Musica e YouTube: le parole di Enzo Mazza dopo la direttiva sul copyright
Enzo Mazza, CEO di FIMI, ha analizzato gli effetti che la direttiva sul copyright creerà sul panorama musicale. In particolare su YouTube
Dopo l’approvazione della legge sul copyright da parte del Parlamento Europeo, sono stati molti i commenti e le analisi sul futuro del panorama digitale in Europa in materia. In particolare, per quanto riguarda l’industria musicale, non sono pochi gli effetti che tale decisione comporterà nei prossimi mesi. In un articolo pubblicato su Agi.it Enzo Mazza, CEO di FIMI (Federazione dell’industria musicale italiana), ha presentato una propria analisi. Riferita al mondo di YouTube e ai benefici che potrebbero arrivare dopo quanto avvenuto.
Come prima cosa, Mazza ha voluto ripercorrere la situazione attuale sul consumo di musica. «La prima piattaforma utilizzata dai fan di musica in tutto il mondo è YouTube: l’81% degli utenti, secondo lo studio di IFPI del 2018, accede a musica legale in streaming attraverso questa piattaforma».
I dati del consumo di musica
E ancora: «A titolo di esempio, il 61% accede tramite un servizio audio (Spotify, Amazon, Apple Music, ecc) e di questi il 48% accede tramite un servizio ad-supported, ovvero gratis per il consumatore». In Italia, invece, YouTube è il secondo posto nella lista della fruizione musicale (19% di share), subito dopo la radio (25%).
Questi dati presentano una realtà ben precisa, nella quale YouTube assume un ruolo fondamentale. Ma qual è lo scopo della direttiva sul copyright su questo punto? «Fare in modo che servizi simili possano remunerare in maniera equa gli aventi diritto».
Ha spiegato Enzo Mazza: «Fino ad ora le piattaforme di video sharing, ovvero con contenuti caricati dagli utenti, restavano escluse dalle previsioni di legge e in particolare potevano godere dell’assenza di responsabilità prevista dalla direttiva sul commercio elettronico. Ma ora lo scenario cambia: come ben descritto nel considerando 62 della Direttiva approvata pochi giorni fa, viene chiarita la caratteristica di queste piattaforme».
Un soggetto che comunica al pubblico
Così, ora YouTube (così come Facebook) è considerato come un soggetto che comunica al pubblico. E che, quindi, ha dei vincoli da rispettare. Questo articolo 17 (che prima era l’articolo 13) stabilisce che «il prestatore di servizi di condivisione di contenuti online effettua un atto di comunicazione al pubblico o un atto di messa a disposizione del pubblico ai fini della presente direttiva quando concede l’accesso al pubblico a opere protette dal diritto d’autore o altri materiali protetti caricati dai suoi utenti. Un prestatore di servizi di condivisione di contenuti online deve pertanto ottenere un’autorizzazione dai titolari dei diritti».
Questa direttiva, in conclusione, secondo Enzo Mazza è una conquista per quanto riguarda il processo di equiparazione giuridica di servizi simili. «È un enorme progresso che consentirà finalmente di riconoscere a YouTube il ruolo determinante nel panorama della musica digitale».
Il tutto «garantendo che case discografiche, autori ed artisti siano remunerati adeguatamente».