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Suona! Vol.1: Motta non vedeva l’ora di stravolgere la sua discografia

Il cantautore e polistrumentista toscano ha deciso di andare controcorrente. Un album di soli (apparte uno) editi è un rischio che Motta ha voluto correre per il solo piacere di portare la musica dal vivo nello studio di registrazione.

Autore Andrea Florenzano
  • Il10 Ottobre 2024
Suona! Vol.1: Motta non vedeva l’ora di stravolgere la sua discografia

Motta è ossessionato dalla sua musica. Suona! Vol.1, l’ultimo album del cantautore toscano, non è una forma di ego riferimento o autoerotismo duro e puro. Forse lo è anche un po’. Ma ciò che si evince dalla prossemica di Francesco Motta, in arte Motta, mentre parla del suo album è che non vedeva l’ora di avere la libertà di farlo. E che, se potesse lo rifarebbe altre mille volte. Per altri mille volumi di Suona Session. Rifare le sue canzoni. La libertà artistica di un gesto simile non è per nulla scontata. Soprattutto all’interno di un’industria discografica che richiede nuovi singoli ogni 3 mesi, album ogni anno, e featuring a destra e a manca ogni settimana. Per non parlare delle insopportabili repack degli album, al solo scopo di farli rimanere più tempo in classifica.

L’operazione di Motta è anacronistica ma a lui non frega nulla. Alla fine dei 30 anni ha probabilmente raggiunto la consapevolezza di poter incidere un album in studio praticamente fatto solo di canzoni già edite. E ovviamente non si parla di un best of o di un remaster. L’obiettivo è quella di portare la musica dal vivo nello studio di registrazione. Anche qui già trito e ritrito. Francesco Motta lo fa però, come direbbero dalle parti di Richard Ashcroft, ‘for the sake of it’. “Siamo invecchiati in modo diverso, soprattutto dal punto di vista economico (ride n.d.r.), però c’era un periodo in cui mi scambiavano spesso per lui.”

Motta matto per la musica suonata. E in questo album ce lo dimostra in tutti i modi. Un progetto in cui la canzone è uno strumento, e gli strumenti sono le canzoni. I suoi brani, tratti da tutti e quattro i suoi precedenti album in studio, tranne l’unico inedito Suona, con un intro e un climax strumentale che ricorda l’accoppiata John Cale – Sterling Morrison, passano in secondo piano rispetto alla centralità delle produzioni.

“Praticamente io passo la vita a stravolgere le canzoni che ho già fatto, soprattutto se mi vengono bene.” Certo lo fa solo se gli sono venute bene. L’ossatura del progetto è composta da canzoni assolutamente ben riuscite e, a modo loro, innovative. La nuova versione di Roma Stasera, del primo album solista La fine dei Vent’anni, ha un intro stravolta e una linea di basso rivisitata in chiave funk, mentre l’assolo di chitarra ha un suono pregno delle corde distorte di una Kay Hollowbody degli anni ’50. In ogni caso, tra basso e chitarra non saprebbe quale scegliere. “Non direi mai che uno è più importante dell’altro o viceversa. Entrambi vivono in funzione della canzone, in alcune il giro di basso può essere ancora più importante del di quello di chitarra, come può essere il contrario.”

“Pensa che i musicisti che suonano con me sono disperati.”. Quella di Motta è una minuziosa attenzione ai dettagli e una maniacale ricerca del suono alternativo. La visione globale del polistrumentista, quale è Francesco, può essere un’arma a doppio taglio. Da un lato ti dà l’impressione di avere il pieno controllo sonoro sulla composizione. Dall’altro ti dà la certezza che una singola parte di chitarra, basso, batteria, synth, possa suonare in un modo totalmente diverso rispetto a ciò che è stato già edito.

La libertà creativa di questo momento iper-produttivo della carriera di Motta ha raggiunto il suo apice con la creazione di un’etichetta. Sona Records è una nuova realtà indipendente, supportata da Dr.Martens, che ha l’obiettivo di mettere al primo posto la musica. Il cantautore due volte premio Tenco si è anche espresso sulla scelta, dialettale, del nome. “Il nome è un chiaro riferimento a quando ho iniziato a suonare: ho avuto la fortuna di crescere in una provincia piena di musicisti che non solo mi hanno aiutato a migliorare, ma anche a cercare di non parlare troppo durante i concerti fra un brano e un altro, visto che una parola in più poteva essere zittita da un urlo unanime, appunto… “SONA”. Mi prenderò la completa libertà di scegliere come e quando fare uscire degli album per SONA RECORDS”.

La novità del progetto SONA si coronerà, dopo l’uscita dell’album Sona Vol.1 l’11 ottobre, all’Hacienda di Roma il 7 e l’8 novembre e al BASE di Milano il 27 e 28 Novembre per 4 concerti. La dimensione del live darà lo spazio meritato a un disco suonato come questo. Anche se Motta, probabilmente, lo stravolgerà ancora.

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