Addio a Maurizio Pollini: il grande pianista è morto a 82 anni
Il musicista (vincitore di Grammy Awards, fra gli altri premi) si esibiva regolarmente alla Scala
È morto Maurizio Pollini, pianista vincitore di Grammy che si esibiva spesso al Teatro alla Scala di Milano. Aveva 82 anni.
Maurizio Pollini è morto sabato 23 marzo. L’annuncio del Teatro alla Scala non specifica la causa della morte, ma Pollini era stato costretto a cancellare un concerto al Festival di Salisburgo nel 2022 a causa di problemi cardiaci.
La vita di Maurizio Pollini
Nel corso di una carriera internazionale lunga sessant’anni, il repertorio di Pollini si è espanso oltre i classici standard. Ha abbracciato i capolavori dell’inizio del XX secolo di Igor Stravinsky, Arnold Schönberg e Anton Webern e dei modernisti del dopoguerra come Karlheinz Stockhausen, Pierre Boulez e Luigi Nono. La Scala ha definito il pianista “uno dei grandi musicisti del nostro tempo e riferimento fondamentale nella vita artistica del teatro da oltre 50 anni”.
Pollini era considerato un pianista dotato di un potere intellettuale unico, la cui tecnica senza rivali e la sua spinta interpretativa costringevano gli ascoltatori a riflettere profondamente. Nacque a Milano il 5 gennaio 1942 da una famiglia di artisti. Suo padre, Gino Pollini, era un violinista e un importante architetto razionalista. Sua madre, Renata Melotti, cantava e suonava il pianoforte, così come suo fratello Fausto Melotti, anch’egli pioniere della scultura astratta.
“Sono cresciuto in una casa con arte e artisti”, disse Pollini in un’intervista. “Le opere antiche e le opere moderne convivevano insieme come parte della vita”. Pollini iniziò a fare concerti prima del suo decimo compleanno, eseguendo gli Studi di Chopin all’età di 14 anni e poi vincendo il Concorso pianistico internazionale Chopin a 18 anni, come il più giovane pianista straniero tra un gruppo di 89 concorrenti. Arthur Rubinstein, presidente della giuria, avrebbe affermato che il giovane pianista “suona già meglio di chiunque di noi”.
La consacrazione internazionale
Dopo il primo riconoscimento internazionale, però, Pollini ha sospeso la carriera per dedicarsi agli studi, spiegando che esibirsi subito sarebbe stato per lui “un po’ prematuro”. Disse: “Volevo studiare, conoscere meglio il repertorio, suonare la musica di Beethoven, Schubert, Brahms”.
Alla fine degli anni ‘60 Pollini partecipò a concerti improvvisati nelle fabbriche e a programmi per studenti e lavoratori della Scala, diretti dall’amico di lunga data Claudio Abbado. Nel corso della sua lunga carriera internazionale ha collaborato anche con altri famosi direttori d’orchestra, tra cui Riccardo Muti, Daniel Barenboim e Riccardo Chailly.
Pollini fece la sua prima tournée americana nel 1968. Dagli anni ’70 agli anni ’90 realizzò una serie di registrazioni con l’etichetta Deutsche Grammophon, diventando un celebre interprete di classici di compositori come Beethoven, Schumann e Schubert. I suoi album hanno vinto numerosi premi, tra cui un Grammy nel 2007 per la Migliore interpretazione strumentale solista (senza orchestra) per Chopin: Nocturnes.
Lascia la moglie Marilisa e il figlio Daniele, anche lui acclamato pianista e direttore d’orchestra.