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Il museo dei Grammy Awards avrà una sezione dedicata al K-pop curata da HYBE

“HYBE: We Believe in Music, A Grammy Museum Exhibit” metterà in mostra

Autore Billboard IT
  • Il10 Luglio 2024
Il museo dei Grammy Awards avrà una sezione dedicata al K-pop curata da HYBE

Foto di Justin Shin / Getty Images

Sono 78 le star del K-pop che saranno omaggiate al museo dei Grammy Awards in una sezione speciale con oggetti e abiti indossati dagli idol: la mostra curata da HYBE occuperà uno spazio di circa 4000 metri quadrati. In sintesi, tutto il terzo piano dell’edificio La collaborazione con l’agenzia leader del settore – nel suo roster ci sono i BTS – è frutto di un intenso lavoro d’archivio. Hybe: We Believe in Music, A Grammy Museum Exhibit, questo il nome della mostra, sarà visitabile dal 2 agosto fino al 15 settembre.

Secondo quanto riportato da Associated Press, i cimeli non includeranno solo vestiti e oggetti di band e artisti affermati, su tutti BTS, SEVENTEEN e LE SSERAFIM, ma anche alcuni emergenti HYBE come TWS, ILLIT, BOYNEXTDOOR e &TEAM. Nel museo ci saranno anche delle istallazioni che trasmetteranno video e foto. Tra questi Maestro dei SEVENTEEN, Sugar Rush Ride dei TOMORROWxTOGETHER e Yet to Come dei BTS.

Per i visitatori ci saranno anche esperienze interattive, come “giochi di danza” nella rotonda del museo, una cabina per il fotoismo. Un’area pensata ad hoc per i fan del K-pop che, in questo modo, come spiegato dal presidente e aministratore delegato del museo Michael Sticka, permetteranno loro di «lasciare un segno sulla mostra».

I cimeli e gli oggetti più curiosi

Non solo abiti, foto e video: gli oggetti che saranno esposti al museo dei Grammy sono svariati. Tra i più curiosi ci sono tre libri della collezione personale del fondatore di Big Hit Entertainment (oggi HYBE) Hitman Bang. Sono nello specifico le edizioni in lingua coreana di Demian: The Story of Boyhood di Hermann Hesse, che ha ispirato l’album Wings dei BTS del 2016, The Art of Loving di Erich Fromm, che ha portato alla loro serie Love Yourself e Jung’s Map of the Soul di Murray Stein da cui è nata l’omonimo concept.

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