Più di 400 artisti hanno rimosso il loro catalogo dalle piattaforme di streaming in Israele
Il movimento, chiamato “No Music For Genocide”, ha visto l’adesione di artisti come KNEECAP, Fontaines D.C., King Krule, Arca, Aminè e i Massive Attack

Centinaia di artisti hanno rimosso la loro musica dai servizi di streaming in Israele per protestare contro la violenza in corso contro il popolo palestinese. Il movimento, chiamato “No Music For Genocide”, ha visto l’adesione di artisti come KNEECAP, Fontaines D.C., King Krule, Arca, Aminè e i Massive Attack, i quali hanno annunciato che rimuoveranno la loro musica da Spotify – e dunque non solo in Israele – per opporsi agli investimenti dell’industria bellica dell’amministratore delegato della piattaforma streaming Daniel Ek.
L’iniziativa è accompagnata da un nuovo sito web, che offre risorse educative e condivide l’elenco completo di oltre 400 artisti e etichette discografiche che hanno reso i propri cataloghi indisponibili su piattaforme come Spotify e Apple Music in Israele.
“No Music For Genocide”, il boicottaggio culturale contro Israele di Massive Attack, KNEECAP, Fontaines D.C. e molti altri
“La campagna No Music For Genocide è un boicottaggio culturale contro Israele,” si legge nella dichiarazione ufficiale del progetto. “Oltre 400 artisti ed etichette hanno inizialmente geo-bloccato o rimosso la loro musica da quel territorio in risposta al genocidio di Israele a Gaza; alla pulizia etnica in Cisgiordania occupata; all’apartheid all’interno di Israele / ’48; alla repressione politica delle iniziative a favore della Palestina ovunque viviamo; e ai legami dell’industria musicale con armi e crimini contro l’umanità.”
Sebbene l’iniziativa sia partita con oltre 400 nomi, il boicottaggio “No Music for Genocide” invita altri artisti solidali con la causa a seguire l’esempio e a rimuovere la propria musica da Israele. Si tratta solo dell’ultima iniziativa musicale nata per cercare di porre fine alla sofferenza a Gaza, seguendo ad esempio il concerto benefico “Together for Palestine” tenutosi di recente a Londra, curato da Brian Eno.
“Questo atto concreto è solo un passo verso l’onorare le richieste palestinesi di isolare e delegittimare Israele, mentre continua a uccidere impunemente sulla scena internazionale,” prosegue la dichiarazione. “I boicottaggi culturali di successo contro l’apartheid in Sudafrica dimostrano che il nostro lavoro creativo ci conferisce potere e responsabilità. Quando lo esercitiamo insieme, aumentiamo la pressione collettiva in un movimento globale, interdipendente, che va da Hollywood ai porti del Marocco.”
Anche durante il loro ultimo concerto a Milano i Massive Attack hanno espresso il loro dissenso contro Israele. Sugli schermi pulsavano infatti incessanti i dati. Quanti ospedali sono stati bombardati nella Striscia di Gaza dall’ottobre del 2023, quanti bambini palestinesi sono stati uccisi e quante scuole sono state distrutte nelle offensive volute da Netanyahu, quanti soldi sono stati versati a Israele dal governo Britannico dalla nascita dello Stato.