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HYBE, le NewJeans e i documenti interni: il nuovo caso del K-pop

Nel corso del National Assembly’s Culture, Sports and Tourism Committee di giovedì scorso, sono stati resi noti dei report settimanali dell’etichetta in cui erano presenti commenti negativi sulle band delle agenzie competitor e i piani sul futuro dell NewJeans

Autore Billboard IT
  • Il28 Ottobre 2024
HYBE, le NewJeans e i documenti interni: il nuovo caso del K-pop

Foto di Justin Shin / Getty Images

Giovedì scorso, 24 ottobre, il mondo del K-pop ha vissuto un altro caso mediatico dopo quello che ha coinvolto i RIIZE e la SM Entertainment. Stavolta nell’occhio del ciclone c’è il colosso HYBE, agenzia che gestisce tra gli altri, BTS, LES SSERAFIM e Tomorrow X Together (Big Hit), e che detiene il controllo di altre sottoetichette, tra cui Belift Lab (ILLIT, ENHYPEN), Pledis Entertainment (SEVENTEEN) e ADOR (NewJeans). Nel corso dell’audizione al National Assembly’s Culture, Sports and Tourism Committe, l’azienda è stata accusata di bullismo, tattiche discutibili di vendita degli album, definite “album bulk-buying”, e accuse di plagio che coinvolgono le sue sottoetichette. A fare scalpore è stata la pubblicazione dei documenti interni di HYBE. 19mila pagine di report settimanali contenenti commenti negativi su artisti – anche minorenni – di agenzie concorrenti.

Cosa c’è nei documenti di HYBE

I documenti interni sono stati resi noti durante l’audit dal deputato Min Hyung-bae del Partito Democratico di Corea. Il politico ha interrogato Kim Tae-ho, Chief Operating Officer (COO) di HYBE e CEO di Belift Lab, sulle controverse pratiche interne dell’azienda. Tali file sono denominati “Weekly Music Industry Report” e costituiscono delle recensioni settimanali sull’industria del K-pop.

Sotto accusa sono finite delle osservazioni dispregiative riguardo l’aspetto fisico, la presenza sul palco e il modo di cantare di vari artisti. Il fatto che siano coinvolti anche degli artisti minorenni ha ulteriormente aggravato la posizione dell’agenzia. «Queste valutazioni ed espressioni dispregiative sono rivolte ai minori e mostrano una prospettiva disumana sugli idol» ha dichiarato Min, come riportato da The Korea Times, sottolineando come tale comportamento viola le linee guida del Ministero della Cultura per la salvaguardia dei diritti dei bambini e degli adolescenti nell’industria.

Nonostante in fase di audizione i gruppi specifici siano stati oscurati, gli idol nominati sono emersi successivamente. Tra quesi ci sono Stray Kids, NCT Dream, aespa e NMIXX. Tra i commenti colpisce quello riguardo a Changbin. «Si dà il caso che Changbin sia un amico di Yeonjun (TXT n.d.r.), il che è davvero spiacevole se si pensa alla differenza di altezza quando sono immortalati nella stessa inquadratura» si legge nei documenti. Ci sarebbe anche un riferimento al fatto che Haechan degli NCT non abbia subito lo stesso contraccolpo per lo scandalo della “sigaretta” come di Jung Kook dei BTS.

In risposta, Kim ha detto che HYBE monitora l’opinione pubblica sui suoi artisti e sull’industria del K-pop, aggiungendo che «queste valutazioni non rappresentano la posizione ufficiale dell’azienda».

L’accusa di manipolazione delle classifiche e di plagio

Secondo quanto riportato da The Korea Times, Min ha accusato HYBE di aver manipolato le classifiche venendo album a condizioni “di reso”. In questo modo avrebbero aumentato artificialmente le vendite della prima settimana (di 70.000-200.000 unità aggiuntive. Queste cifre gonfiate sarebbero state utilizzate per scopi promozionali, senza considerare che gli album invenduti venivano poi restituiti.

Durante l’audit sono state sollevate anche questioni relative al presunto plagio tra le sub-label di HYBE. Belift Lab è stata accusata di aver copiato il concept delle NewJeans (ADOR) per la propria band femminile ILLIT. Kim ha negato fermamente le accuse definendole infondate. Il Chief Operating Officer di HYBE ha anche ricordato la causa civile e penale contro l’ex CEO di ADOR, Min Hee-jin, che aveva accusato l’azienda di aver “copiato” le idee della sua band. La società sta aspettando ancora la decisione del tribunale in merito.

Le NewJeans e le accuse di mobbing

La controversia tra le NewJeans e HYBE risale alla scorsa primavera. L’ex CEO di ADOR, Min Hee-jin, accusò l’agenzia di ostacolare il successo delle sue assistite, oltre che di aver copiato il loro concept. Martedì scorso, 15 ottobre, Hanni, componente del gruppo, è intervenuta all’Assemblea Nazionale per affrontare il tema delle molestie sul posto di lavoro e del mobbing. Testimoniando davanti alla Commissione per il Lavoro la ventenne ha parlato della sua esperienza.

Come riportato da Billboard US, arrivata martedì a mezzogiorno presso il tribunale di Seoul in mezzo a una frenesia mediatica di giornalisti e fotografi, la star di origine vietnamita-australiana, ha raccontato nella sua testimonianza di essersi sentita minacciata e ignorata dal management della sua compagnia. Hanni ha nello specifico ricordato l’incidente che aveva già raccontato il mese scorso durante il guerrilla livestream delle NewJeans. La cantante ha rivelato che un manager che supervisionava un altro gruppo K-pop avesse ordinato agli artisti di “ignorare” le NewJeans.

«Nel nostro edificio abbiamo un piano in cui ci occupiamo di trucco e parrucco. In quel momento, stavo aspettando nel corridoio» ha raccontato Hanni, secondo la BBC, durante l’audit parlamentare televisivo. «Li ho salutati tutti e sono tornati circa cinque o dieci minuti dopo. Mentre usciva, [la manager] mi ha guardato negli occhi. Si è girata verso il resto del gruppo e ha detto: “Ignoratela come se non l’aveste vista”. Non capisco perché abbia detto una cosa del genere nell’ambiente di lavoro».

In rappresentanza di HYBE, durante l’udienza durata un’ora, l’attuale CEO di ADOR Ju Young Kim (che ha sostituito la già citata Min Hee-jin come CEO dopo le molteplici richieste di HYBE di dimettersi) ha detto «di aver fatto tutto il possibile». «Ma vedendo che Hanni si è sentita così e che la situazione è degenerata fino a questo punto, mi chiedo se avrei potuto fare di più» ha concluso.

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