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Garth Brooks risponde alle accuse per violenza sessuale: «Non sono l’uomo che hanno dipinto»

In una causa depositata giovedì, un’accusatrice sostiene che il cantante l’abbia violentata nel maggio 2019 in un albergo di Los Angeles

Autore Billboard US
  • Il4 Ottobre 2024
Garth Brooks risponde alle accuse per violenza sessuale: «Non sono l’uomo che hanno dipinto»

Garth Brooks, foto di Jason Kempin/Getty Images

Dopo che Garth Brooks è stato citato per stupro e per abusi sessuali in una causa depositata a Los Angeles giovedì 3 ottobre, la star del country ha risposto alle accuse e ha ribadito di non essere “l’uomo che hanno dipinto”. Le accuse provengono da una donna che ha scelto l’anonimato e che sostiene che Garth Brooks l’abbia aggredita sessualmente mentre lavorava per lui come parrucchiera e truccatrice a partire dal 2017. La donna aveva già lavorato con la moglie, la star del country Trisha Yearwood, dal 1999.

L’accusatrice, con lo pseudonimo ‘Jane Roe’, ha affermato che Brooks l’ha violentata durante un soggiorno in una stanza d’albergo di Los Angeles nel maggio 2019. L’avrebbe inoltre esposta ad “altre terribili condotte sessuali” durante lo stesso anno. La causa di giovedì ha portato alla luce anche una precedente causa intentata il mese scorso in una corte federale del Mississippi da un anonimo querelante “celebrità” nel tentativo di impedire a un’accusatrice di rendere pubbliche le accuse di abusi sessuali, definendole “un tentativo di estorsione in corso”.

In una dichiarazione inviata giovedì a Billboard, il country man nega le accuse di violenza sessuale. “Le minacce e le accuse mi hanno fatto sentire come se mi avessero puntato una pistola carica in faccia”. Inoltre ha confermato che c’era lui dietro la misteriosa denuncia del Mississippi del mese scorso, fatta in forma anonima “per il bene delle famiglie di entrambe le parti”.

“Negli ultimi due mesi sono stato assillato senza sosta da minacce, bugie e racconti tragici su quale sarebbe stato il mio futuro se non avessi firmato un assegno di molti milioni di dollari”, ha esordito Brooks nella sua dichiarazione. “È stato come avere una pistola carica puntata in faccia. I soldi del silenzio, non importa se tanti o pochi, sono sempre soldi del silenzio. Nella mia mente, questo significa che sto ammettendo un comportamento di cui non sono capace. Atti orribili che nessun essere umano dovrebbe mai fare a un altro. Abbiamo intentato una causa contro questa persona quasi un mese fa per parlare contro l’estorsione e la diffamazione del personaggio. L’abbiamo presentata in forma anonima per il bene delle famiglie di entrambe le parti.

“Voglio suonare stasera”, ha concluso Brooks, riferendosi al concerto in programma giovedì sera al Colosseo del Caesars Palace, durante la sua ‘residency’ a Las Vegas. “Voglio continuare le nostre buone azioni in futuro. Mi spezza il cuore che queste cose meravigliose siano ora in discussione. Ho fiducia nel sistema, non temo la verità e non sono l’uomo che hanno dipinto”.

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