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Addio a Steve Albini, frontman degli Shellac e celebre produttore di Pj Harvey, Nirvana e Pixies

Il producer, scomparso a causa di un infarto a 61 anni, aveva da poco annunciato il nuovo album della sua band

Autore Billboard IT
  • Il8 Maggio 2024
Addio a Steve Albini, frontman degli Shellac e celebre produttore di Pj Harvey, Nirvana e Pixies

Steve Albini, compositore, chitarrista e produttore di alcuni tra gli album più iconici del rock, è morto a 61 anni per un infarto. La notizia, come riporta in una breaking news Pitchfork, è arrivata dal personale del suo studio di registrazione Electronic Audio. Il frontman dei Big Black, Rapeman e degli Shellac, aveva appena annunciato con quest’ultima band l’uscita, fissata il 17 maggio, del nuovo album To All Trains a distanza di dieci anni. Il gruppo si stava preparando anche per il tour.

Steve Albini era sopratutto considerato un guru del panorama indie rock, oltre che per il suo stile chitarristico, anche per il suo lavoro in studio di registrazione. Tra i dischi più importanti prodotti da lui impossibile non citare il secondo album dei Nirvana In Utero, inclusa la sua leggendaria e tribolata lavorazione, Surfer Rosa dei Pixies e Rid of Me di PJ Harvey. Amava farsi chiamare ingegnere piuttosto che producer e, per tutta la propria carriera, ha continuato a criticare apertamente le pratiche di sfruttamento dell’industria musicale. Tant’è che ha sempre rifiutato di ricevere royalties per le proprie incisioni. Il tratto distintivo delle sue produzioni è sempre stato la registrazione diretta analogica. Una ripresa sonora dal vivo che conferiva ai suoi lavori una patina ruvida riconoscibile.

Il lavoro con i Nirvana

«Mi piace lasciare spazio agli incidenti e al caos. Fare un album impeccabile, in cui ogni nota e sillaba sono al posto giusto e ogni colpo di cassa è identico al precedente, non è un’impresa – scrisse Albini a Kurt e soci quando decise di produrre In Utero. «Qualsiasi idiota con abbastanza pazienza e un budget che gli permetta di fare una tale idiozia può farcela». Steve Albini all’inizio era scettico all’idea di lavorare con i Nirvana, considerati “una versione insignificante del suono di Seattle”, salvo poi cambiare idea. La band era rimasta affascinata dal suo lavoro con PJ Harvey.

In Utero venne registrato in soli sei giorni al Pachyderm Recording Studio, a Cannon Falls, in Minnesota e missato in meno di una settimana. Quando il disco venne inviato alla Geffen Records, la casa discografica lo giudicò inascoltabile. I singoli estratti, tra cui Heart-Shaped Box, vennero remixati da Scott Litt.

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