Jordan Jeffrey Baby è stato trovato morto in carcere
Il trapper ventisettenne era detenuto nel penitenziario di Pavia dopo l’accusa di rapina nei confronti di un uomo di 42 anni aggravata da matrice razziale
Secondo quanto riportato da Fanpage, Jordan Jeffrey Baby (all’anagrafe Jordan Tinti), 27 anni, è stato trovato oggi morto nel carcere di Pavia. Il trapper, rinvenuto con una corda al collo, si trovava nel penitenziario dopo che il tribunale di Sorveglianza aveva sospeso la misura dell’affidamento terapeutico. Jordan Jeffrey Baby aveva tentato il suicidio già un anno fa nella medesima modalità e compiendo ripetuti atti di autolesionismo.
In quell’occasione, il suo avvocato Federico Edoardo Pisani aveva denunciato a Fanpage la situazione dei detenuti nell’istituto penitenziario pavese, dove si erano verificati diversi tentativi di suicidio. “Questo ragazzo ogni giorno in più che passa in carcere è sempre più a rischio di togliersi la vita”, aveva dichiarato il legale. “Il mio cliente mi racconta di una situazione in cui c’è personale penitenziario sottostimato. C’è uno psichiatra per 600 detenuti e tre referenti del Sert. Tinti ha avuto difficoltà anche per avere copia della sua documentazione sanitaria“.
“Dopo essere stato rinviato da un ufficio all’altro, si è causato alcuni tagli sul corpo solo per averla. Gli dicevano infatti che sarebbe dovuto essere il suo avvocato a chiedere la documentazione. Al legale precedente, però, è stato detto di far fare la richiesta al detenuto. Insomma la situazione in cui vive questo ragazzo è al limite di sopportazione massima”, ha continuato l’avvocato di Jordan Jeffrey Baby, ritrovato oggi morto.
Jordan Jeffrey Baby, l’arresto per rapina con Traffik
Il trapper si trovava nel carcere di Pavia – dove avrebbe dovuto scontare 4 anni e 4 mesi di reclusione – dopo l’accusa di rapina con l’aggravante della matrice razziale nei confronti di un operaio nigeriano 42enne alla stazione di Carnate (Monza). Con lui era stato condannato anche il trapper Traffik. A fine novembre Tinti aveva ottenuto la misura dell’affidamento terapeutico, grazie al quale era stato trasferito in una comunità. Ma la misura è stata sospesa poco tempo fa, quando – come spiega l’avvocato Pisani – “Nella sua stanza sarebbero stati trovati un cellulare e delle sigarette, che però non è certo fossero di sua proprietà”.
La richiesta dei domiciliari per la sua incolumità dopo il tentato suicidio
La struttura ha quindi segnalato il ritrovamento di questi oggetti al magistrato di sorveglianza, che ha portato il giudice a sospendere la misura alternativa e a disporre il trasferimento in carcere una decina di giorni fa. Jordan Jeffrey Baby è stato quindi portato nel penitenziario di Pavia. Lo stesso in cui aveva denunciato di essere stato vittima di maltrattamenti e violenza e dove aveva già tentato il suicidio. Proprio per questo motivo il legale del trapper aveva richiesto i domiciliari, “una misura che non solo garantirebbe la sicurezza e l’incolumità di Jordan, ma anche una maggior serenità al padre. Da quando è entrato in carcere Jordan si è sempre comportato correttamente. Inoltre ha presentato dichiarazioni spontanee ai giudici e si è offerto di corrispondere un risarcimento alla vittima. Come si fa non tenere in considerazione tutti questi aspetti?”.