Eurovision 2025, settanta ex partecipanti chiedono l’esclusione di Israele
Più di settanta artisti accusano l’EBU di dare voce alla narrazione dello Stato israeliano e di dargli modo di distrarre l’attenzione dal conflitto in corso

Yuval Raphael, rappresentante di Israele all'Eurovision Song Contest 2025
Numerosi ex concorrenti dell’Eurovision Song Contest chiedono dalla prossima edizione l’esclusione di Israele e della TV pubblica israeliana Kan. Più di settanta artisti accusano l’EBU (European Broadcasting Union, che organizza l’Eurovision) di dare voce alla narrazione dello Stato israeliano distogliendo l’attenzione dal conflitto in corso.
La presa di posizione è giunta a pochi giorni dall’inizio dell’edizione 2025 dell’Eurovision, in programma a Basilea, in Svizzera, con le semifinali previste per il 15 maggio. Come riportato da diverse testate internazionali, tra cui il quotidiano britannico The Independent, numerosi artisti hanno denunciato quello che definiscono “un evidente doppio standard” da parte dell’EBU. Se nel 2022 la Russia fu esclusa a causa dell’invasione dell’Ucraina, l’EBU continua invece a permettere la partecipazione di Israele, nonostante le “gravi violazioni del diritto internazionale umanitario” segnalate durante l’offensiva su Gaza.
Eurovision 2025 tra tensioni politiche e repliche
A rappresentare Israele all’edizione 2025 dell’Eurovision sarà Yuval Raphael, sopravvissuta all’attacco del 7 ottobre 2023 al Nova Music Festival. La sua partecipazione ha già suscitato polemiche, in un clima segnato da tensioni simili a quelle dell’anno scorso, quando la canzone October Rain di Eden Golan fu al centro di un acceso dibattito. Allora, l’organizzazione chiese di modificare il testo del brano per rimuovere i riferimenti espliciti agli attacchi di Hamas, giudicati troppo politici per il regolamento della competizione. Il titolo del brano diventò poi Hurricane.
Non è la prima volta che la presenza di Israele all’Eurovision genera controversie. L’edizione 2024 fu particolarmente turbolenta, tra polemiche, scontri verbali e accuse reciproche che superarono il piano musicale.
In risposta alla lettera, l’EBU ha affermato di “riconoscere pienamente le preoccupazioni internazionali legate al conflitto in Medio Oriente” e ha precisato di mantenere un dialogo costante con tutte le delegazioni partecipanti. Tuttavia non ha lasciato intendere alcuna intenzione di riconsiderare la partecipazione di Israele alla competizione.