Enzo Mazza a Repubblica: «L’industria discografica esce gravemente danneggiata dal conflitto tra SIAE e Meta»
Il CEO di FIMI ha rilasciato nelle scorse ore un’intervista al quotidiano per commentare il mancato accordo tra la Società e la piattaforma
“C’è una fortissima preoccupazione per l’effetto che questa cosa sta avendo su tutto il settore. L’industria discografica ha un accordo con Meta. Quello che noi riteniamo inaccettabile è che di fronte ad un problema fra Siae e Meta, si vada a colpire tutto il settore in maniera indiscriminata”. Sono queste le parole di Enzo Mazza, CEO di FIMI, in un’intervista rilasciata a Repubblica all’indomani del mancato accordo tra SIAE e Meta sulla licenza di utilizzo dei brani del catalogo musicale della Società Italiana Autori ed Editori.
Solo qualche giorno fa, avevamo interpellato Matteo Fedeli, direttore generale di SIAE, per un primo commento sulla vicenda. “Ci viene richiesto di accettare una proposta unilaterale prescindendo da qualsiasi valutazione condivisa dall’effettivo valore del repertorio”, ha dichiarato Fedeli. “A determinare la rottura la mancanza totale di trasparenza sulle informazioni da parte di Meta. Non ci hanno fornito nessun dato che ci permettesse di perimetrare meglio la negoziazione”.
Enzo Mazza: «Solo nel 2022, Meta ha generato più di 20 milioni di euro per le case discografiche»
Tuttavia, a sparire dalla piattaforma non sono stati solo i brani compresi nel repertorio SIAE, ma anche quelli internazionali, in una confusione che è stata commentata anche da Enzo Mazza. “È un enorme caos. Per una società che ambisce ad essere un punto di riferimento nel Metaverso non è un bel risultato non riuscire a gestire questa situazione”, dice a Repubblica.
“L’industria discografica non c’entra nulla nel conflitto fra Siae e Meta, ma ne esce gravemente danneggiata”. “In termini di diritti generati dalla pubblicità”, continua Mazza, “sono migliaia di euro persi. È un danno per l’industria e per gli artisti”. Ha poi fatto notare come – solo nel 2022 – l’utilizzo dei brani su Facebook e Instagram abbia generato per le case discografiche più di 20 milioni di euro.
Ma c’è una soluzione a questo momento di stallo che sta già avendo delle conseguenze non solo sugli artisti e l’industria, ma anche sui creator che hanno visto i propri contenuti silenziati? “L’auspicio dell’industria discografica è che intanto Meta riattivi le canzoni, si sieda al tavolo con SIAE e trovi una soluzione contrattuale, perché non può il mancato accordo tra queste due entità colpire un’intera filiera dell’industria musicale, con i conseguenti danni enormi per tutto il settore“, si augura Enzo Mazza. “E poi, non solo per l’industria discografica, perché ci sono dei creator e dei brand che usano la musica per fare delle campagne e in questo momento è tutto fermo”.
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