Jonny Greenwood sulla cancellazione dei live con Dudu Tassa: «Costringere i musicisti a non esibirsi è censura»
Gli show del chitarrista dei Radiohead e dell’artista israeliano Dudu Tassa sono stati annullati per l’opposizione da parte dei movimenti per il boicottaggio di Israele. Il musicista ha risposto con un lungo messaggio su X

Jonny Greenwood, The Smile (fonte: ufficio stampa Medimex)
Qualche giorno fa, mentre scoppiava la polemica attorno ai KNEECAP e all’indagine dell’antiterrorismo inglese (con la conseguente cancellazione e riprogrammazione di diversi live del duo), in Inghilterra venivano cancellati anche altri due show. Jonny Greenwood e Dudu Tassa avrebbero dovuto esibirsi a Bristol e Londra a fine giugno. Le due date però sono state cancellate a seguito delle proteste provenienti dalla Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (PACBI). Gli spettacoli sono stati definiti un esempio di Artwashing genocide. A seguito delle numerose minacce ricevute, le due venue hanno deciso di annullare gli eventi per problemi di sicurezza.
La polemica era iniziata già lo scorso anno, quando il chitarrista dei Radiohead e l’artista israeliano si erano esibiti a Tel Aviv. Una cosa simile a quanto accaduto nel 2017 con i Radiohead. Da allora Greenwood, come anche Thom Yorke, è stato oggetto di critiche per non essersi ancora esposto contro le politiche di Israele. Una scelta che, secondo molti dei suoi critici, deriverebbe dal fatto di essere sposato con Sharona Katan la cui famiglia aveva un nipote che prestava servizio nelle Forze di Difesa israeliane e che è stato ucciso nella guerra in corso. Dopo diversi giorni di silenzio, è arrivato il commento ufficiale da parte di Jonny Greenwood, Dudu Tassa e il resto della band: «Costringere i musicisti a non esibirsi e negare alle persone che vogliono ascoltarli l’opportunità di farlo è evidentemente un metodo di censura».
— Jonny Greenwood (@JnnyG) May 6, 2025
Il messaggio di Jonny Greenwood
«I locali e il loro personale incolpevole hanno ricevuto un numero sufficiente di minacce credibili per concludere che non è sicuro procedere con gli show». Inizia così il messaggio che Jonny Greenwood ha pubblicato su X. «Intimidire i locali a ritirare i nostri spettacoli non aiuterà a raggiungere la pace e la giustizia che tutti in Medio Oriente meritano. Questa cancellazione sarà salutata come una vittoria dagli attivisti che la sostengono. Ma noi non vediamo nulla da festeggiare e non troviamo che sia stato raggiunto alcun risultato positivo».
«Per alcuni di destra, stiamo suonando il tipo di musica “sbagliata” – troppo inclusiva, troppo consapevole della ricca e bella diversità della cultura mediorientale. Per alcuni a sinistra, la suoniamo solo per assolverci dai nostri peccati collettivi» continua il messaggio. Jonny Greenwood fa anche riferimento alla vinceda dei KNEECAP. L’artista esprime dispiacere per il fatto che le cancellazioni dei suoi concerti non abbiano mosso lo stesso tipo di supporto da parte degli artisti. Qualche giorno fa, infatti, è stata firmata una lettera sulla libertà di espressione da 100 musicisti. «Non abbiamo alcun giudizio da dare sui Kneecap, ma notiamo quanto sia triste che coloro che sostengono la loro libertà di espressione siano gli stessi più determinati a limitare la nostra».
Il testo si conclude con un augurio che prima o poi la musica di Tassa e della band – che include musicisti provenienti da Siria, Libano, Kuwait e Iraq – possa essere ascoltata e conosciuta da quante più persone possibili: «Se ciò accadrà, non sarà una vittoria per nessun Paese, religione o causa politica. Sarà una vittoria per il nostro comune amore e rispetto per la musica e per l’altro».