Sanremo 2019: il nostro racconto della Finale
Terminata la sessantanovesima edizione del Festival della Canzone italiana. Ecco il nostro racconto, esibizione per esibizione
Ultima sera di Sanremo 2019. Oggi, sabato 9 febbraio, scopriremo il vincitore della sessantanovesima edizione del Festival della Canzone italiana.
Apre la gara Daniele Silvestri con Rancore. Con il passare delle serate, Argentovivo cambia pelle. In questa nuova versione c’è un richiamo alla parte interpretata ieri, durante la serata dedicata ai duetti, da Manuel Agnelli. Ora il brano – non semplice da comprendere al primo ascolto – è ufficialmente di tutti.
Continua Anna Tatangelo. La sua Le Nostre Anime di Notte. L’artista è visibilmente emozionata e si commuove poco prima delle ultime parole del brano. La prova che tutto ciò che canta è sincero. E poi, diciamolo: è una delle pochissime donne in gara al Festival. E la sua tenerezza è un plus per la gara. L’anno prossimo speriamo di vedere aumentare le quote rosa del cast!
Questa sera le Rose Viola di Ghemon non hanno la precisione delle scorse puntate, ma forse questo sbottonarsi dell’artista è un fattore positivo. Che dimostra il suo sentirsi a casa sul palcoscenico.
I Negrita portano la loro I Ragazzi Stanno Bene e proseguono il loro cammino al Festival con continuità: senza alti né bassi.
Il super favorito Ultimo torna ad aprire il suo brano I Tuoi Particolari al pianoforte. All’inizio della seconda strofa si alza e fa cantare tutto l’Ariston. Senza trattenersi. Dopo la sua esibizione, l’applauso del teatro è senza fine.
Dopo l’esperimento “intimo” di ieri sera (insieme a Neri Marcoré), Nek torna al sound al quale ci sta abituando in questi ultimi anni. La sua esibizione è pulita e appassionata. A seguire, un siparietto de Lo Stato Sociale su E la vita, la vita insieme a Pozzetto.
Il primo ospite della serata è Eros Ramazzotti, che canta la title track del suo ultimo disco di inediti, Vita Ce N’È. Subito dopo, l’artista duetta con Baglioni su Adesso Tu: il karaoke è immediato. E le mani si alzano. Ma non è tutto qui: anche Luis Fonsi raggiunge Ramazzotti sul palco. La superstar latina canta Per Le Strade una Canzone, il brano dove i due duettano in Vita Ce N’È. Sound latino a Sanremo. Diciamolo: mica male. Anzi.
Accolta da un lungo applauso, Loredana Bertè si esibisce con la sua Cosa Ti Aspetti da Me. La sua interpretazione è incredibilmente vera. Nessuno degli artisti in gara riesce a esprimere un messaggio in questo modo. Gli applausi sono un segnale fortissimo di come la cantante sa arrivare al pubblico.
Dopo le polemiche che l’hanno coinvolto dopo sue alcune dichiarazioni al DopoFestival di ieri sera, Francesco Renga torna sul palco con la sua Aspetto che Torni. A fine esibizione, fa alzare una ragazza dal pubblico. Che sia un segnale per negare ogni fraintendimento rispetto alle sue parole? Chissà…
Una partenza difficile per Mahmood che, a causa di un problema tecnico all’audio, è costretto a ripartire da capo. Ma questo sembra rinforzare il suo animo: forse questa è la sua migliore esibizione di Soldi. Passione, precisione. Si è distinto ancora una volta dal resto del cast. Un successo e un applauso meritato che finalmente lo pone tra i nomi della musica italiana.
Per l’ultima serata non c’è spazio per titubanze o emozioni. Gli Ex-Otago sono ancora più convincenti con la loro Solo Una Canzone. Dimostrano che certe parole vanno dette con semplicità e intenzione.
Subito dopo l’ennesimo show de Il Volo. I tre ragazzi ripropongono quanto già visto nelle scorse serate. E forse per la prima volta non vedono una standing ovation all’Ariston.
Dopo quattro serate prive di imitazioni, Virginia Raffaele torna (finalmente!) a farci divertire. Senza sketch deboli, ma con tutto ciò che la rende una professionista. In un medley esilarante imita Malika Ayane, Patty Pravo, Giusy Ferreri, Fiorella Mannoia e Ornella Vanoni. E ci ricorda che nelle scorse serate avremmo potuto ridere (molto) di più.
Si torna alla gara con Paola Turci. Questa è la sua esibizione migliore di tutte le serate del Festival. È focalizzata sul significato del brano, è precisa nelle parti più difficili del pezzo e – nonostante questo – è a suo agio al cento per cento. Cammina sul palcoscenico come fosse a casa sua. O sul palco dello show più importante di sempre.
Continuano i The Zen Circus. Il loro brano L’Amore È Una Dittatura è diretto come sempre. E la coreografia permette di entrare nel mood del pezzo.
Patty Pravo e Briga tornano sul palco dell’Ariston con Un Po’ Come La Vita. I due riescono a unire alla perfezione le loro voci. La canzone è elegante e la Pravo e Briga colpiscono.
È il momento del secondo ospite della serata. Elisa ritorna a Sanremo a diciotto anni dalla sua vittoria con Luce (Tramonti a Nord Est) e presenta il suo nuovo brano Anche Fragile. Subito dopo, Elisa omaggia Tenco insieme a Baglioni con Vedrai, Vedrai.
Arisa sale sul palco per proporre per l’ultima volta la sua Mi Sento Bene. Forse per colpa dell’emozione, Rosalba termina la sua performance con la voce spezzata. Emozione.
Irama sale sul palco insieme alla Linda del suo videoclip. L’esibizione è stata particolarmente apprezzata dal pubblico.
Achille Lauro è senza dubbio la rivelazione di questo Sanremo. Rolls Royce è già la colonna sonora di tantissimi. Il grande pubblico ha iniziato a conoscere e ad apprezzare il suo stile. Ci vediamo in radio, Lauro.
Nino d’Angelo e Livio Cori salutano il loro pubblico con Un’Altra Luce. Un’esibizione in linea con quelle dei giorni scorsi.
Federica Carta e Shade si divertono sul palco, forse senza l’ansia delle prime sere. La loro Senza Farlo Apposta è una hit ed è tra le più amate dei giovani. Impossibile non ricordarla a memoria.
Simone Cristicchi conferma la sua profondità con Abbi Cura di Me. Ancora una volta arriva senza filtri.
È il momento di Enrico Nigiotti e della sua emozionante Nonno Hollywood. A fine esibizione si emoziona e non riesce a cantare le ultime parole. Riesce però a dire che «è sempre sveglio a mezzanotte», criticando il fatto di essere stato spesso inserito alla fine delle puntate, in un momento in cui l’audience è tendenzialmente più bassa. E ha ragione.
I Boomdabash si divertono con Per un Milione. Terminano la loro esibizione con un inchino al pubblico dell’Ariston e – per estensione – al pubblico italiano. Rispettosi e divertenti.
Tra i giovani artisti più promettenti c’è senza dubbio Einar che, superata la timidezza delle prime serate, è sereno e riesce ad emozionare con le sue Parole Nuove.
Chiude la gara Motta con Dov’È l’Italia. Un’interpretazione che ancora una volta punta sull’essenzialità delle emozioni.