Justin Bieber, la Human Rights Foundation critica la performance in Arabia Saudita
L’artista ha in programma uno show al Gran Premio di Formula 1, ma secondo quanto affermato dalla fondazione, è un modo della monarchia saudita per distrarre la popolazione dagli abusi di potere
Come riportato da THR.com, il presidente e l’amministratore delegato della Human Rights Foundation hanno chiesto a Justin Bieber di annullare uno show in programma in Arabia Saudita. “Lo chiediamo come simbolo di solidarietà per le continue sofferenze del popolo saudita”, spiegano i due.
In una lettera all’artista canadese datata 2 novembre e condivisa con i rappresentanti di Justin Bieber, il presidente dell’organizzazione no-profit, Garry Kasparov, e il CEO, Thor Halvorssen, hanno contestato la performance del cantante di Stay in programma al Gran Premio 2021 di Formula 1 dell’Arabia Saudita il prossimo 5 dicembre.
L’evento di Formula 1 includerà anche le esibizioni di A$AP Rocky, Jason Derulo, Tiesto e David Guetta. La Human Rights Foundation ha affermato di aver anche inviato lettere a questi artisti e al cantante egiziano Mohamed Hamaki riguardo le esibizioni nell’evento.
La lettera della Human Rights Foundation a Justin Bieber e alle altre celebrità
«Vi scriviamo per informarvi urgentemente della crisi dei diritti umani in Arabia Saudita. Spiegare il ruolo che il regime del principe ereditario Mohammed bin Salman ha svolto nel violare i diritti di decine di milioni di sauditi. Chiedervi di considerare le sfortunate implicazioni del vostro impegno con la brutale dittatura di MBS. E per chiedervi rispettosamente che, alla luce del vostro status di personalità globali, cogliate l’occasione per influenzare positivamente la politica dei diritti umani in Arabia Saudita cancellando la vostra apparizione, come simbolo di solidarietà con la continua sofferenza del popolo saudita», hanno scritto Kasparov e Halvorssen.
The Hollywood Reporter ha contattato i rappresentanti di Justin Bieber per un commento, così come quelli di A$AP Rocky, Derulo, Tiesto e Guetta.
La situazione critica in Arabia Saudita
Nella lettera, i leader della Human Rights Foundation criticano anche il trattamento riservato dall’attuale regime ai dissidenti e ai membri della comunità LGBTQ+. Ma anche i suoi precedenti sui diritti individuali, la restrizione dei media e l’incarcerazione delle attiviste per i diritti delle donne. Inoltre, notano che l’Arabia Saudita è al 170esimo su 180 paesi nel World Press Freedom Index 2021, l’indice per la libertà di stampa.
La lettera menziona anche che Halvorssen e la Human Rights Foundation hanno prodotto The Dissident, il documentario del 2020 di Bryan Fogel che indaga la morte dello scrittore del Washington Post Jamal Khashoggi, in cui la famiglia reale saudita era implicata.
Un argomento chiave della lettera è che la monarchia dell’Arabia Saudita sta attualmente utilizzando iniziative di intrattenimento e sportive per distrarre dagli abusi di potere, e che le dichiarazioni di Justin Bieber a sostegno di varie cause di giustizia sociale sono in contrasto con la performance pianificata. «Il regime saudita è felice di pagare ingenti somme alle celebrità internazionali per dare al Regno una parvenza di rispettabilità, a patto che le violazioni dei diritti umani che si verificano all’interno dell’Arabia Saudita non vengano mai menzionate», scrivono gli autori.