News

Codacons ancora contro Fedez per la raccolta fondi di Scena Unita. Lo scambio al vetriolo

Il rapper milanese ha pubblicato alcune stories in cui si rivolge al Codacons con toni piuttosto accesi. La risposta dell’associazione non ha tardato ad arrivare

Autore Billboard IT
  • Il14 Luglio 2021
Codacons ancora contro Fedez per la raccolta fondi di Scena Unita. Lo scambio al vetriolo

Fedez

«Evidentemente Fedez non ha letto la nostra istanza, e se l’ha letta non l’ha capita», spiega il Codacons nell’ultima, durissima replica rivolta al rapper. Fedez, infatti, oggi ha nuovamente attaccato l’associazione dei consumatori in una serie di stories su Instagram. Dal cappellino della Nike sfoggiato a maggio in occasione del Concertone, alla polemica scatenata per il videoclip di Mille, il rapper si scontra ormai molto spesso con l’associazione, con sfoghi spesso diretti e senza filtri. Negli ultimi video del rapper, a detta dello stesso Codacons, il linguaggio è stato violento e inopportuno, e gli varrà una querela per diffamazione.

«Hanno paragonato la nostra raccolta fondi, quella di Scena Unita, che ha raccolto più di 5 milioni di euro, a quella di Malika, con cui lei si è comprata la Mercedes. E ora parlano di sequestro. Sono stufo di essere perseguitato da voi anche quando si fa del bene, fate schifo», aveva dichiarato il rapper sul suo profilo oggi.


La difesa del Codacons

Il Codacons si è difeso affermando che l’atto presentato dall’associazione è finalizzato, invece, proprio a tutelare le raccolte fondi come quella da lui avviata. E, precisano, è per garantire trasparenza e correttezza ai donatori sulla destinazione e l’utilizzo dei soldi raccolti. Nell’atto, il riferimento a Malika – di recente nel mirino della stampa – è presente senza alcun paragone alla raccolta del rapper.

«Entrando poi nel merito delle accuse mosse dal rapper verso la nostra associazione, gli insulti, l’arroganza, le menzogne contenute nel suo video e la violenza dimostrata nei nostri confronti varranno a Fedez una nuova querela per diffamazione, che il rapper si sarebbe potuto evitare se solo avesse letto (e compreso) l’atto che gli è stato notificato», aggiunge l’associazione. E conclude, con fermezza: «In favore dell’influencer stanziamo volentieri una piccola somma. Servirà per pagare un giovane docente di italiano che gli manderemo a casa quando dovrà leggere atti da noi scritti, per essere certi che li comprenda a fondo».


Share: