James Blake su X: «Le label dovrebbero pagare i terapeuti agli artisti»
Su X l’artista si è espresso a proposito della salute mentali degli artisti, dicendo che «non è possibile che le etichette guadagnino sui nostri traumi senza aiutarci ad affrontarli»
Il tema della salute mentale è ormai sdoganato nella musica e anche James Blake è tornato a parlarne su X. Citando un tweet di Elijah che diceva che “Consiglierei ai musicisti di trovare un terapeuta prima di un agente o un manager”, l’artista ha scritto che “Le label dovrebbero essere obbligate a fornire un terapeuta ai loro artisti. Non dovrebbero poter trarre profitto dai nostri traumi senza aiutarci ad affrontarli”.
Labels should be required to provide a therapist to their artists. You shouldn’t get to profit from our trauma without helping with the pitfalls of it. https://t.co/5RZQjV6VfL
— James Blake (@jamesblake) March 24, 2024
James Blake su X: «L’artista viene staccato da un sistema di supporto familiare»
Su X James Blake ha aggiunto che “Dovrebbero farlo anche gli agenti e le compagnie di management. Tutti loro hanno un interesse di mercato affinché l’artista abbia più successo possibile. Il che significa staccarlo da un sistema di supporto familiare e amicale per gettarlo in un mondo disconnesso fatto di tour e para-social media”.
Un utente ha ribattuto a Blake. “Capisco il sentimento dietro questa cosa, in quanto persona non firmata da un’etichetta non sono sicuro se qualche label lo offra o meno. Ma forse sarebbe più utile un’assicurazione sanitaria che copra il costo della terapia e ti permetta di scegliere il tuo terapista”. Il produttore ha dunque specificato che non intendeva che l’etichetta fornisse un terapeuta “d’ufficio” agli artisti, ma che debba “finanziare la terapia”.
Questa non è la prima volta che James Blake si espone sul tema della salute mentale. Nel 2018 l’artista inglese aveva partecipato al convegno annuale della Performing Arts Medicine Association. Durante il quale aveva apertamente parlato di ansia e di una depressione che lo aveva portato ad avere “pensieri suicidi”. Anche in quell’occasione aveva sottolineato come l’essere catapultato in un contesto così vorticoso da così giovane avesse fortemente influito sul suo benessere. “Sono stato privato della mia vita normale praticamente a un’età in cui non ero ancora formato del tutto, e essere costantemente in tour ha aggravato le cose notevolmente”.
E l’appiattimento dei rapporti personal non aiuta. “Se sei a casa anche solo per un giorno e qualcuno ti chiede come stai rispondi che va tutto bene. Non importa quanto tu sia ansioso o depresso in quel momento”, aveva detto James Blake. “C’è questo mito per cui devi essere ansioso per essere creativo, che devi essere depresso. Posso affermare che l’ansia non mi ha mai aiutato a creare. E l’ho vista distruggere il processo creativo dei miei amici”, aveva concluso.