Per raggiungere una buona strategia di leadership le etichette contano sulla qualità
Alla Sala Viscontea del Castello Sforzesco di Milano si è parlato di strategie di leadership con il gotha dell’industria italiana discografica, grazie a FIMI e si è percepito un generale e diffuso momento di bella euforia. Ma c’è anche sempre più il desiderio di trovare sempre più qualità nella vastità delle proposte
Altro interessante appuntamento organizzato durante la Milano Music Week da FIMI. Sul palco della Sala Viscontea abbiamo sentito parlare, con la moderazione di Francesco Prisco (Il Sole 24 Ore), i top manager delle tre major italiane e di altri due grandi gruppi, Believe e BMG. Alessandro Massara (Presidente di Universal Music Italia), Andrea Rosi (Presidente & CEO di Sony Music Italy), Pico Cibelli (Presidente di Warner Music Italy). E infine Dino Stewart (Managing Director di BMG) e Luca Daher (Managing Director di Believe Italy).
Alessandro Massara alla Milano Music Week: “L’hip hop entrato nella cultura musicale definitivamente”
Alla prima domanda rivolta da Prisco ad Alessandro Massara, se la musica urban rimanga il genere mainstream o si intraveda un cambio di repertorio o di gusto nel pubblico, la risposta è stata perentoria. “Se avessi la sfera di cristallo sarei davvero il manager più fortunato. È una risposta molto difficile ma il rap, l’hip hop non sono fenomeni musicali destinati a scendere nelle preferenze. Sono generi entrati nel gusto popolare, si sono consolidati come lo fu un tempo il blues o il rock. Da quando sono dentro la Universal, la mia attenzione verso il rap, l‘hip hop e poi la trap è sempre stata fortissima. Anche se quando arrivai 15 anni fa non erano tutti felicissimi di questa mia attenzione nel far firmare artisti di questa area musicale”.
Andrea Rosi: “Non solo Måneskin, la musica italiana cresce di interesse nel mondo”
Ad Andrea Rosi era inevitabile chiedere cosa succederà in Sony dopo il grande exploit dei Måneskin e quali siano le prospettive sulla internalizzazione del repertorio italiano. “Quella dei Måneskin è stata fino ad adesso un’avventura incredibile. Ora c’è una pausa di un anno, dove ogni membro della band si sta concentrando sui propri progetti da solisti. Con Damiano siamo coinvolti – anche grazie al progetto con la Arista USA – in un progetto pop di grande respiro. Thomas sta lavorando a un concept sulla chitarra elettrica con un grande chitarrista, di cui non possiamo svelare il nome”.
E ancora: “Victoria, come sapete tutti, si è lanciata nel clubbing con la musica techno, mentre Ethan si sta dedicando alle colonne sonore. Loro però, ricordiamoci, sono e rimarranno un’eccezione. Per noi continua invece un generale e strutturale sviluppo del consumo della musica italiana, grazie all’abbattimento delle barriere del prodotto fisico. E dobbiamo concentrarci su questo versante sempre di più”.
Pico Cibelli alla Milano Music Week: “Non ci fermiamo con l’en plein del podio di Sanremo dello scorso anno”
Pico Cibelli si è insediato da poco al comando di Warner Music Italy, e ovviamente gli è stato chiesto un primo bilancio. “Noi siamo i più piccoli delle tre major”, ironizza Cibelli, “ma stiamo facendo un grande lavoro e grandi interventi sul nostro staff. Sono stati due anni pieni e anche di grandissime soddisfazioni. Noi tutti sappiamo anche dell’importanza di Sanremo, lo scorso anno abbiamo portato a casa tutto il podio, e siamo felici del un grande successo tra Tananai e Annalisa”.
Luca Daher: “Cura massima a M.A.S.T per rafforzare la nostra direzione artistica”
Assolutamente interessante è anche il lavoro che Luca Daher (Managing Director di Believe Italy) sta facendo con il progetto M.A.S.T., evoluzione della divisione locale di artist services, offre una distribuzione ma anche servizi simili a quelli disponibili per gli artisti in cast. “Vogliamo aiutare il panorama artistico locale a svilupparsi e abbiamo provato a darci un obiettivo in controtendenza: M.A.S.T. è una realtà slegata dagli obiettivi numerici dell’azienda. Abbiamo deciso di darci dei limiti su quanti artisti avremmo gestito, tant’è che abbiamo fatto offerte solo a 15 artisti, nonostante le numerosissime candidature. Stiamo molto attenti ai progetti artistici in linea con noi e penso che questa direzione porterà ancora frutti interessanti in azienda”.
Dino Stewart “Continua la crescita di BMG e il rafforzamento della nostra identità.
BMG in Italia, è stata aperta solo 15 anni fa: “All’inizio discograficamente ci consideravano ancora legati a Sony, c’era qualcuno che ancora andava in via Amedei (dove era la sede storica di Sony, ndr), quando fissavo degli incontri…”, ironizza Stewart. “Noi avevamo iniziato facendo gli editori, poi sono arrivate le prime soddisfazioni da discografici con Francesco Gabbani, per citarne uno, e poi era arrivata un’acquisizione importante, quella di Guccini”.
L’augurio per il futuro, maggiore qualità
Alla domanda comune su cosa si aspettino per il nuovo anno tutti i top manager invitati al panel, è partito un consenso comune sull’auspicio lanciato da Alessandro Massara: “Mi auguro che aumentino i numeri degli abbonati Premium! E di combattere ancora quella diffusa sacca di illegalità in Italia che rovina il nostro lavoro”. Ma alla fine tutti gli invitati al panel concordano anche su un’altra cosa, meno tangibile, ma certamente più nobile: la qualità della musica scritta, cantata, prodotta. Un’urgenza necessaria per creare una fanbase che non viva su piccole annate ma nel lungo tempo.