Fabri Fibra ha parlato del risarcimento a Valerio Scanu: «Non penso minacci la libertà di parola»
Intervistato dal Corriere della Sera, il rapper ha commentato la sentenza che condanna lui e Universal Music al pagamento di 70mila euro al cantante

Fabri Fibra
La sentenza che condanna Fabri Fibra e Universal Music al risarcimento di 70mila euro a Valerio Scanu per i danni non patrimoniali causati dalle allusioni contenute nel testo della canzone A me di te (2013) ha scatenato non poche polemiche riguardanti il tema della censura e della libertà di espressione, e oggi a parlarne per la prima volta è stato il diretto interessato.
Intervistato dal Corriere della Sera, Fabri Fibra ha condiviso i suoi pensieri sull’accaduto: «La sentenza è quello che è, non ci sono tanti modi per prenderla: l’ho presa. Ma non penso sia una minaccia alla libertà di parola, come ho letto in giro. Anzi secondo me è tutto il contrario. Io sono stato liberissimo di dire quel che volevo dire. Non è vero che non puoi dire le cose. Ma logicamente ci sono quelle che ti faranno pagare un prezzo e porteranno a delle conseguenze. Se sei un artista, la mia domanda è: tu dici le cose perché le puoi dire o non le dici perché hai paura di pagare le conseguenze?».
Fabri Fibra, che il 20 giugno pubblicherà il suo nuovo album, Mentre Los Angeles brucia, anticipato dal singolo Che gusto c’è con Tredici Pietro, in uscita questo venerdì, ha anche parlato di Valerio Scanu: «Non lo conosco, non l’ho mai visto. Ma io non conosco nessuno. Per me è molto importante la distinzione fra l’artista e la persona. Io parlo dell’artista, se ci sono degli attacchi sono sempre alla figura pubblica, che si chiama pubblica perché è esposta, anch’io sono esposto. La mia intenzione è di confrontarmi con il personaggio, con le persone non mi interessa».
E a proposito di Tredici Pietro, a chi gli chiede il perché di questa scelta Fabri Fibra risponde «ma perché no? È bravo e ha una forte passione per l’hip hop che lo salva tantissimo da tutto il panorama musicale italiano. Fa rap in modo elegante e anche intelligente, non come questi che oggi fanno la trap. La trap viene da un contesto di medicinali e abusi di farmaci, sei credibile nel farla se sei un po’ “sotto l’influenza”. Invece lui viene fuori da quella generazione con stile»