Paolo Sorrentino affida a Max Casacci il tessuto sonoro de “La Dolce Attesa”
Il progetto-installazione del regista Premio Oscar sarà visitabile presso il Salone Internazionale del Mobile dall’8 al 13 aprile

Max Casacci, foto di Paolo Ranzani
Per la 63ª edizione del Salone del Mobile Milano 2025, Paolo Sorrentino firma La dolce attesa, un’esperienza che trasforma lo spazio in un controcampo di emozioni sospese, in un limbo di suggestioni visive e sonore, giocando sul confine tra attendere e aspettare. Si tratta di un progetto-installazione in cui il regista Premio Oscar è affiancato da Margherita Palli (già al lavoro con Luca Ronconi, Liliana Cavani, Mario Martone, Alexander Sokurov e coreografi come Yang Jiang, Daniel Ezralow) per la parte scenografica e da Max Casacci per quella musicale. Aspettare è lo stato d’animo dell’insofferenza. L’attesa, invece, è una dimensione in cui qualcosa può accadere. Un tempo di transizione. Per questo (forse) il regista la chiama “dolce”. Perché l’attesa non è passiva. È sì lenta, ma fertile.
Max Casacci racconta “La dolce attesa” di Paolo Sorrentino
Se l’attesa è uno spazio sospeso, il suono deve saperla colmare mentre ne racconta il ritmo. Per questo Sorrentino ha voluto Max Casacci per la costruzione del tessuto sonoro. Un battito sommerso, pulsante, che accompagna l’esperienza immersiva dell’installazione. Il suono creato per La dolce attesa è una presenza che vibra, si dilata e si contrae, proprio come il tempo dell’attendere, un paesaggio acustico che avvolge il visitatore, evocando la tensione e la magia dell’attesa.
“Una musica senza strumenti musicali che, intonando esclusivamente rumori e canti del mare, suoni delle foreste, respiri del vento e trasparenze di cristallo, si immerge nel battito di un’attesa”, racconta Max Casacci, che da tempo porta avanti una ricerca che lo ha portato oltre i confini della musica “tradizionale”, sperimentando nel mondo dei rumori e degli ambienti sonori e trasformando il quotidiano in composizione.
Dalla collaborazione con Michelangelo Pistoletto (Watermemories, opera nata dai suoni dell’acqua di Biella), ai suoni ed ecosistemi della natura in Earthphonia, ai rumori dello spazio urbano di Urban Groovescapes (Earthphonia II), il musicista continua a esplorare e giocare tra registrazioni e manipolazioni delle infinite fonti sonore che ci circondano, senza l’ausilio di strumenti musicali. Fino al nuovo progetto, Through the Grapevine, in Franciacorta (Earthphonia III), EP in uscita il 2 aprile per 42 Records / 35 mm e dedicato al suono del vino e della sua lavorazione.
L’installazione sarà visitabile presso il Salone Internazionale del Mobile (Fiera Milano, Rho – Pad. 22-24) dall’8 al 13 aprile.