Sold out finti e artisti alle strette: un film (reale) scritto e diretto da Federico Zampaglione
Il cantautore dei Tiromancino con un post su Facebook, una sceneggiatura cinematografica, ha spiegato a modo suo la situazione che coinvolge diversi cantanti

Nella mitologia greca la storia di Icaro è una delle più celebri. Il suo desiderio di volare sempre più in alto e vicino al sole lo conduce a una caduta fatale. Una storia che ogni volta che la si rilegge, lo si fa sperando che il giovane in fuga ascolti il consiglio di suo padre Dedalo. Nella sceneggiatura pubblicata ieri sui social da Federico Zampaglione dei Tiromancino sembra esserci ben poca speranza: gli artisti sembrano soli e schiacciati da un sistema in cui il sold out in posti sempre più grandi è quasi più un obbligo che un desiderio. Diventa complicato persino prendere in prestito il concetto di Hybris.
Ma andiamo con ordine. Nelle ultime settimane, complice la vicenda della riprogrammazione nei teatri del tour di Rkomi, concerti estivi cancellati o accorpati all’ultimo e sold out raggiunti a fatica e con strategie di prezzo (link di biglietti a 10 euro), è divampata di nuovo la polemica sull’effettiva realtà dei tutto esaurito dei live. Un discorso che riguarda diversi artisti italiani e un’industria che spinge troppo sull’acceleratore senza calcolarne le conseguenze. Federico Zampaglione, dopo l’inchiesta pubblicata da Selvaggia Lucarelli, si è espresso sulla questione in modo singolare, postando una breve sceneggiatura sul suo profilo Facebook.
Zampaglione e la sceneggiatura sui finti sold out
La trama raccontata da Zampaglione con un botta e risposta tra promoter e artista è piuttosto lineare. Il cantante, dopo un singolo di successo, viene convinto a puntare in alto e organizzare concerti in location di grande capienza. “Tu fai il tuo lavoro, mettiti fisso sui social e annuncia trionfante che il tuo sogno finalmente si andrà a coronare, al resto penso io“ dice il promoter nella sceneggiatura. «A questo punto tu sei già a due metri da terra, ti lanci sui social trionfante ed ogni giorno gridi al mondo la tua gioia e soddisfazione per il grande tour in arrivo. Lo fai in ogni modo e maniera, mentre tutti si congratulano con te perché “te lo meriti”, “era ora”, “sei il #1”, “io c’ ero sin dall’inizio” …» prosegue il testo.
Se i biglietti si vendono tutto bene. Ma se non si vendono, come purtroppo accade sempre più spesso, arriva la chiamata e si innesca il meccanismo. Le opzioni sono due. Annullare tutto, con un’evidente danno di immagine molto pesante per l’artista, oppure riempire gli spalti con biglietti omaggio o scontati: «Ci sono biglietti gratuiti, a un euro, dieci euro, invitiamo tutti i dipendenti di banche, assicurazioni, aziende a noi vicine, mettiamo biglietti in regalo con la spesa nei supermercati, facciamo contest con influencer, retate nei locali con i biglietti» propone l’organizzatore.
Da questo momento in poi l’artista spesso cede al ricatto per non perdere la faccia. «Tutto ciò che guadagni per un buon 85% è mio, perché devo rientrare e bada bene i costi li ho in mano io… non te. Se mai volessi inoltre interrompere il contratto, prima ovviamente mi paghi tutto, oppure resti qui da me e con calma sconti» dice il promoter. «Triste morale della favola? Solletica l’ego di qualcuno (meglio se ingenuo o megalomane) e poi… mangiaci sopra a vita!» conclude Zampaglione.