News

I Limp Bizkit fanno causa a Universal Music per 200 milioni di dollari di royalties

La band sostiene che l’etichetta ha utilizzato politiche “sistemiche” e “fraudolente”, “deliberatamente progettate” per nascondere i guadagni dai diritti d’autore agli artisti

Autore Billboard US
  • Il9 Ottobre 2024
I Limp Bizkit fanno causa a Universal Music per 200 milioni di dollari di royalties

Foto di Jim Dyson/Getty Images

I Limp Bizkit e il loro frontman Fred Durst hanno citato in giudizio Universal Music Group (UMG). L’etichetta dovrebbe alla band più di 200 milioni di dollari. Gli avvocati sostengono che nel corso dei decenni il gruppo non avrebbe visto un centesimo di royalties e che centinaia di altri artisti potrebbero aver subito lo stesso trattamento. In una causa depositata ieri, martedì 8 ottobre, presso la corte federale di Los Angeles, gli avvocati di Durst e della band rap rock degli anni Novanta hanno accusato UMG di aver attuato una politica “sistemica” e “fraudolenta”, “deliberatamente progettata” per nascondere le royalties agli artisti e “tenere per sé i profitti”.

Per questo motivo l’azione legale non chiede solo le presunte royalties non pagate. Nella causa si richiede anche una sentenza che annulli il contratto della band con l’etichetta, la restituzione dei diritti d’autore sulle registrazioni e i danni per violazione del copyright su tali diritti. Cerchiamo di capire perché.

Le presunte royalties non pagate

Nella causa si legge che gli album della band hanno venduto milioni di copie e che i Limp Bizkit continuano ad avere milioni di utenti in streaming al mese solo su Spotify. «Nonostante questo enorme “ritorno”, la band non aveva ancora ricevuto nulla da UMG prima di intraprendesse un’azione legale contro quest’ultima. Il che porta a chiedersi come sia possibile che ciò sia vero» scrivono gli avvocati di Durst.

Il frontman sostiene che l’attuale controversia risale ad aprile. Quando Fred Durst li ha assunti, i nuovi rappresentanti sono rimasti “scioccati” quando l’artista li ha informati di non aver “ricevuto alcun denaro per lo sfruttamento dei Limp Bizkit ”. Durst afferma che UMG gli aveva precedentemente comunicato che non era stato pagato perché le royalties non avevano ancora superato l’importo che il gruppo aveva ricevuto in anticipo.

Universal Music Group, contattatta dalla redazione di Billboard Us non ha commentato la notizia.

La condotta di Universal

Quando i rappresentanti di Durst contattarono la Universal, appresero che i conti dei Limp Bizkit contenevano in realtà più di un milione di dollari di diritti d’autore. Tuttavia, la casa discografica non aveva “avvisato” la band del denaro. Questo ha fatto sorgere ulteriori sospetti sulle “pratiche contabili e di pagamento della UMG” e un’indagine sui registri dei Limp Bizkit. Secondo la causa, UMG avrebbe omesso di emettere dichiarazioni di royalty durante periodi significativi della storia della band, compreso “l’apice della fama dei Limp Bizkit”.

«L’omissione da parte di UMG di rilasciare dichiarazioni sulle royalties in particolare dal 1997 al 2004 – l’apice della fama della band e durante i periodi in cui ha registrato vendite da record – in relazione ai suoi album più popolari suggerisce che UMG stesse intenzionalmente nascondendo il vero ammontare delle vendite, e quindi delle royalties, dovute e spettanti ai Limp Bizkit, al fine di trattenere ingiustamente tali profitti per sé».

Anche l’ipotesi che gli album della band non siano ancora stati rimborsati è “altamente sospetta”, scrivono gli avvocati di Durst. «Dato che i primi tre album dei Limp Bizkit avevano già venduto diversi milioni di copie all’inizio degli anni 2000, i fondi e i costi di registrazione avrebbero dovuto essere recuperati rapidamente. UMG avrebbe dovuto iniziare a pagare i diritti d’autore su quegli album subito, non più di vent’anni dopo».

L’accusa di frode

La causa fa riferimento anche a potenziali “pratiche contabili fraudolente” che sarebbero state utilizzate da UMG per mantenere impropriamente la band in rosso ed evitare il pagamento dei diritti d’autore. «Ma da dove provengono questi ulteriori 199.676,00 dollari addebitati sul conto?» scrivono gli avvocati, riferendosi a una di queste presunte incongruenze. «Sembra che siano spuntati fuori dal nulla per sovrascrivere il conto dovuto e pagabile dei Limp Bizkit. Tutto al fine di frodarli e mostrare un conto non recuperato».

La causa sostiene che l’etichetta ha dichiarato di aver pagato 43 milioni di dollari in anticipi recuperabili nel corso degli anni. Il che spiegava perché le royalties non avevano iniziato a fluire nei conti fino a poco tempo fa. Gli avvocati di Durst sostengono che alla fine l’etichetta ha versato 1,03 milioni di dollari alla band e 2,3 milioni di dollari alla Flawless Records di Durst, ma che a loro è dovuto molto di più.

«Date le ingenti somme di denaro incassate da UMG in relazione alle vendite degli album di Limp Bizkit e Flawless Records nel corso degli anni… UMG è responsabile nei confronti dei querelanti per decine di milioni di dollari di violazione del copyright, se non di più» si legge nella causa. I querelanti sostengono che le somme dovute loro da UMG in seguito alla rescissione di questi accordi supereranno facilmente i 200 milioni di dollari.

In termini tecnici, l’azione legale non chiede solo le presunte royalties non pagate. Nella causa si richiede anche una sentenza che annulli il contratto della band con l’etichetta, la restituzione dei diritti d’autore sulle registrazioni e i danni per violazione del copyright su tali diritti.

Share: