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Theo Croker fa tappa a Milano per il Jazz Mi

Dopo l’esibizione dell’italiano Alsogood, il trombettista americano ha portato sul palco dell’auditorium San Fedele la sua visione di Jazz

Autore Andrea Florenzano
  • Il24 Ottobre 2024
Theo Croker fa tappa a Milano per il Jazz Mi

Theo Croker

Un normalissimo mercoledì sera a Milano può diventare a sorpresa la serata che ti svolta l’autunno più uggioso e piovoso di sempre per i meneghini. In occasione del Jazz Mi, il festival di musica Jazz a Milano dal 17 ottobre al 3 novembre, Apple Music ha ospitato all’interno del magico Auditorium San Fedele due performance che mischiano sfumature tra l’hip hop, il funk e l’elettronica, il tutto rigorosamente Jazz: Theo Croker e Alsogoood. La vibes psichedeliche di Alsogoood hanno fatto fluttuare gli spettatori dell’Auditorium San Fedele in un’altra dimensione. Due tastiere, la sua e quella del pianoforte a coda, un basso, ultra-minimalista, e una batteria tra lo swing e il jazz. La musica di Alsogood immerge gli ascoltatori in un mare di note, accordi e rivolti che a partire dal piano, vagano e prendono vita propria.

L’interazione tra il pianoforte e il sintetizzatore, suonato da Francesco Lo Giudice, in arte Alsogood, è la chiave di volta dell’esibizione. Ciò che stende il tappeto sonoro, assieme al basso in slide, per le variazioni di ritmo della batteria. L’artista calabrese, in uscita all’inizio del prossimo anno con un nuovo progetto musicale, ha suonato principalmente i brani di Elsewhere, l’ultimo album uscito a gennaio 2024. Con la sua band, ha supportato l’headliner della serata organizzata da Apple Music e Jazzmi.

La performance psichedelica di Theo Croker a Jazz Mi

Theo Croker sta portando in Europa la sua musica e il suo stile inconfondibile. Il trombettista americano, nato in Florida in una casa piena di musicisti, emana un’aria di tranquillità, sicurezza e gioia quando sale sul palco. La sua borsetta contiene due trombe che utilizza in modo alternato mentre mixa in live il suono catturato dai microfoni. Suo nonno, il celebre trombettista Doc Cheatham, ha avuto un ascendente importantissimo sulle influenze musicali nell’adolescenza di Theo.

Negli anni, viaggiando in giro per il mondo e sperimentando nuovi suoni e culture, Croker ha sviluppato un timbro unico. Lo strumento è un tutt’uno con il fiato del trombettista e la sua delicatezza nella pressione dei tasti. Un suono che permette di fluttuare e che viene sintetizzato in live, durante le jam, in un vortice indefinito di coraggio e improvvisazione. Merito anche di una band all’altezza dei voli pindarici di Theo. Il batterista, Miguel Marcell Russell, dalla notevole somiglianza con Jean Miguel Basquiat, si prende la scena con assoli da più di tre minuti. Russell sembra entrare in trance, non perdendo mai il filo delle frasi in risposta alla tromba di Croker.

Il musicista di Leesburg ha spoilerato alcune delle tracce del nuovo album in uscita in primavera dell’anno prossimo. Tra queste c’è One Pillow. La platea ne ha approfittato per poggiare la testa su un cuscino immaginario, chiudere gli occhi e iniziare a viaggiare. “La mia è una canzone d’amore, però simpatica. Racconta di quando dopo il primo appuntamento il tuo partner si ferma a dormire da te, ma hai solo un letto e solo un cuscino.” Croker ha l’attenzione del pubblico e lo porta con sé in quel monolocale di Brooklyn, in quella situazione tra l’imbarazzante e il divertente.

E da lì parte poi una jam session non stop che culmina con l’inizio di un preludio, il pezzo più triste del nuovo album. Nella melodia dalle basse frequenze, Theo empatizza con i suoi musicisti. Ne deriva un climax di derivazione funk e soul, fuso con sfumature di pura musica elettronica. Uno show che squarcia il grigio di questo ottobre milanese.

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