianità (come è giusto che sia). In tutto ciò oltre me hai menzionato tre artisti che non sono certamente “negativi”. Basterebbe farti un giro a uno dei nostri concerti per constatare con i tuoi occhi che siamo seguiti da un pubblico totalmente consapevole ed educato.

Credimi, anche io ho una figlia di cinque anni e sono preoccupato per la piega che sta prendendo il mondo, ma se c’è una causa bisogna cercare altrove, prendersela coi rapper è davvero da stupidi, e in quanto genitori dovremmo sforzarci di essere, oltre che svegli, collaborativi. Sarebbe già qualcosa. Spero, se proprio dovrà esserci, in una risposta altrettanto colloquiale e non a ulteriori provocazioni. Buona giornata”, ha concluso Emis Killa.

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