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Sanremo 2019: il primo ascolto delle 24 canzoni in gara

Claudio Baglioni ha fatto ascoltare alla stampa i brani in gara a Sanremo 2019. Ecco le nostre prime impressioni, brano per brano

Autore Giovanni Ferrari
  • Il18 Gennaio 2019
Sanremo 2019: il primo ascolto delle 24 canzoni in gara

Sanremo 2019: Baglioni, Bisio e Raffaele alla conduzione. Ospiti Bocelli, Giorgia ed Elisa

Come di consueto, a meno di un mese dall’apertura di una nuova edizione del Festival di Sanremo, è previsto un ascolto dei brani in gara, riservato alla stampa. Oggi, venerdì 18 gennaio, abbiamo ascoltato le ventiquattro canzoni che saranno presentate ufficialmente nella prima serata del Festival, il prossimo 5 febbraio.

Il cast (decisamente eterogeneo) di quest’anno ha permesso una grande apertura, sia a livello musicale, sia a livello di testi e tematiche affrontate. Come sempre, alcuni dei ventiquattro artisti in gara hanno preferito restare nella propria comfort zone. Altri, invece, hanno voluto osare, proponendo qualcosa di nuovo. Non solo per il pubblico, ma anche per loro.

La tematica centrale rimane (e, azzardiamo: rimarrà) sempre l’amore. Ma forse si è ridotto il numero di brani che parlano esclusivamente di due innamorati. Si parla infatti anche dell’amore fedele, di quello che non c’è più. Si parla dell’amore alla propria terra, ad un proprio famigliare. Ma attenzione: a Sanremo 2019 si parlerà anche di immigrazione, di alcuni limiti della società di oggi e di violenza.

Le nostre prime impressioni dopo l’ascolto dei brani in gara a Sanremo 2019

Arisa – Mi Sento Bene

Non la vedevamo così spensierata dai suoi esordi. Arisa stupisce con Mi Sento Bene, brano che si apre con estrema delicatezza (sembra di assistere all’ouverture di un classico Disney) ma che poi esplode in un canto ritmato, nel quale Rosalba si diverte. Vocalmente, ma non solo. Mi Sento Bene affronta la tematica della ricerca di senso: «Ridere non è difficile se cogli il buono di ogni giorno».

Loredana Bertè – Cosa ti aspetti da me

Loredana Bertè torna alla carica. Per lei non è passato il tempo e si capisce da come interpreta questo pezzo, pieno di domande. Il ritornello è grintoso e diretto. «Che cosa vuoi da me, cosa ti aspetti dentro te?», dice. L’unica cosa che sappiamo è che questa canzone andrà forte in radio.

Boomdabash – Per un milione

Ritmo estivo sul palco dell’Ariston. I Boomdabash sanno come colpire il segno, e lo fanno con disinvoltura. Per un milione ricorda i successi del gruppo e vede pure un coro nel ritornello. «Ti aspetterò perché sei tu che porti il sole».

Federica Carta e Shade – Senza farlo apposta

I due artisti sanno bene come portare a casa il risultato. Senza farlo apposta è un brano che fa l’occhiolino alle radio e che rispecchia il canone dei feat tra rapper e cantante (possibilmente donna) pop: strofe al primo e ritornello orecchiabile alla seconda. Vanno sul sicuro.

Simone Cristicchi – Abbi cura di me

Cristicchi apre il brano con la sua voce, accompagnata solo dal pianoforte. Abbi cura di me è quasi tutta sussurrata, tranne nel finale. Quando si apre, sia vocalmente che a livello strumentale. È una sorta di testamento di chi ha vissuto e vuole trasmettere ciò che ha imparato. Un brano senza un ritornello effettivo. «Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso». Struggente.

Nino D’Angelo e Livio Cori – Un’altra luce

Il testo è perlopiù in napoletano. L’unione vocale tra Nino D’Angelo e Livio Cori è riuscita. Il pezzo è intenso. Fino a dove si può arrivare insieme?, sembrano chiedersi. Unisce due mood. Ha al suo interno la profondità di un classico della tradizione napoletana e la freschezza di un brano di oggi. «Famme vedè addo arriva sta luce».

Einar – Parole nuove                                   

Una ballad con un affondo pop-elettronico alla fine del ritornello. Rimane in testa con estrema facilità. Il brano parla di un amore che è arrivato a un punto di svolta, nel quale pare tutto finirà. «E giuro che se te ne vai cancellerò il tuo nome».

Ex-Otago – Solo una canzone

Brano pulito, leggero. Parla della persistenza di un amore semplice che non ha bisogno di farsi troppe domande, anche quando «non è giovane». Gli Ex-Otago riescono nell’intento di creare una sorta di slogan generazionale di chi vuole vivere i rapporti in maniera libera. «È solo una canzone, abbracciami per favore».

Ghemon – Rose viola

L’impronta artistica di Ghemon è molto riconoscibile in questo brano che approfondisce una situazione difficile. «Come tutte le notti in cui te ne stai da sola, nodi in gola». Ghemon ha urgenza di raccontare una storia. E lo fa a modo suo.

Il Volo – Musica che resta

Ritornelli pieni e chiusura d’effetto. Il Volo punta tutto (come di consueto) sull’esplosione dei suoni, per far breccia nel proprio pubblico. Musica che resta ricorda quel Grande Amore che ha trionfato a Sanremo 2015. Tra gli autori del brano anche Gianna Nannini. «Siamo il sole in un giorno di pioggia».

Irama – La ragazza con il cuore di latta

Un brano delicatissimo che parla di una storia difficile. La protagonista è Linda, una ragazza che subisce violenze in ambito famigliare. La canzone – nella quale Irama torna al suo animo cantautorale più profondo – si apre con il suono di un carillon. «Fare l’amore è così facile, credo. Amare una persona fragile, meno».

Achille Lauro – Rolls Royce

Una rivelazione. Un brano rock (sì, rock!) che si candida come versione 2019 della Vita Spericolata di Vasco. Lauro, accompagnato dal suo auto-tune, è scanzonato e irriverente. «Dio ti prego salvaci da questi giorni, tieni da parte un posto e segnati sti nomi». Un ritmo coinvolgente che farà ballare.

Mahmood – Soldi

Dopo la vittoria a Sanremo Giovani, Mahmood propone un brano dedicato a suo padre. La critica nei suoi confronti è forte e decisa. In certi momenti spietata. Le sonorità del mondo-Mahmood sono una garanzia. «È difficile stare al mondo quando perdi l’orgoglio». La versione in studio ha l’auto-tune ma l’artista ha deciso di non utilizzarlo per le esibizioni live sul palco dell’Ariston.

Motta – Dov’è l’Italia

L’apertura è con la chitarra. E con il suono del mare. Motta parla di immigrazione e si chiede dove stiamo andando. Come individui e come Paese. «Dov’è l’Italia, amore mio? Mi sono perso».

Negrita – I ragazzi stanno bene

Un pezzo che va contro a chi impone regole. I Negrita raccontano di chi va dritto per la propria strada, contro limiti e imposizioni. «Non mi va», ripetono. Il messaggio (ritmato, come i Negrita sanno fare) è chiaro, insomma.

Nek – Mi farò trovare pronto

Nek parla d’amore, ma senza troppi esempi o immagini evocative. Il sound ritmato è quello a cui ci ha abituato negli ultimi anni. «Sono pronto a non esser pronto mai, per essere all’altezza dell’amore».

Enrico Nigiotti – Nonno Hollywood

Emozionante. Nonno Hollywood si apre con il pianoforte. Nigiotti dedica questa canzone al nonno e racconta della bellezza di una dimensione semplice ma essenziale. Cita molte immagini della vita di tutti i giorni e arriva ed emozionare chi ha la volontà di immedesimarsi. «La ricchezza sta nel semplice, nel semplice sorridere in un giorno che non vale niente».

Patty Pravo con Briga – Un po’ come la vita

Apre Patty Pravo con la sua classe inconfondibile. Nella seconda strofa arriva Briga. L’unione vocale è riuscita e si percepisce una grande intensità emotiva. Nel brano, Briga è sia cantautore che rapper e convince. «E la fine è l’unica cosa che non vedo»·

Francesco Renga – Aspetto che torni

Una ballad con a tema l’amore. «Il mondo si perde, tu invece rimani». Si parla della necessità di avere qualcuno a fianco, nonostante tutto.

Daniele Silvestri – Argento vivo

Ritmo serrato e testo struggente e, a tratti, incazzato. Il brano di Daniele Silvestri è un racconto ansiante che offre molti spunti di riflessione. Nella canzone compare anche Rancore, al quale è affidata una parte rappata in chiusura.

Anna Tatangelo – Le nostre anime di notte

Elegante e piacevole. Il ritorno di Anna Tatangelo è con un brano che valorizza la sua capacità vocale. È una ballad che vuole celebrare la felicità del rapporto d’amore che si sta vivendo. «Più ti guardo e più vedo la parte migliore di noi».

The Zen Circus – L’amore è una dittatura

Un’analisi della società di oggi. Insieme a quello di Daniele Silvestri, questo è il testo più lungo del Festival. Si parla dell’educazione (che a volte non è vincente), degli sbagli di chi vuole imporsi. È un brano sociale che però non ha bisogno di slogan. Un pezzo drammatico che però, in conclusione, valorizza l’umano: «Sei l’unica. Sei il solo».

Paola Turci – L’ultimo ostacolo

L’ultimo ostacolo si apre forte, con l’orchestra. Paola Turci osa, senza troppi problemi. È una canzone colorata che valorizza ogni ombra. Emerge l’animo più poetico e vero della cantautrice, che ancora una volta racconta di quello che magari non sarà l’ultimo ostacolo, ma resta un’occasione per affrontarlo insieme a chi si ama. «Riusciremo a respirare nel diluvio universale».

Ultimo – I tuoi particolari

La capacità di Ultimo di emozionare è indubbia. Con questo brano, Niccolò parla della mancanza d’amore. E racconta come questa mancanza spesso condizioni tutto. Sul finale raggiunge un pathos non indifferente. I Tuoi Particolari si lega agli ultimi brani pubblicati dal cantautore. «Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei scrivere per te nuove canzoni d’amore».

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