Duane “Keffe D” è apparso in tribunale per l’omicidio di Tupac
Il gangster, come ama autodefinirsi lo stesso Davis, è stato incriminato da un gran giurì con l’accusa di omicidio la scorsa settimana
Duane “Keffe D” che, secondo la polizia e i pubblici ministeri, sarebbe il mandante dell’omicidio di Tupac Shakur a Las Vegas nel 1996, ieri ha fatto la sua prima apparizione in tribunale. L’accusa nei confronti di Davis, il quale si autodefinisce un gangster, è di omicidio.
Duane “Keffe D” Davis, 60 anni, era incatenato e indossava un’uniforme da carcerato di colore blu scuro e ciabatte di plastica arancioni. L’udienza, prevista per ieri, è stata interrotta dopo pochi minuti, quando l’imputato ha chiesto al giudice distrettuale della contea di Clark, Tierra Jones, di rinviarla in attesa di un avvocato a Las Vegas.
Mopreme Shakur, fratellastro del rapper, non era presente in tribunale, ma ha dichiarato all’Associated Press di aver seguito gli sviluppi del caso dalla sua casa di Los Angeles. «I giovani neri hanno spesso a che fare con una giustizia ritardata perché spesso siamo visti come i criminali» ha dichiarato l’uomo. «Quindi la giustizia è in ritardo, nonostante tutti gli occhi, tutta l’attenzione e la celebrità di mio fratello».
Duane “Keffe D” e l’arresto
Duane è stato arrestato venerdì scorso vicino alla sua casa nel sobborgo di Henderson. Poche ore dopo, presso il tribunale distrettuale della contea di Clark è stato reso pubblico un atto d’accusa del gran giurì che lo incrimina per omicidio. Davis ha negato all’AP la richiesta di un’intervista dal carcere, dove è detenuto senza cauzione.
Il gran giurì ha votato anche per l’aggiunta di aggravi di pena per l’uso di un’arma letale e per la presunta attività di una gang. In Nevada, una persona viene condannata per omicidio anche per aver favorito un altro soggetto a commettere il crimine. L’avvocato Edi Faal ha dichiarato all’AP, in una breve telefonata dopo l’udienza, di essere l’avvocato personale di Davis da molto tempo e che lo sta aiutando a trovare un avvocato per il Nevada.
Davis ha ammesso più volte il suo ruolo nell’omicidio di Tupac
Duane “Keffe D” era da tempo sospettato e ha ammesso pubblicamente il suo ruolo nell’omicidio di Tupac in alcune interviste per promuovere il suo libro di memorie del 2019 Compton Street Legend. «C’è una cosa che è sicura quando si vive uno stile di vita da gangster» ha scritto l’uomo. «Sai già che le cose che metti in giro torneranno indietro; non sai mai come o quando, ma non c’è mai il dubbio che non ti tornino indietro»
I commenti dello stesso Davis hanno riattirato l’attenzione della polizia che ha portato all’incriminazione, secondo quanto dichiarato dai pubblici ministeri. I procuratori sostengono che l’omicidio di Shakur sia scaturito da una rivalità legata al dominio del genere musicale all’epoca soprannominato gangsta rap. La rivalità opponeva i membri della East Coast della gang Bloods, associata al magnate della musica rap Marion “Suge” Knight, ai componenti della West Coast della setta Crips che Davis ha detto di aver guidato a Compton, in California.
Gli eventi del 1996
La tensione tra le due fazioni si acuì a Las Vegas la notte del 7 settembre 1996, quando scoppiò una rissa tra Shakur e il nipote di Davis, Orlando “Baby Lane” Anderson, all’hotel-casinò MGM Grand. Tupac e Knight avevano assistito a un incontro di boxe dei pesi massimi vinto da Mike Tyson. Così come avevano fatto i membri dei South Side Crips, ha dichiarato la scorsa settimana in tribunale il procuratore Marc DiGiacomo.
Dopo la rissa al casinò, Knight si mise alla guida di una BMW con Shakur sul sedile anteriore del passeggero. L’auto era ferma a un semaforo rosso vicino alla Strip di Las Vegas quando una Cadillac bianca si fermò sul lato del passeggero. Partirono dei colpi. Duane Keffe D Davis ha dichiarato di essere stato sul sedile anteriore della Cadillac e di aver passato una pistola calibro 40 a suo nipote seduto nel retro dell’auto.
Colpito più volte, Shakur morì una settimana dopo all’età di 25 anni. Knight fu sfiorato da un frammento di proiettile, ma sopravvisse. Oggi ha 58 anni e sta scontando una condanna a 28 anni di carcere per aver investito e ucciso un uomo d’affari di Compton nel gennaio 2015. Tuttavia, ha dichiarato che non testimonierà contro Keffe D nel processo per la morte di Tupac.
Tra le quattro persone che si trovavano nella Cadillac la notte dell’omicidio di Tupac, Davis è l’unico ancora in vita. Anderson è morto in una sparatoria del maggio 1998 a Compton. Prima di morire, ha negato il coinvolgimento nella morte di Shakur. L’altro passeggero sul sedile posteriore, DeAndre “Big Dre” o “Freaky” Smith, è morto nel 2004. L’autista, Terrence “Bubble Up” Brown, è morto nel 2015 in una sparatoria a Compton.