Abbiamo visto le prove generali di Sanremo 2019: ecco come è andata
Momento di prove generali per gli artisti in gara a Sanremo 2019. Ecco chi ci ha colpito. E chi, invece, ha avuto qualche problema
Come da tradizione, il giorno prima dell’inizio del Festival della Canzone italiana si svolgono le prove generali al Teatro Ariston. Questa è stata l’ultima volta che gli artisti hanno provato le loro esibizioni prima della presentazione al grande pubblico di domani, martedì 5 febbraio. La prima puntata del Festival vedrà infatti esibirsi tutti i ventiquattro artisti in gara. Noi abbiamo assistito alle prove generali, aperte a giornalisti e addetti ai lavori: ecco cosa ci ha colpito.
Dal vivo, la prova vocale di Arisa convince ancora più della versione in studio: la cantante è precisa e a fuoco. Stesso discorso per Simone Cristicchi, teatrale e completamente concentrato sul testo del suo brano.
Alcuni problemi tecnici per Irama (accompagnato da un coro gospel) che non regge vocalmente il ritornello. Problemi di audio in cuffia anche per Ultimo che ha voluto ripetere la prova una seconda volta. Nella sua performance, prima esordisce da solo al pianoforte, poi si alza e coinvolge il pubblico con le sue parole.
La rivoluzione rock di Achille Lauro è fatta ad hoc per l’Ariston. Il confronto dell’artista con il celebre palco è ordinato. Preciso e diretto pur nel suo essere un’onda di cambiamento. Stesso discorso per Mahmood che porta il suo mondo musicale all’Ariston. L’impatto è positivo. Vocalmente impeccabile e coinvolgente.
Nota di merito per Enrico Nigiotti. Nonostante qualche piccola imperfezione, è uno dei brani più applauditi del pomeriggio di prove. L’artista livornese non punta sulla performance “perfetta”, ma sulla verità di un’emozione. Piacerà molto. Qualche difficoltà invece per Briga e Patty Pravo, che decide a metà esibizione di scambiare il proprio posto sul palco con quello di Briga. Il rapper si inginocchia di fronte alla grandezza della Patty nazionale. E ci si rivede domani sul palco.
Loredana Berté si appoggia sulla forza del suo ritornello, i Boomdabash su quella del loro ritmo (inedito per il palco dell’Ariston) e Federica Carta e Shade sulla certezza di un refrain facile da ricordare per il pubblico. Einar vince l’emozione con una ballad in cui si sente a suo agio e Motta punta tutto sul suo saper essere calamitante. Dando estremo peso alle parole.
Il Volo si candida per una posizione alta in classifica: dal vivo l’impatto con i tre artisti è forte. Sono in forma e vogliono entrare ancora una volta nel cuore delle persone. I Negrita provano più volte, a causa di alcuni problemi tecnici. Ma l’attitudine del frontman è impeccabile: questo è per loro un brano importante.
Sembra emozionarsi Anna Tatangelo con un brano nel quale – dal vivo ancora di più – esprime tutta la sua capacità vocale. Daniele Silvestri prepara una scenografia essenziale ma chiara, con un banco di scuola in un angolo. Idem per i Zen Circus: si fanno accompagnare da alcuni sbandieratori.
Gli Ex-Otago si avvicinano al pubblico e la loro esibizione termina con un abbraccio del loro frontman a una ragazza in platea. Ghemon si esibisce con un abito molto largo, quasi a volersi proteggere da qualunque elemento esterno durante la performance. Prova superata anche per Nino D’Angelo e Livio Cori, la loro unione funziona anche sul palcoscenico.
Sia Nek che Francesco Renga sono sempre impeccabili dal vivo: c’è poco da dire. Infine Paola Turci è una certezza. Il suo brano non è per nulla semplice, ma l’artista sa essere chirurgica anche nell’esporre un’emozione. È a fuoco, precisa nel suo grido di dolore.
Un’ultima anticipazione: a volte, durante le esibizioni, le prime file della platea si aprono a ventaglio. In questo modo, entrano in scena le scale sotto al palco, che avvicinano ancora di più l’artista al pubblico.