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5 falsi miti sulla musica in Italia nel 2024

FIMI ha pubblicato il proprio report sul mercato discografico italiano nel 2023: ecco alcuni punti salienti

Autore Billboard IT
  • Il11 Giugno 2024
5 falsi miti sulla musica in Italia nel 2024

Foto di James Stamler / Unsplash

Nei giorni in cui a passo di samba si fanno avanti le prime pretendenti per l’ossessiva corsa all’obbligatoria hit estiva – un mustintramontabile del Bel Paese nella bella stagione – come ogni anno è uscito il report sul mercato discografico italiano nel 2023 di FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) a fare da termometro ufficiale dello stato di salute dell’industria negli ultimi dodici mesi. Tra poche sorprese e molte conferme, il report di FIMI anche nel 2023 sottolinea la continua crescita del mercato musicale italiano (+18.8% per un totale di 440 milioni di euro di ricavi) sull’onda lunghissima della rivoluzione digitale.

In quello che oggi è il terzo mercato dell’Unione Europea, non manca tuttavia una buona dose di preoccupazione nei confronti dell’intelligenza artificiale generativa, che in questo momento è un po’ la nuvola scura all’orizzonte quando è domenica e cerchi di goderti qualche ora di sole al mare: un malumore generale che necessiterà di essere puntigliosamente regolamentato. Ci sono poi gli insostenibili costi della musica dal vivo, i proventi della musica in streaming ancora insufficienti per garantire una rendita minima agli artisti e davvero tanto altro di cui discutere. Nel frattempo, l’analisi del report FIMI 2023 torna molto utile per sfatare anche qualche falso mito sulla musica in Italia oggi.

“Il rap è il genere numero uno in Italia”

Sebbene non ci sia dubbio la fascia di ascoltatori appartenenti alla Generazione Z – la più attiva, curiosa e appassionata – sia cresciuta sotto il segno della musica rap, il genere in questione non è nemmeno sul podio delle categorie più ascoltate nella penisola. Il pop straniero è al primo posto (quasi il 50% degli ascoltatori totali), seguito dal pop italiano e dal rock. Cantautorato e dance completano la Top 5, seguiti da rap italiano e rap straniero (poco più del 20% degli ascoltatori). Un indizio lo avevamo già nei tre artisti italiani più ascoltati all’estero: la rock band Måneskin, il dance trio Meduza e il maestro Ludovico Einaudi.

“La radio non la ascolta più nessuno”

Ok, i giovani tra i 16 e 19 anni la musica la scoprono a colpi di scroll: TikTok è il mezzo preferito dai giovani per introdursi a nuovi generi e nuovi artisti (39%). Eppure la radio è ancora il discovery media più utilizzato in assoluto, leader della fascia over 30, in cui il tempo da dedicare alla nuova musica è pressoché dimezzato, ed è evidente l’ancora chiara rilevanza delle selezioni musicali a cura di esperti. Sebbene a trainare l’intero comparto discografico oggi siano Spotify, Amazon Music, Apple Music e compagnia, secondo il report FIMI 2023 lo streaming audio in abbonamento rappresenta solo il 16.4% del tempo speso a scoprire nuova musica, pur contribuendo ad oltre la metà delle revenue totali.

“Si ascoltano troppe hit del momento e poche hit del passato”

Nell’era in cui il CEO di Spotify Daniel Ek dichiara che gli artisti non possono più permettersi il lusso di pubblicare album ogni tre anni e in cui migliaia di artisti (l’ultimo tra i più eclatanti è stato James Blake) denunciano il fatto che il loro lavoro sia sempre più simile a quello di creatori di contenuti social, tendiamo facilmente a immaginarci il pubblico italiano come distratto dalle continue nuove uscite e offuscato dalla soglia d’attenzione di un pesce rosso. Il report FIMI ci ricorda che solo il 28.6% dei brani riprodotti in streaming nel 2023 sono considerabili nuove release, mentre il 71.4% degli ascolti totali è rappresentato da brani di catalogo.

“Vinili e CD ormai sono obsoleti”

Il suono caldo, il culto del prodotto fisico, lo status symbol della libreria piena di dischi e così via. Il fascino della musica da tenere tra le mani non molla un centimetro. La crescita del segmento fisico del mercato nel 2023 ci ha posizionati in ottava posizione globale, segnando un +14.4%. Le vendite di vinili crescono di oltre il 24% (Dark Side of the Moon dei Pink Floyd è sempre lì) ma anche il sottovalutatissimo CD non scherza: +3.8% di vendite nel 2023.

“La maggior parte degli stream vanno ai soliti pochi noti”

Se gli ultimi anni non sono proprio emblematici di grande fantasia nella scelta dei featuring negli album più venduti, è sbagliato credere che la Top 10 degli artisti più ascoltati in Italia rappresenti una fetta di ascolti più estesa rispetto al resto della Top 100. Nel 2023 l’1.5% del totale degli ascolti in streaming è stato generato dai dieci leader del mercato. Nel 2011 lo stesso dato si attestava al 14%. Considerato che in Italia, in media, si ascoltano sette generi musicali pro capite, sembra proprio che abbiamo imparato ad ascoltarci intorno.

Articolo di Federico Piccinini

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