Dopo 50 anni di attività, il Leoncavallo è sotto sgombero
Con lo sgfratoo dello storico centro sociale di via Watteau, Milano perde un punto di riferimento imprescindibile per la politica, la cultura e la musica

Leoncavallo
Nonostante l’ufficiale giudiziario fosse atteso il 9 settembre, questa mattina la polizia ha eseguito l’ordine di sfratto emesso nei confronti dello storico centro sociale Leoncavallo a Milano. Come riportato dall’ANSA, “l’ordine era stato rinviato numerose volte”, grazie ai vari presidi – a cui hanno partecipato moltissimi artisti, da Ensi a Cosmo – che avevano evitato lo sfratto, “ed era stato nuovamente notificato per il 9 settembre. Si è però deciso negli ultimi giorno di anticipare ad oggi, quando le operazioni sono iniziate intorno alle 7.30”. Allo sgombero del Leoncavallo, oltre alla polizia, erano presenti anche l’ufficiale giudiziario e l’avvocato della proprietà, l’immobiliare Orologio della famiglia Cabassi.
Sempre all’ANSA, l’associazione Mamme del Leoncavallo dichiara che si tratta di “uno sfratto esecutivo. Avremo 30 giorni per trovare un accordo con la proprietà per prendere un po’ di cose. Di certo il Leoncavallo è andato“. Nei mesi scorsi l’associazione Mamme del Leoncavallo aveva presentato una manifestazione d’interesse al Comune per un immobile in via San Dionigi che poteva rappresentare un primo passo per lo spostamento del centro sociale dall’attuale spazio.
L’importanza del Leoncavallo per Milano
Sin dalla sua apertura nel 1975 nel quartiere Casoretto per poi approdare nella sede attuale in via Watteau, il Leoncavallo ha rappresentato e rappresenta un luogo fondamentale a Milano per la politica e la musica, diventando un punto nevralgico per le cotroculture e la militanza. Non soltanto per i gruppi interessati al messaggio politico, come 99 Posse e Assalti Frontali, ma anche per i cantautori. Come Carmen Consoli che tenne un concerto epocale alla fine del 2001 in grado di richiamare un pubblico numeroso e vario.
Ma ognuno di noi, che aveva vissuto la scena alternativa milanese di quegli anni, ha qualche concerto memorabile da raccontare. Come quello dei Public Enemy, il 29 novembre 1999: l’audio era pessimo in qualsiasi punto ci si trovasse ma l’atmosfera e lo spirito del live rimarranno impressi per sempre in coloro che erano presenti. Chi sta dalla parte della cultura e dell’inclusione, sta dalla parte del Leoncavallo, e non del suo sgombero.