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Stan Lee, il supereroe della Marvel Comics, è morto a 95 anni

È morto all’età di 95 anni Stan Lee, il creatore dei supereroi della Marvel. Il fumettista, editore e produttore è morto a Los Angeles

Autore Billboard US
  • Il12 Novembre 2018
Stan Lee, il supereroe della Marvel Comics, è morto a 95 anni

È morto Stan Lee

È morto Stan Lee, il leggendario scrittore ed editore della Marvel Comics, le cui creazioni (fantastiche ma allo stesso tempo anche imperfette) hanno fatto di lui un vero supereroe per gli amanti dei fumetti di tutto il mondo. Aveva 95 anni. Lee ha iniziato a lavorare nel 1939 e ha creato molti personaggi. Dalla Pantera Nera a Spider-Man, da X-Men a Thor. Ma anche Iron Man, I Fantastici Quattro, L’Incredibile Hulk, Daredevil, Ant-Man e altri personaggi. È morto oggi, 12 novembre, al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles. Lo ha riferito una fonte al The Hollywood Reporter.

Gli ultimi anni di Lee sono stati tumultuosi. Dopo la morte di sua moglie di 69 anni Joan (avvenuta nel luglio 2017), ha citato in giudizio i dirigenti della POW! Entertainment, una compagnia fondata nel 2001 per sviluppare le proprietà di film, TV e videogiochi. Il tutto a causa di una presunta frode del valore di 1 miliardo di dollari. Ha anche citato in giudizio il suo ex direttore commerciale e ha presentato un ordine restrittivo nei confronti di un uomo che aveva gestito i suoi affari. Il patrimonio di Lee valeva circa 70 milioni di dollari.

Nel giugno di quest’anno, è stato rivelato che il dipartimento di polizia di Los Angeles stava indagando sulle denunce di abusi contro di lui. Da solo ma anche grazie al suo lavoro con i frequenti collaboratori artisti e scrittori Jack Kirby, Steve Ditko e altri, Lee ha trasformato la Marvel da una piccola avventura all’editore numero uno al mondo di fumetti. In seguito è divenuta un gigante multimediale.

Nel 2009, la Walt Disney ha acquistato la Marvel Entertainment per 4 miliardi di dollari. La maggior parte dei film di supereroi di tutti i tempi include i personaggi Marvel. «Pensavo che non fosse così importante quello che ho fatto», aveva detto al Chicago Tribune nell’aprile del 2014. «La gente sta costruendo ponti e si sta impegnando nella ricerca medica, e io faccio storie su persone immaginarie che fanno cose straordinarie». E ha concluso: «Suppongo però di essermi reso conto che l’intrattenimento non è così facile da liquidare».



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