Concerto del Primo Maggio, la comunità ebraica si scaglia contro i Patagarri
Sul palco di Piazza San Giovanni il gruppo ha intonato il coro “Palestina Libera” sulle note di “Hava Nagila”, brano ebraico scritto per celebrare la Dichiarazione Balfour
I Patagarri live all'Hacienda di Roma, foto di Virginia Bettoja
Anche quest’anno il tradizionale Concerto del Primo Maggio di Roma non si è distinto per una particolare partecipazione politica degli artisti, salvo alcune eccezioni, tra cui i Patagarri, che dal palco di Piazza San Giovanni si sono schierati a favore della Palestina.
Durante l’esibizione, il gruppo ne ha infatti invocato la liberazione sulle note di Hava Nagila – brano ebraico scritto per celebrare la Dichiarazione Balfour con cui il governo del Regno Unito affermava di guardare con favore alla creazione di una “dimora nazionale per il popolo ebraico” in Palestina – aggiungendo che «Finché ogni popolo non sarà libero di autodeterminarsi e di vivere in pace, non potremo essere allegri». «Quando abbiamo scoperto la storia di questo brano, che risale al 1917 e che è legata alla legittimazione delle prime comunità ebraiche in Palestina, abbiamo capito che l’unico modo per suonarlo oggi era accompagnarlo con un messaggio chiaro: Palestina libera», ha detto il gruppo ad AGI. Il fatto ha scatenato l’indignazione della comunità ebraica, che si è scagliata contro i Patagarri.
Il presidente della comunità ebraica di Roma: «C’è qualcosa di macabro nell’esibizione dei Patagarri al Primo Maggio»
«Appropriarsi della nostra cultura, delle melodie a noi più care, per invocare la nostra distruzione, è ignobile. C’è qualcosa di davvero sinistro, macabro, nell’esibizione dei Patagarri. I nostri più grandi odiatori nella storia sono quelli che hanno strumentalizzato la nostra cultura e mentalità», ha dichiarato Victor Fadlun, presidente della comunità ebraica di Roma. «Ascoltare una nostra canzone dal palco del Primo Maggio in diretta tv, culminante nel grido “Palestina Libera!’, lo slogan delle piazze che invocano la cancellazione di Israele, è un insulto e una violenza inaccettabile», aggiunge.
«Mai ce lo saremmo aspettati in un concerto che celebra il lavoro. Soprattutto in un concerto! Come quello del Nova Music Festival, trasformato dai terroristi palestinesi in un massacro che non è finito, con 59 rapiti da Hamas ancora a Gaza. Noi ebrei, di fronte a queste provocatorie manifestazioni di intolleranza sentiamo lo spazio delle nostre libertà restringersi inesorabilmente. Ma a perdere in libertà non siamo solo noi, è l’intera società civile», conclude.
Anche David Parenzo ha commentato l’esibizione dei Patagarri: «Confesso che prima di oggi non avevo la minima idea di chi fossero i Patagarri, poi ho ascoltato la loro “performance” in Piazza San Giovanni per il concerto del Primo Maggio», ha scritto il giornalista su X. «Ferma restando la loro libertà di dire e cantare quello che vogliono, rivendico la mia libertà di dire loro che prendere una nota canzone ebraica e storpiarla con una bieca propaganda pro Pal e contro Israele è semplicemente raccapricciante».