Shiva, spuntano nuove accuse: ad agosto avrebbe colpito un rivale con un coltello
Arrestato ieri con l’accusa di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose, il rapper di Milano Ovest avrebbe preso parte anche ad un’aggressione avvenuta ad Ascoli Piceno
Dopo l’arresto avvenuto ieri a Milano per i fatti avvenuti l’11 luglio fuori dagli studi di Milano Ovest a Settimo Milanese, spuntano nuove accuse per Shiva. Secondo quanto riportato da Fanpage, infatti, durante il corso delle indagini che hanno portato alla detenzione a San Vittore (dove al momento il rapper di Milano Ovest è trattenuto. Poiché – secondo il gip – l’arma da cui sono stati esplosi i colpi non è ancora stata ritrovata. E Shiva – arrestato ieri mattina – “non esiterebbe a usarla nuovamente in altre circostanze simili”), è emerso che Andrea Arrigoni “è iscritto nel registro degli indagati alla Procura di Ascoli Piceno. E sottoposto alla misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio per tre anni”.
Cosa è successo a San Benedetto del Tronto
Si tratta di un provvedimento preso in seguito agli avvenimento del 30 agosto. Quando Shiva a San Benedetto del Tronto avrebbe preso parte ad un’aggressione colpendo un rivale alla schiena con un coltello. Questa per gli inquirenti sarebbe un’ulteriore conferma del fatto che “il pericolo che se rimesso in libertà possa commettere altri gravi delitti è concreto”.
Shiva arrestato, cosa rischia ora e perché non si può parlare di legittima difesa
Al momento, l’accusa per cui Shiva è stato arrestato è di duplice tentato omicidio, esplosioni pericolose e porto abusivo di armi da fuoco. Il rapper, infatti, dovrà fornire agli inquirenti una motivazione sul perché deteneva quelle armi (tra cui due machete trovati nell’auto) senza autorizzazione. Cosa che aggraverebbe ancora di più la sua posizione. Come spiegato dall’avvocato Valerio de Gioia sempre a Fanpage, il rapper potrebbe andare incontro a “non meno di 7 anni di carcere”.
Anche se l’accusa di tentato omicidio potrebbe essere derubricata a lesioni dal momento che “avendo sparato alle gambe potrebbe affermare che non c’era l’intenzione di uccidere. In quel caso il regime sanzionatorio verrebbe enormemente ridimensionato”, continua l’avvocato, il quale ha illustrato a Fanpage perché nel caso di Shiva non si possa parlare di legittima difesa.
“La tesi difensiva certamente punterà sulla legittima difesa. Ma per come stanno le cose, gli estremi non ci sono. I presupposti della legittima difesa, infatti, sono molto stringenti. Una persona può tentare di ucciderne un’altra solo per evitare di essere ucciso a sua volta. Non può farlo perché teme un pestaggio. Ci deve essere, dunque, la proporzione della reazione”, chiosa.