Tory Lanez condannato a 10 anni di carcere per aver sparato a Megan Thee Stallion
Era stato arrestato a dicembre sulla base di tre capi d’accusa per aver sparato alla rapper durante un litigio nel 2020
Tory Lanez è stato condannato a 10 anni di carcere martedì 8 agosto per aver sparato a Megan Thee Stallion a un piede. È l’epilogo di tre anni di vicende legali per il violento episodio del 2020.
La condanna di Tory Lanez per la sparatoria contro Megan Thee Stallion
La lunga condanna per Tory Lanez (vero nome: Daystar Peterson) arriva dopo che era stato arrestato lo scorso dicembre sulla base di tre reati riguardanti il momento in cui ha sparato ai piedi di Megan (vero nome Megan Pete) durante un litigio avvenuto dopo una festa in piscina nelle Hollywood Hills.
La sentenza del giudice David Herriford è stata molto più severa della libertà vigilata che avevano chiesto gli avvocati di Tory Lanez, ma inferiore ai 13 anni richiesti dall’accusa. Né gli avvocati di Tory né l’ufficio del procuratore distrettuale hanno immediatamente risposto a una richiesta di commento.
Le dichiarazioni di Lanez e del giudice
Secondo l’Associated Press, Tory Lanez ha chiesto clemenza prima della sentenza, chiedendo al giudice Herriford la libertà vigilata o una pena detentiva minima: “Se potessi tornare indietro alla serie di eventi di quella notte e cambiarli, lo farei”, ha riferito. “La vittima era una mia amica, a cui a cui tengo ancora oggi”.
Ha aggiunto: “Mi assumo la piena responsabilità di tutto ciò di sbagliato che ho fatto quella notte”.
Da parte sua, il giudice Herriford avrebbe affermato che era “difficile riconciliare” la persona premurosa descritta dai sostenitori di Lanez nelle dichiarazioni rilasciate in tribunale lunedì 7 agosto con l’uomo che ha sparato a Megan: “A volte le persone buone fanno cose cattive. Le azioni hanno delle conseguenze e in questo caso non ci sono vincitori”.
Tory Lanez e Megan Thee Stallion, la dinamica dei fatti
L’udienza di martedì ha avuto luogo tre anni dopo la sparatoria del 12 luglio 2020, avvenuta mentre un autista stava portando Tory Lanez, Megan Thee Stallion e la sua assistente e amica Kelsey Harris via da una festa a casa di Kylie Jenner. Secondo l’accusa, Megan è scesa dal veicolo durante un litigio e ha iniziato ad allontanarsi quando Lanez le ha gridato: “Balla, cagna!” e le ha sparato ai piedi.
In seguito all’incidente, Megan Thee Stallion ha inizialmente detto agli agenti di polizia di aver calpestato vetri rotti, ma giorni dopo ha affermato di essere stata colpita. Lanez è stato infine accusato della sparatoria nell’ottobre 2022.
Un appello difficile
Durante il processo, gli avvocati di Tory Lanez hanno fatto del loro meglio per seminare dubbi su chi avesse premuto il grilletto, dipingendo uno scenario in cui Harris avrebbe potuto essere l’autrice del gesto. Ma un testimone chiave della difesa ha offerto una testimonianza oculare confusa, e i pubblici ministeri hanno indicato una precedente intervista in cui Harris ha attribuito la colpa direttamente a Lanez. La stessa Megan ha fornito una forte testimonianza secondo cui era stato Tory Lanez a sparare. Né Lanez né l’autista sono saliti sul banco dei testimoni.
Prima della sentenza, l’accusa aveva chiesto una condanna a 13 anni per Tory Lanez, dicendo al giudice che lui aveva “condotto una campagna per umiliare e traumatizzare nuovamente la vittima”. Hanno detto che il rapper “non solo manca di rimorso”, ma è anche “chiaramente incapace di accettare qualsiasi responsabilità per le proprie azioni”.
Nella loro stessa dichiarazione della scorsa settimana, gli avvocati di Lanez hanno chiesto al giudice di condannarlo solo alla libertà vigilata. Hanno sostenuto che fosse innocente. Ma hanno anche affermato che, anche se avesse commesso i crimini, la sua punizione dovrebbe essere ridotta alla luce del “trauma infantile” e del “disturbo da uso di alcol”.
Dopo la condanna, Lanez può ancora impugnare la sua condanna presso una corte d’appello statale. Ma una sfida del genere sarà in salita. Nel 2022 infatti le corti d’appello della California hanno annullato il verdetto di colpevolezza di un imputato solo nel 19% dei casi.