Radio Italia Live, Ghali chiede un minuto di silenzio per le vittime in Palestina
“Questo è l’unico silenzio che dobbiamo fare, per il resto non abbiate paura di esprimervi contro ogni tipo di ingiustizia”, ha detto dal palco di piazza Duomo
Ieri sera in Piazza Duomo a Milano si è svolto il concerto di Radio Italia Live e tra i tanti artisti che sono saliti sul palco Ghali si è distinto per il suo impegno, esprimendo la sua vicinanza alle vittime del genocidio in corso in Palestina. “Prima di continuare possiamo fare un minuto di silenzio per tutte le vittime in Palestina?”, ha chiesto l’artista alla folla che ha riempito il cuore della città per il Radio Italia Live e che ha rispettato la richiesta di Ghali, che al termine del minuto di osservazione ha aggiunto: “Questo è l’unico silenzio che dobbiamo fare. Per il resto non abbiate mai paura di esprimervi contro ogni tipo di ingiustizia”.
Quella di ieri non è stata la prima occasione in cui Ghali ha mostrato la sua vicinanza alla Palestina. Oltre ad aver richiesto lo stop al genocidio sul palco del Festival di Sanremo, a ottobre, il rapper aveva condiviso sul proprio profilo un video della conversazione finale del videogioco Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, commentando: “Assurdo come già nel 2000 già ci raccontavano certe verità. La verità è sempre stata manipolata da chi vince le battaglie”.
Non solo a Radio Italia Live: la solidarietà di Ghali alla Palestina
“Quello che mi chiedo ora è: chissà se un giorno ci racconteranno la verità su questa vicenda che dura ormai da più di 70 anni. La chiamano guerra ma è un massacro a senso unico. Una delle più grandi ingiustizie sotto gli occhi di tutti”, ha continuato Ghali riferendosi alla situazione in cui la Palestina si trova da 75 anni. “Ci dobbiamo fidare di quello che insegnano a scuola ai nostri figli? Vedo gente che di solito parla e prende posizione per qualsiasi cosa che questa volta ha orecchie coperte, gambe incrociate e braccia conserte. Tutti a partecipare a manifestazioni trendy sulle piattaforme e a sto giro avete paura di parlare?”.
Ghali aveva poi sottolineato come Instagram stesse togliendo voce a tutti coloro – attivisti e utenti – che condividevano post e informazioni su ciò che sta accadendo in Palestina. “Stiamo dando tutta la nostra vita ad un social network che ci censura e ci oscura l’account se proviamo a comunicare tra di noi cose importanti. Un contesto in cui ci fanno creare tutti i contenuti che vogliamo e ci fa credere in un mondo libero finché non si toccano certi argomenti. È ok vivere nel matrix purché lo si riconosca e si riesca a fare dentro e fuori con consapevolezza. C’è un genocidio in atto e il mondo dorme. C’è un terrorismo mediatico in corso che se ci trova spaventati, centra l’obbiettivo”.
Si era poi detto “deluso dagli artisti italiani” che non parlano di Gaza e dai “finti attivisti affamati di fama” che sono “piegati dalla paura di essere tagliati fuori da qualcosa. Mi sono circondato per anni di persone che non mi immaginavo sarebbero rimaste in silenzio di fronte al genocidio in Palestina”.