Milano Sanremo, Ghemon: «Il mio ruolo è dire qualcosa di nuovo, fin dalla scuola»
A far compagnia a Nicolò De Devitiis nel nuovo episodio di Milano Sanremo ci pensa il rapper e cantautore Ghemon, in gara con Momento Perfetto
Il rap italiano può contare su un appeal silenzioso, che molto spesso dimentichiamo di considerare, ma che strizza l’occhio ai generi più ricercati. In questo periodo è senz’altro più facile associare il genere all’estetica della trap patinata e scala classifiche. Un’operazione spontanea, che rischia non solo di semplificare un mondo molto più variegato, ma anche di ghettizzarlo.
Al di là dei nomi che hanno portato il rap in prima pagina in questi anni tra barre ad effetto ed estetica, non bisogna mai dimenticare del lavoro fatto da tutti quegli artisti che hanno giocato sulla contaminazione più sofisticata per valorizzare una cultura e la sua stessa parola. Ghemon rientra senza dubbi tra questi. L’artista avellinese è ormai non più solo un rapper, ma un cantautore trasversale, capace di mandare per anni le rime in esplorazione dei mondi più diversi, influenzando le nuove generazioni come alcuni compagni d’avventura sanremese:
«Sono felice per Davide Shorty e Folcast. Non mi hanno mai lesinato i complimenti su quanto io stato importante per loro e su quanto gli abbia aperto delle porte. Il pop è infuso di R&B e soul: Beyoncé, Rihanna, Lady Gaga e Taylor Swift hanno una vocalità che prende da quel mondo. È un genere vivissimo, non è una cosa ferma. Se in qualche modo posso far sentire alle persone la parola soul, che prima era una cosa lontanissima perché di nicchia, ne sono felicissimo»
Il background ha conferito una massiccia dose di autorevolezza, permettendogli di raggiungere palcoscenici di cartello con lo status di veterano. Proprio come quello dell’Ariston, dove stasera si esibirà al fianco dei Neri per Caso durante la serata dei duetti.
È lo stesso Ghemon che ritroviamo in compagnia di Nicolò De Devitiis per un nuovo episodio di Milano Sanremo. Impossibile non parlare di Momento Perfetto, il brano portato in gara che punta a bissare il successo di Rose Viola. Una canzone curata nel dettaglio, anche per quel che riguarda il video. Un «tributo ai Blues Brothers, nella scena in cui Aretha Franklin canta Think. Quella scena mi mette una grande allegria e volevo replicare lo stesso genere di atmosfera nel mio video. Spero che le persone sorridano vedendolo», commenta Ghemon durante l’odierno incontro con la stampa.
«Da quando ho iniziato a fare musica, il mio ruolo è sempre stato dire qualcosa di nuovo. È una cosa che ho per indole, ce l’avevo anche a scuola. Ma penso che la cosa migliore che possa fare sia essere me stesso, far riconoscere la mia voce», continua Ghemon. «Forse dieci anni fa avrei pensato di essere pazzo a fare questo azzardo, pur fatto con grande convinzione. Ma sono proprio felice», commenta riferendosi alla sua canzone in gara.
E a chi gli chiede di un possibile posizionamento internazionale: «Ho sempre fatto musica pensando ai miei coetanei in giro per l’Europa. Non volevo che sembrasse la derivazione di qualcun altro. Ho sempre lavorato sull’italiano, che è una lingua bella e dolcissima ma a volte non particolarmente ritmica».
A margine della press conference, la chiacchierata con Nicolò rappresenta l’occasione ideale per fare il punto sul nuovo capitolo di una carriera ricca e variegata, e rivelare ai fan di Ghemon aspetti inediti del loro beniamino e qualche dietro le quinte della 71esima edizione del Festival.