Niko Pandetta è stato arrestato a Milano
Il cantante catanese è accusato di spaccio e su di lui pende un ordine di carcerazione per evasione. Negli scorsi giorni si era sottratto alla cattura
Dopo la vicenda che ha coinvolto Baby Gang e Simba La Rue, un altro fermo travolge la scena trap italiana. Si tratta di quello a carico di Niko Pandetta, che stamattina è stato arrestato mentre usciva da un b&b nella zona nord di Milano, dove si trovava insieme al suo manager.
Negli scorsi giorni, Niko Pandetta aveva infatti evaso un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Catania il 12 ottobre, spostandosi verso Milano. E proprio i geotag su Instagram hanno permesso alla polizia di rintracciarlo nella città lombarda. Qui Pandetta è stato trovato in possesso di 12mila euro in contanti, che il trapper ha dichiarato provenire da un contratto milionario firmato nelle ore precedenti. Ai poliziotti ha spiegato che si sarebbe recato a breve a Catania per consegnarsi. Le accuse che pendono su di lui sono spaccio e evasione dell’ordine di carcerazione.
Che qualcosa non andasse si era già percepito negli ultimi giorni dai social di Niko Pandetta, che condivideva sempre più spesso messaggi che lasciavano presagire un possibile arresto. «Sono abituato agli spazi stretti, alle case piccole, alle celle, alla scena italiana. Quando tornerò là mi porterò il vostro affetto. Da dentro vi darò nuova musica. Uscirò e mi vedrete più forte di prima». E ancora: «Sono cambiato ma pagherò il mio passato finché ci sarà da pagarlo. Non fuggo più né dalla polizia, né dalle mie responsabilità». Ultimo in ordine cronologico, un post che lo ritrae dietro le sbarre con geotag “Carcere di Opera”.
I legami di Niko Pandetta con la criminalità organizzata
Un passato, quello cui Niko Pandetta si riferisce, strettamente legato alla malavita. Il trapper catanese è infatti il nipote del boss Turi Cappello, appartenente al clan di Cosa Nostra e condannato al 41bis nel 1993. E proprio a tutti i boss che stanno scontando il carcere duro si era rivolto Niko Pandetta durante un’esibizione nel 2019. «A tutti quelli che stanno al 41bis, con la speranza che presto possano tornare alla loro libertà e alle loro famiglie».
I suoi brani inneggianti alla criminalità organizzata erano per altro stati motivo dei continui annullamenti da parte delle prefetture italiane di molte delle date estive di Pandetta.